Step one: richiesta di sequestro conservativo

 

Focus sul procedimento che caratterizza l'odierna udienza, con un'analisi sui possibili esiti della stessa.

Si consuma oggi il primo di una serie di step che caratterizzeranno la settimana "più lunga" della storia dell'Elefante. Alle ore 12.00, presso il Tribunale di Catania e dinanzi il Giudice Dott.ssa Lidia Greco, è infatti fissata l'udienza inerente la richiesta di sequestro conservativo promossa dalla curatela fallimentare della Catania Servizi s.r.l. (la società controllata dal Catania, che gestiva Torre del Grifo), nei confronti del Catania medesimo e degli amministratori che si sono succeduti fino al momento del fallimento (intervenuto nel settembre 2020).

La curatela ha rilevato irregolarità nella gestione della società fallita, a suo giudizio imputabili ai soggetti nei cui confronti è promossa la richiesta di sequestro conservativo, e chiede al Tribunale che quest'ultimo autorizzi, appunto, il sequestro di somme di denaro volte a sanare il danno arrecato alla Catania Servizi nell'ipotesi in cui, successivamente, venga accertata la responsabilità dei medesimi soggetti tramite una sentenza di condanna pecuniaria, suscettibile di dar luogo al pignoramento delle somme sequestrate.

Il sequestro conservativo, dunque, non è un provvedimento definivo, ma una misura cautelare, che viene concessa quando il creditore ha il fondato timore di perdere la garanzia del proprio credito. E' un rimedio che mira ad evitare che, nell'attesa che intervenga l'accertamento delle responsabilità del debitore, quest'ultimo possa disporre dei suoi beni facendoli uscire dal suo patrimonio (il c.d. periculum in mora). Affinché venga concesso dal Giudice, occorre che sussista, oltre al periculum, anche il fumus boni iuris, vale a dire una prognosi circa la probabile esistenza e ragionevolezza del diritto invocato.

Adesso, spazio alle FAQ per "l'uomo della strada".

Per quando è attesa la pronuncia del Tribunale circa l'accoglimento o meno della richiesta di sequestro conservativo?
Accade sovente che il Giudice, all'esito dell'udienza, si riservi la decisione e provveda nell'arco di qualche giorno. Già oggi si saprà se il Giudice si è riservato ed in tal caso il provvedimento di accoglimento o rigetto dovrebbe essere emesso, orientativamente, entro una decina di giorni, giorno più, giorno meno.
AGGIORNAMENTO: come previsto, il procedimento è andato in riserva. Si attende la pubblicazione della decisione nei prossimi giorni.

Cosa accade se il Tribunale rigetta la richiesta? Il Catania ne ottiene un beneficio diretto?
Attualmente, e fino al momento della pronuncia, il Catania può disporre delle eventuali somme che ha a disposizione. Ad esempio, può liberamente pagare gli stipendi e provvedere a qualsiasi altra incombenza. Quindi, laddove la richiesta di sequestro conservativo venga rigettata, in sostanza non cambia nulla. Il beneficio è indiretto, nel senso che un possibile ostacolo all'ordinaria gestione viene scansato.

Cosa accade, al contrario, se il Tribunale accoglie la richiesta e dispone il sequestro?
Il creditore (in questo caso la curatela della Catania Servizi) ha 30 giorni di tempo per mettere in esecuzione il provvedimento, altrimenti quest'ultimo diventa inefficace. Una volta che il creditore provvede, il debitore non può disporre delle proprie somme di denaro fino alla concorrenza della somma sequestrata e fintantoché non interverrà l'accertamento definitivo sulla responsabilità della società stessa.
Facciamo un esempio pratico: la curatela ha chiesto che vengano sequestrati 3 milioni al Catania. Se il Giudice lo accorda, le somme nelle disponibilità del Catania fino alla concorrenza di 3 milioni non potranno essere utilizzate dagli amministratori della società. Quindi, per poter operare liberamente, nell'esempio indicato, il Catania dovrebbe avere una disponibilità di cassa superiore a 3 milioni ed utilizzare soltanto le somme che eccedano tale limite.

Il provvedimento di sequestro potrebbe costituire un ostacolo per il passaggio di proprietà?
Premesso che, stando alle dichiarazioni del presidente Sigi Ferraù, i potenziali acquirenti hanno posto la condizione del mancato fallimento (che rappresenta un altro passaggio, che si consumerà nei prossimi giorni, sulla base degli sviluppi dell'udienza prefallimentare fissata per il 16 novembre), è chiaro che un provvedimento del genere potrebbe complicare le trattative in essere, in quanto rappresenterebbe un ulteriore ostacolo all'ordinaria gestione societaria da parte di chi dovrebbe subentrare. La nuova proprietà, infatti, non solo dovrebbe accollarsi la matassa debitoria, ma dovrebbe immettere capitali superiori alla somma sequestrata per poter provvedere alla gestione del club e promuovere gli investimenti necessari.