Ritorno al futuro

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Il "figliol prodigo" torna e fa impazzire il "Massimino"... 

Il commento di Max Licari parte dalle lacrime pulite e sincere del presidente Pulvirenti per spaziare sul rientro fondamentale di Lodi, sulla bella prestazione complessiva di un Catania finalmente quasi al completo, sulle prospettive di classifica e di mercato. Puntando in specie sull'equilibrio di giudizio, nella buona e nella cattiva sorte. E citando Paulo Coelho...

Le tue lacrime, le mie lacrime
65’ di Catania-Bologna. Al “Massimino” il “figliol prodigo” Ciccio Lodi mette dentro il rigore del 2-0, chiudendo definitivamente una partita dominata in lungo e in largo dagli etnei. Nei pressi della panchina, inquadrato da avide telecamere, il presidente Pulvirenti, apparso molto teso durante tutta la partita, si scioglie in un pianto liberatorio, bello, spontaneo, pulito. Una delle più belle immagini dell’intera storia del Calcio Catania, una di quelle “fotografie” che molti tifosi rossazzurri racconteranno fra qualche anno con orgoglio ai nipotini. Un pianto che conferma ciò che è sempre stato scontato: il presidente del Catania è prima di tutto un VERO TIFOSO del Catania, POI un imprenditore che non ha di certo nessuna intenzione di svalutare il proprio patrimonio retrocedendo. Nel calcio, come nella vita, si può far bene, benissimo, meno bene, male, malissimo, indovinare, sbagliare, ma solo chi FA, chi si spende in prima persona mettendoci la faccia è in condizione di ritrovarsi protagonista di tali esiti. E Pulvirenti, in tutti questi anni, HA FATTO. Proprio per questo, il gesto di riprendere Lodi è da giudicarsi assai simbolico. Come ho ampiamente ripetuto nelle scorse settimane, già in passato la società si era ritrovata in acque perigliose, anche a seguito di umani errori di valutazione, non è la prima volta: lo spareggio con il Chievo, gli ultimi minuti di Catania-Roma, Catania-Lecce, Catania-Livorno. E non con “questa” compagine societaria… Eppure, sempre ha avuto la forza di venirne fuori, financo con atti di grande coraggio e umiltà. Chi, nei momenti bui, ha cercato e cerca di affossare il Catania colpendone il “cuore” tramite illazioni non provate, “soffiate” da avanspettacolo, retroscena da feuilleton o “scoop” da baraccone gettati nella mischia solo per creare confusione e astio diffuso, è da considerare per quello che è. Nulla. E come tale va trattato. Che il Catania si salvi, vada in Champions League o retroceda. Le tue lacrime, presidente, sono anche le mie lacrime e quelle di tutti i VERI tifosi del Catania. Ti segnalo, presidente, una frase di uno dei miei autori preferiti, Paulo Coelho:

“Un bel giorno tutto avrà un senso. Quindi, per il momento, non farti deprimere dalla confusione, sorridi attraverso le lacrime e cerca di comprendere che tutto ciò che succede ha una ragione”.

Riecco il Catania
A un certo punto ho avuto l’impressione che le prime 17 partite di campionato non fossero state giocate. Mi sembrava di assistere a una gara della stagione scorsa: difesa sicura, centrocampo geometrico, incursioni delle mezzali, sovrapposizioni sulle fasce degli esterni bassi, Bergessio ovunque, Barrientos delizioso, Lodi infallibile, azioni da gol, pali, reti. Un vero e proprio "ritorno al passato". Poi, il flash-back è finito e sono tornato alla realtà del “Massimino”, la realtà di uno scontro diretto da “dentro o fuori” fra il Catania e il Bologna, la realtà dell’ultimo posto in classifica, delle polemiche e di tutto quello che è accaduto in questa non certo esaltante prima metà di campionato. E mi sono chiesto, può tutto ciò tramutarsi in un "ritorno al futuro"? Mi sono subito risposto: "Sì, a patto che questa voglia di fare 'ridiventi' il nostro marchio di fabbrica". E già, perché successivamente mi sono posto qualche altra domandina. Tipo: può questa squadra, composta per 9/11 da elementi appartenenti a “quella” appena ricordata, stare sotto Samp, Chievo, Atalanta, Bologna, Sassuolo, Livorno? Può retrocedere? Non solo, mi sono, con grande onestà intellettuale, chiesto: ma un unico giocatore può cambiare le sorti di una squadra? Ebbene, stando a Catania-Bologna, parrebbe di sì. Ciccio Lodi ha veramente cambiato le carte in tavola. Sembrava che non se ne fosse mai andato. Ha preso in mano le redini del gioco con naturalezza, ha messo la palla sulla testa di Bergessio per il vantaggio, ha preso un palo su splendida punizione, ha trasformato impeccabilmente il rigore del 2-0, ha messo Barrientos davanti al portiere in occasione del secondo palo etneo, è uscito dal campo “travolto” dalla meritata “standing ovation” di tutto il pubblico dello stadio. Io ero fra coloro che, pur riconoscendo le grandi qualità di Ciccio e la sua importanza nella recente storia del Catania, avevano pensato a inizio stagione che Tachtsidis (un centrocampista giovane che mi era sempre piaciuto fin da Verona) potesse rimpiazzarlo. Sbagliando. Il campo, i fatti, le uniche cose che contano, dimostrano il contrario. E questa partita ne è dimostrazione più che decisiva. Ciccio è un ottimo calciatore che, per il gioco di “questa” squadra, con “questi” giocatori e “questo” modulo diventa decisivo all’ennesima potenza. In ultimo, sono andato a riconsiderare la formazione che oggi ha sommerso il Bologna (un 4-0 ci sarebbe potuto stare ampiamente). E mi sono accorto che, oltre a Lodi, vi erano, appunto, gli altri 8, cosa che in questa stagione era capitata rarissimamente. E fra questi famosi 8 vi erano:

• Un Frison, titolare al posto dello “storico” Andujar, certamente poco impegnato, ma sicuro quando chiamato in causa (il fatto che abbia chiuso la gara imbattuto fa ben sperare);
• uno Spolli in condizioni almeno accettabili;
• il miglior Rolin di sempre, addirittura imbattibile nel gioco aereo (unico “neo”: un’ammonizione evitabile, ma poca cosa rispetto alla grande prestazione offerta);
• uno straripante Alvarez, in condizioni fisiche ottime (uscito fra gli applausi per un acciacco che si spera non debba fermarlo per la prossima partita);
• un Izco finalmente in piedi (e per un guerriero come lui è già tantissimo);
• un Barrientos concentrato e pronto all’invenzione come alla rifinitura personale;
• un Bergessio d’annata, sempre pronto a svariare su tutto il fronte d’attacco e autore di una rete importantissima (e di un’altra sfiorata nel finale);
• un Castro non sfavillante, ma comunque diligente sulla corsia sinistra d’attacco.

In più, un nazionale ceco, Plasil, finalmente sgravato da compiti di regia e lasciato libero di fare quello che sa fare, l’interno “incursore”. E un ragazzo argentino, Peruzzi, già nazionale “albiceleste” che, con un pizzico di “gamba” in più rispetto alle prime gare susseguenti al ritorno dopo l’infortunio patito, ha dimostrato di avere qualità importantissime (bravissimo in spinta sulla destra, suo il cross che procura il rigore), fra i migliori in campo peraltro. Allora, ho fatto una SINTESI della situazione e mi sono detto: sì, il RECUPERO della maggior parte dei giocatori più importanti (ma mancano all’appello ancora Bellusci e Almiron, non propriamente “Pizza e fichi”), UNITO al fondamentale rientro in scuderia del "motore" Lodi, ha prodotto quello che, udite udite, non è per niente un “miracolo”, ma assoluta NORMALITA’, cioè una buona prestazione casalinga, condita da buon gioco e risultato favorevole, contro un team sulla carta e sul campo di qualità inferiore. Per tali ragioni mi fanno ridere coloro che fanno considerazioni del tipo “ma al Bologna mancava Diamanti”… E allora? Il Catania ha giocato mezzo campionato senza 6-7-8 titolari! Gli assenti degli altri sono “migliori” dei nostri (cioè di giocatori che l’anno scorso hanno raggiunto insieme l’ottavo posto)? Non mi sembra che i felsinei del pur bravo centrocampista offensivo azzurro abbiano disputato un torneo 2012-13 “monstre”... La realtà è che Pulvirenti e De Canio su questo avevano ragione: con tutti i titolari in discreta condizione, questa squadra non è sulla carta da parte bassa della classifica. Di contro, la realtà delle cose, sulla base di tutte le analisi che abbiamo prodotto nel corso di queste prime 18 gare, dice che in fondo alla classifica ci siamo ancora e bisognerà rimboccarsi le maniche per evitare la retrocessione. Facciamo, quindi, i seri e cerchiamo, piuttosto, di analizzare con equilibro la situazione in divenire, cioè in prospettiva…

Equilibrio
Il pericolo maggiore sarebbe quello di esaltarsi e pensare che il peggio sia passato e che, di conseguenza, si possa abbassare la guardia perché la salvezza è a portata di mano. Niente di tutto ciò. Anzi. Nulla ancora è stato fatto. È stata vinta una partita importantissima che, da sola, non porterà a nessun risultato concreto. Il Catania è ancora ultimo a quota 13, in coabitazione con il Livorno, a 1 punto dal Sassuolo e a 2 dallo stesso Bologna, al momento quart’ultimo. Ma vi sono anche Chievo a 16 e Samp e Atalanta a 18. È vero, i risultati, per la prima volta, si sono rivelati tutti positivi, e ciò potrebbe essere anche interpretato come un segnale di una mutata “tendenza”, pure sotto il profilo della fortuna, ma sarebbe troppo semplicistico abbandonarsi a letture “scaramantiche”. Bisognerà lottare duro con tutte queste concorrenti, le quali di sicuro faranno di tutto per rafforzarsi nel mercato corrente, dato che nessuno ci tiene a retrocedere. L’unico vantaggio, a mio parere, è che il Catania parte da una base di organico obiettivamente superiore, ma il tempo e i punti persi fin qui riequilibrano il tutto. Pertanto, la società rossazzurra, dopo l’essenziale “reintegro” di Lodi, sicuramente procederà a perfezionare gli altri due o tre acquisti che paiono necessari a completare l’opera: un centravanti “di scorta”, considerato che Maxi andrà via e Leto non è una prima punta (confermato dallo stesso De Canio in conferenza stampa post-gara), un altro centrocampista di sostanza (a bilanciare la probabile partenza di uno fra il greco, Freire o lo stesso Guarente) e, magari, un esterno d’attacco “alla Gomez” che possa mettersi in concorrenza con Castro.

Tabù trasferta
Se, effettivamente, questa gara con il Bologna, nobilitata da una cornice di pubblico più consona all’importanza dell’evento (anche grazie alle iniziative di “incentivo” proposte dalla società di Via Magenta), potrà essere considerata come una sorta di “alba rossazzurra”, quella svolta che un po’ tutti attendevamo da tempo, lo dirà la prossima gara di Bergamo, ultimo turno del girone d’andata. Il Catania ha perso finora 9 trasferte su 9 e andrà a giocare uno scontro diretto nella tana di una formazione agguerrita e tradizionalmente molto forte fra le mura casalinghe. I nerazzurri dell’ex Colantuono, quindi, costituiscono il cimento ideale per testare al meglio le rinnovate ambizioni di salvezza dell’undici di De Canio. Servirà una prestazione propositiva come quella appena conclusasi. E un risultato positivo, perché senza continuità di rendimento non si va da nessuna parte. Io ho fiducia, crediamoci tutti, ma senza esaltazioni o depressioni. Insieme possiamo farcela! Let’s go, Liotru, let’s go!!!