Sampdoria-Catania: analisi del match

 

La sconfitta del Catania al Luigi Ferraris contro la Sampdoria in numeri, statistiche e grafici.

Prima non prenderle. Ci può stare, se sei pronto anche a darle. Ma se rinunci al pressing, oltre che alla conduzione del gioco, è una agonia lunga novanta minuti.
Il Catania della ripresa è attendista, impreciso e poco reattivo. Graziato solo dalla poca incisività avversaria. Nella ripresa, come se non ci fosse nulla da preservare tatticamente, il solito copione: tutti avanti senza testa. O cabeza, come si dice in Argentina.

Lo score delle due compagini  



DISPOSIZIONI IN CAMPO

Posizioni medie dei ventidue giocatori in campo all’avvio  



Gli etnei non vincono in trasferta dal 24 febbraio scorso (Parma-Catania 1-2) e nel corso di questa stagione, lontano dalle mura amiche, non sono mai andati a punti, sui 21 disponibili, mettendo a segno appena 5 reti e subendone 19.
Il bilancio decisamente negativo e l’assenza di numerosi uomini-chiave (Barrientos, Bergessio, Izco ed Almiron) induce il tecnico De Canio ad affidarsi ad una disposizione tattica particolarmente prudente, che impone ad alcuni elementi di giocare in un ruolo non naturale.
Nel 5-3-1-1 di partenza, Alberto Frison è preferito ad Andujar, protagonista di un campionato, fin qui, abbondantemente al di sotto della sufficienza. Davanti all’estremo difensore veneto la difesa è a cinque: Peruzzi e Biraghi gli esterni, rispettivamente a destra e a sinistra, Gyomber, Legrottaglie e Spolli i centrali difensivi. A centrocampo, Guarente si colloca davanti alla difesa, supportato da Plasil, più avanzato alla sua destra e da Monzon, sulla corsia opposta. In avanti, Leto, preferito all’ex di turno Maxi Lopez (17 presenze, 4 gol lo scorso anno alla Sampdoria) è l’unico riferimento centrale ed alle sue spalle, su tutto il fronte d’attacco, orbita Castro.

I blucerchiati, reduci dalle convincenti prestazioni contro Lazio ed Inter e dalla rotonda vittoria contro l’Hellas Verona in Coppa Italia, hanno decisamente cambiato passo rispetto alla parentesi Delio Rossi (9 punti in 12 incontri e un cambio di assetto tattico, in media, ogni due gare) e cercano la prima vittoria in campionato contro i rossoazzurri, sui quali hanno possibilità di allungare in classifica.
Mihajlovic conferma l’undici che una settimana addietro aveva acciuffato, in extremis, il pareggio contro l’Inter al Meazza e si affida ancora al 4-2-3-1.
Davanti al portiere Da Costa, i quattro di difesa sono, da destra a sinistra, De Silvestri, Mustafi, Gastaldello e Costa; Obiang e Palombo sono i due centrocampisti in mediana, mentre alle spalle di Pozzi, unica punta, si collocano Gabbiadini, Soriano ed Eder.


ANALISI TATTICA

i rossoazzurri nel primo tempo e la densità di gioco  



Tutti dietro la linea del pallone, pronti a sfruttare le ripartenze. De Canio, la partita, l’aveva studiata così. Una gara di attesa e di sofferenza, lasciando la conduzione della manovra agli avversari, secondo la filosofia del “prima non prenderle”.
Non sorprende l’utilizzo di una retroguardia costituita da cinque unità, e nemmeno un baricentro di squadra, 48 metri, notevolmente più contenuto rispetto alle ultime prestazioni. Quello che lascia maggiormente stupiti, invece, è l’atteggiamento assolutamente rinunciatario della squadra, evidentemente mortificata dalle indicazioni sparagnine del tecnico.
Dall’altra panchina, Mihajlovic, infonde ai suoi un messaggio diametralmente opposto: fiducia nei propri mezzi e mentalità aggressiva. La Samp attacca dal primo minuto di gioco, con tutti i suoi effettivi. Durante il primo quarto di partita, lo fa stabilmente da destra, sfruttando la maggiore propensione offensiva di De Silvestri rispetto a Costa. L’avanti Eder, a supporto, spesso orbita lungo la stessa corsia destra, presidiata da Biraghi. Dal ventesimo, l’attaccante brasiliano, trova la naturale collocazione del match sulla fascia opposta, quella sinistra, rendendo la vita difficile a Gyomer. Gli effetti saranno devastanti.
Al minuto trenta, il tecnico serbo chiede ad Obiang, in fase di costruzione di gioco oscurato dalla presenza di Leto, di arretrare fino alla linea dei due centrali di difesa. L’accorgimento tattico consente ai terzini Costa e de Silvestri di guadagnare metri, che adesso stazionano stabilmente in mediana, e libera Obiang da marcature, permettendogli di impostare la manovra con maggiore accuratezza, certo che Leto non andrà a pressarlo sulla propria metà campo.

IL 4-2-3-1 del Catania della ripresa e la densità di gioco  




Nella ripresa, dopo il gol di Eder, Mihajlovic richiama in panchina Pozzi, gli subentra Krsticic. La Samp mantiene il medesimo assetto tattico ma adesso è più robusta a centrocampo. L’unico riferimento offensivo è adesso l’attaccante brasiliano, supportato da Gabbiadini molto largo a destra.
Sotto di una rete, al minuto 59, De Canio getta nella mischia Maxi Lopez e Keko, per Monzon e Peruzzi rispettivamente. I rossoazzurri sono adesso protesi in avanti, attraverso un modulo speculare agli avversari (4-2-3-1) ma in maniera certamente meno ordinata. I successivi cambi, Boateng per Castro (71’) in casa Catania, Regini per Costa (80’) e Wszolek per Eder (86’) tra i blucerchiati, non danno luogo ad accorgimenti tattici di rilievo.


FLUSSI DI GIOCO

La disordinata manovra etnea che manca di un punto di riferimento preciso  




I flussi del gioco etnei in numeri  



Diciannove minuti di possesso palla con una precisione in fraseggio attorno al 45% (oltre un passaggio sbagliato su due tentati) ed una riconquista del pallone che nel 60% dei casi avviene per demeriti degli avversari e non attraverso la riconquista effettiva del pallone. Basterebbero solamente questi dati per fotografare la gara dei rossoazzurri, imprecisi in fase di costruzione, rinunciatari nel pressing (portato ai 38 metri) e poco efficaci in marcatura.
Guarente, in mezzo al campo, gioca il maggior numero di palloni in casa Catania (50 in tutto, 29 passaggi) ma non ha caratteristiche da regista. Castro, più avanzato, con licenza di svariare lungo tutto il fronte d’attacco, e con funzione di collante tra i due reparti avanzati, è sempre coperto ed è protagonista di appena 11 passaggi (accuratezza del 39%).
Nessun cambio di gioco nei novanta minuti e sette cross utili (5 dalla corsia destra, 2 da sinistra) contro i diciassette avversari, la dice lunga sul mancato utilizzo dell’ampiezza durante la gara. La ricerca della profondità, allo stesso modo, è risibile: solo 17 passaggi bassi utili nella metà campo avversaria. La precisione sui lanci lunghi, infine, è pessima: solamente 9 sono da considerare utili sui 41 lanci tentati.

La manovra blucerchiata parte dalle retrovie e passa per Obiang  



La manovra della Sampdoria parte nell’82% dei casi dalle retrovie, in special modo nel corso del primo tempo quando gli etnei aspettano i doriani nella propria metà del terreno di gioco, non oltrepassando la linea di centrocampo. Il baricentro di squadra è alto (quasi 60 metri) ed elevata è la supremazia territoriale, oltre undici minuti.
Nella costruzione della manovra è fondamentale l’apporto dei due laterali difensivi, Costa e De Silvestri, mentre Obiang e Palombo, a turno e vicendevolmente, dettano i tempi dei flussi di gioco. Diciassette cross utili sui 28 tentati (equamente distribuiti sulle due corsie), 30 passaggi bassi utili nella metà campo rossoazzurra e 20 passaggi lunghi utili, fotografano la buona prova dei blucerchiati in termini di ricerca della profondità e dell’ampiezza.
Nove dribbling utili e quattro accelerazioni, infine, tra i dati più significativi relativi alle iniziative personali.


IN & OUT: FRISON E GYOMBER

Lo score del portiere rossoazzurro, incolpevole sui due gol subiti

Sovrastato da Eder, Gyomber è protagonista d una gara da dimenticare  



EPISODI : DISPOSIZIONI IN CAMPO E IL VANTAGGIO BLUCERCHIATO

Il 5-3-1-1 di partenza degli etnei  



Sul cross di De Silvestri, Peruzzi non prende posizione su Eder che lo fulmina alle sue spalle