Vuci da Tribbuna B. Le frasi esilaranti della domenica

Tifosi Rossazzurri al Massimino

Tifosi Rossazzurri al Massimino 

Le voci della tribuna le senti ma non hanno volto. Un medico, un pisciaru, un disoccupato, chi le avrà mai pronunciate?

Le voci della tribuna le senti, ma non hanno volto. Un medico, un pisciaru, un disoccupato, chi le avrà mai pronunciate? Non puoi saperlo. Ma arrivano sempre puntuali, da commento, mentre guardi la partita. Hanno la chirurgica precisione dei ritardi dei bus cittadini ed una fantasia da far invidia al miglior poeta. Le voci della tribuna hanno soprattutto la semplicità che è nipote di verità e madre di saggezza; hanno la vitalità e la potenza immaginifica di ogni verace e vorace dialetto. Divorano e intuiscono, in anticipo, il senso più vero delle cose e lo svelano sempre con il sorriso.

Ecco alcune espressioni pittoresche (talvolta inclementi ed ingiuriose) raccolte dalle tribune del Massimino in occasione di Catania – Sassuolo finita 0-0.

Un tifoso, attribuendo dei poteri benefici ai lunghi capelli del centrocampista Schelotto, grida ai compagni di tribuna:
«Schelotto cu ddi capiddi abbola» - Schelotto con quei capelli vola.

Dopo l’ennesimo intervento puntuale del giovane difensore slovacco Gyomber, un supporter esalta le sue lunghe leve francesizzandone il nome:
«Stu Sgyombèr è npezzi cannaluvari» - Questo Gyomber è veramente alto.

Dopo un anticipo del difensore avversario Bianco(ex rossazzurro), una voce non propriamente di Bolzano esprime le sue perplessità sulla tenuta igienica della sua pelata:

« Bianco, si ‘n aribattutu ca tigna fitusa» - Bianco, sei un traditore con la pelata che ti puzza.


De Canio dà fiducia allo spagnolo Keko, piccolo folletto dalle abili doti tecniche. I tifosi sanno quanta fiducia dovrà conquistarsi in campo.

« Keko uschiti u pani » - Keko guadagnati il pane (guadagnati i tuoi meriti).