Vuci da Tribbuna. Le frasi più esilaranti della domenica

 

Le voci della tribuna le senti ma non hanno volto. Un medico, un pisciaru, un disoccupato, chi le avrà mai pronunciate...

Le voci della tribuna le senti, ma non hanno volto. Un medico, un pisciaru, un disoccupato, chi le avrà mai pronunciate? Non puoi saperlo. Ma arrivano sempre puntuali, da commento, mentre guardi la partita. Hanno la chirurgica precisione dei ritardi dei bus cittadini ed una fantasia da far invidia al miglior poeta. Le voci della tribuna hanno soprattutto la semplicità che è nipote di verità e madre di saggezza; hanno la vitalità e la potenza immaginifica di ogni verace e vorace dialetto. Divorano e intuiscono, in anticipo, il senso più vero delle cose e lo svelano sempre con il sorriso.

Ecco alcune espressioni pittoresche (talvolta inclementi e ingiuriose) raccolte dalle tribune del Massimino in occasione di Catania – Milan finita 1-3.

Un tifoso osservando le geometriche rifiniture della capigliatura di Emanuelson raccomanda a Peruzzi:
«Femma a chistu ca parrucca»- Ferma questo con la parrucca.

Si sa, dalle tribune i capelli di un giocatore sono tra gli aspetti più visibili della sua persona. E una voce irritata dai tackle puntuali di De Jong esclama il disappunto per la sua calvizia:
«Talia a chistu come ci luccica da spacchi i tigna» - Guarda come gli luccica quella cavolo di pelata.

Kakà sguscia tra Tachtsidis e Spolli e un supporter rossazzurro coglie tutta l’agilità danzareccia dell’attaccante carioca:
«Ni sta fascennu ballari a samba cu tuttu u brasili» - Ci sta facendo ballare la samba con tutto il brasile.

Un tifoso infastidito dalla mollezza di Monzon gli suggerisce:
«Ottinni a cogghiri alivi»- Vai a raccogliere le olive.

Vedendo l’impassibilità di De Canio sul 1 a 3, un tifoso commenta amaro:
«Chistu appoi è na cucca ca pari mao mao»- Questo è talmente una cucca che assomiglia a mao mao.