Scoppola salutare

Nicolas, serata da dimenticare...

Nicolas, serata da dimenticare... 

Il commento al match del "Ferraris" tra rossoblù e rossazzurri. I temi caldi: "a Palacio"; Montella, serata no; Juve, occasione di riscatto.

Genoa-Catania 3-0


"A Palacio"

A palazzo. O, meglio, "a Palacio". No, non si tratta di "sette e mezzo", ma di calcio. Il paragone, tuttavia, risulta calzante. E' come quando, nel celebre gioco di carte, tu hai un "cinque" e, invece di "stare", chiami per conseguire un punteggio più alto, andando irrimediabilmente "a palazzo". La stessa cosa ha fatto il Catania di Montella che, per troppo volere, nulla stringe, nell'ambito di una prestazione negativa che deve innescare una riflessione seria nello stesso trainer etneo. Dopo una mezzora incoraggiante, in cui addirittura il Catania ha sfiorato la rete con Biagianti, è calato il buio fitto sulla squadra e su una difesa apparsa in grave difficoltà, in specie sulle corsie laterali, arate a piacimento dai baldanzosi giovanotti rossoblù. Non può essere questo il vero Catania, perché altrimenti ci sarebbe da preoccuparsi molto. Ma un dato di fatto esiste: la prima "prova di maturità" da trasferta è stata fallita in maniera inequivocabile. Se ci sarà da fare il famoso salto di qualità, bisognerà che ci si sbrighi a colmare lacune evidenti. Quando si diceva che questa difesa, inoperosa per circa due ore nelle precedenti due gare casalinghe consecutive, andava testata in prove più importanti, non si sparava a caso, ma si raccontava la realtà. E, all'apparir del vero, al secolo un paio di attaccanti "autentici", Palacio in primis, e una squadra in grado di pressare alto, tale realtà si è rivelata durissima. Tre pappine sul groppone, e potevano essere un paio in più, nessuna possibilità di replica convincente, malgrado i rossazzurri due o tre circostanze "simpatiche" in avanti con Ledesma, Delvecchio e Ricchiuti le abbiano comunque create. Una gara simile, per esempio, a quel famoso Cagliari-Catania (tripletta dell'ondivago Nenè) della scorsa stagione. Una gara che, se non si vorrà ripercorrere passo passo vecchie strade, dovra essere resettata al più presto. Del resto, poco da salvare rimane nella prestazione complessiva. A parte la già citata discreta prima mezzora, in cui si intravede una predisposizione al gioco palla a terra, si sono riviste antiche pecche trasfertiste. Fragilità difensiva, lentezza in mezzo (maluccio anche Lodi, bravissimo invece contro il Cesena), poca incisività in avanti. Eccetto il caparbio Bellusci e il reattivo Biagianti, gli altri sono naufragati, surclassati da una difesa rossoblù impeccabile in Kaladze e Dainelli; da una mediana assai tecnica come quella formata da Costant (sontuoso), Veloso, Kucka e Jorquera; da un attaccante mostruoso come Palacio, assolutamente imprendibile per i compassati difensori etnei. In questo contesto, da rimarcare gli errori individuali di Andujar, poco reattivo nelle uscite; dei due terzini, disastrosi in entrambe le fasi; di uno Spolli insolitamente svagato (clamoroso il "passaggio" a Palacio in occasione del raddoppio genoano); di Ledesma; di Gomez. Qualcuno dirà: ma oggi di nuovo (cioè, di giocatori di esperienza, alla Almiron-Legrottaglie, presi per colmare la lacuna "trasfertista) non ha giocato nessuno, a parte Suazo nel finale. Riflessione corretta, ma di poco conforto. Insomma, una serata da incubo di cui far tesoro per il futuro. Una "scoppola salutare", come recita il titolo dell'editoriale, che non potrà che far bene al gruppo, se analizzata nella giusta maniera, senza crearsi alibi di sorta. E sì, perché solo "facendo le pulci" agli errori odierni si potrà far meglio lontano dalle mura amiche. Fare meglio, questo l'imperativo categorico, anche a livello di scelte iniziali da parte dell'allenatore, che oggi ci ha azzeccato poco o niente.

Montella, serata no
L'aeroplanino è un allenatore in fieri. Ha grandi potenzialità, ma deve farsi le ossa. E una gara del genere lo aiuterà. Se, nel match precedente, aveva in pratica azzeccato tutto, compresa l'incredibile sostituzione di Sciacca con Delvecchio, oggi ci ha preso pochissimo, dalla formazione iniziale, sconfessata quasi subito, alle scelte in corso d'opera, una delle quali da presentare come caso esemplare nell'ambito della letteratura psicanalitica. Riassumiamo. Tre partite in una settimana, il turn-over ci sta. Ma Montella, alla luce dei fatti, sbaglia il trio di novità. Uno. Capuano, disastroso contro il Siena, si riconferma sugli stessi livelli. Era il caso di riproporlo al posto di Alvarez? Al momento, mi pare incontri difficoltà troppo evidenti che ne sconsigliano l'utilizzo. Due. Ledesma, epurato e poi "graziato", offre la solita prestazione senz'anima che ne aveva contraddistinto le prove nella scorsa stagione. Tre. Bergessio. Non pervenuto e sostituito dopo 40', evidentemente ancora non in condizione di giocare dal primo minuto. Last but not least, la sostituzione di Biagianti, fino a quel momento migliore dei suoi, con Delvecchio a fine primo tempo. Negli spogliatoi Montella dirà che la sostituzione gli era stata chiesta dallo stesso Marco per un "lieve malore". Sarà. La speranza è che Marcuzzo si faccia trovare bello pimpante in campo contro la Juve, perché appare uno dei più in forma. Corre, lotta e si trova spesso a concludere, anche se finora con scarsa fortuna. Lo stesso fatto che nella ripresa, a parte una sorta di timido forcing nei primi minuti, il Catania non abbia reagito alle avversità significa che l'allenatore non è riuscito, in questa partita, a trovare il bandolo della matassa. E il caldo, questa volta, non c'entra nulla. Per carità, capita, e i risultati a sorpresa che a ogni turno si presentano dicono di un sostanziale equilibrio: il Chievo batte il Napoli stellare, il derelitto Bologna pareggia a Torino, Inter a 1 punto, Milan a 2, etc.. L'importante è che non diventi una costante.

Juve, occasione di riscatto
Il campionato non lascia tempo per pensare. Ed è un bene, perché già domenica giunge puntuale l'occasione del riscatto. E che riscatto: la Juve, nobile un po' attempata che conta più tifosi dello stesso Catania nella nostra città. Ci saranno, come al solito, lo stadio pieno, i gridolini per Del Piero, le foto alle natiche di Matri, gli svenimenti per Buffon, etc., etc. Ma questo conta per "gli altri". Per i veri tifosi del Catania sarà importante vedere una squadra tosta in campo, del tutto lontana da quella vista oggi al "Ferraris". Sul modello del Novara contro l'Inter, insomma. Penso che sia il caso di rimettere al suo posto Alvarez; che Almiron possa cominciare a far vedere le sue qualità; che Suazo, oggi in campo pochi minuti, debba ricevere l'ivestitura del pubblico rossazzurro. Vedremo. Che si torni 11 leoni!!! Il più in fretta possibile... Let's go, Liotru, let's go!"!!