Ventidue dicembre 2021: una ferita ancora aperta

 

Un anno fa il Tribunale di Catania dichiarava il fallimento del club rossazzurro fondato il 24 settembre 1946

Ventidue dicembre 2021. Il Tribunale di Catania, a poche ore dalla gara con il Monopoli, in programma in serata allo stadio “Angelo Massimino”, dichiarava il fallimento del Calcio Catania S.p.A., lo storico sodalizio rossazzurro fondato il 24 settembre 1946. Il cuore si ferma, per un tempo indecifrabile nel quale la razionalità fatica a materializzare la realtà. Vorrebbe rifiutarla, sperando, in cuor suo, che sia una notizia fake. Così non è. Si tratta di un’amara verità che, a distanza di un anno, con in mezzo un’esclusione a stagione in corso e la fondazione di un nuovo club che viaggia a ritmi elevati, si fa fatica a digerire. È così e chissà per quanto altro tempo.

Il 22 dicembre 2021 il Calcio Catania S.p.A. – anche se, per convenzione ed affetto, mi piace sempre chiamarlo Catania ‘46 – ha iniziato un nuovo cammino; l’ultimo, quello più breve e triste, verso la fine della sua storia. Un epilogo, ancor più amaro e bruciante, che si è poi consumato un sabato d’inizio primavera, caldo e soleggiato, con la cessazione dell’esercizio provvisorio, sfociato nell’esclusione dal campionato (a tre giornate dalla fine, con una gara da recuperare) e la susseguente ed immediata revoca dell’affiliazione da parte della F.I.G.C.: tradotto, la cancellazione della matricola 11700.

Scritto così, sembrerebbe proprio che il Catania ’46 sia morto non una ma due volte: il 22 dicembre prima e il 9 aprile poi. Due? In verità anche di più. Quando? Trentuno luglio 1993. Catania ’46 radiato, cancellato dalla faccia del mondo dell’italico pallone per buona pace di tutti, fuorché di uno: Angelo Massimino. La battaglia al Palazzo condotta dal Cavaliere è storia, è leggenda, è mito. Catania ’46 risorto con matricola federale annessa. In mezzo, fra il 1993 e il 2021/2022 un altro stato di morte, apparente, ma a conti fatti determinante per la fine: il 23 giugno 2015, con una storia che deraglia lungo i binari sui quali viaggiano i treni della vergogna.

Giornate infauste. Date che bisognerebbe dimenticare, magari rivivendo le giornate di gloria o, semplicemente, vivendo il presente; ovvero un campionato di quarta serie condotto come mai era capitato prima: in testa fin dalla prima giornata, con un girone di andata concluso con un vantaggio di 10 punti sulle inseguitrici. Basterebbe questo e la consapevolezza di una società, quella attuale, che riallaccia il filo spezzato coi sogni…di gloria. Basterebbe questo, ma non basta ancora. A dimenticare quel che è stato, a rimarginare quella ferita, ancora aperta. Chissà fino a quando...