Reggio Emilia, 'redde rationem'

Gonzalo, quarta rete stagionale: non basta...

Gonzalo, quarta rete stagionale: non basta... 

Il commento di Max Licari pone in evidenza come sfortuna e noti limiti offensivi abbiano impedito una vitale vittoria agli etnei, ancora incredibilmente in corsa per la salvezza sotto il profilo matematico dopo i risultati di domenica pomeriggio. Una sottolineatura in positivo per Fedato e Leto, in negativo per Izco e Keko. Con il Sassuolo, ultimissima chiamata...

Non solo sfortuna…
Catania: sette occasioni da gol, due traverse clamorose, un rigore non concesso, un gol. Cagliari: un’occasione, un gol. Che fosse una stagione maledetta lo avevano capito anche i sassi, la gara del “Massimino” tra etnei e sardi non fa eccezione. Tuttavia, la realtà è che i rossazzurri non vincono il “match dei match”, muovono solo parzialmente la classifica, rimanendo al penultimo posto, adesso a 3 dalla quart’ultima posizione occupata dal Bologna, con 11 gare da disputare. Inutile starci su a rimuginare, a lambiccare ragionamenti statistici complessi. L’unico dato, amaramente eppure incredibilmente “reale” e positivo, è che la matematica non condanna la squadra di Maran, ma la mancata vittoria sul Cagliari pone il cammino in estrema salita. Al momento, i risultati delle concorrenti non condannano definitivamente il Catania. Solo il Chievo vince (con due rigori). Bologna e Sassuolo pareggiano, il Livorno si suicida a Genova con la Samp di Mihajlovic, perdendo dopo aver chiuso in doppio vantaggio i primi 45’. Ma non si può sempre sperare nelle disgrazie altrui. Se tu non vinci, prima o poi paghi. Onestamente, contro il Cagliari i rossazzurri sono stati parecchio sfortunati, però l’approccio iniziale non è apparso consono all’importanza della gara. È chiaramente comprensibile che una squadra al penultimo posto abbia la pressione addosso e la palla scotti più del dovuto, ma il primo tempo è sembrato troppo contratto, troppo molle, mentre si sarebbe dovuto vedere un coraggio diverso, il sangue agli occhi fin dal primo secondo. Invece, un Cagliari prettamente difensivo ma comunque pronto a ripartire, ha potuto più o meno controllare serenamente gli attacchi del Catania, rischiando poco, seppur mai impensierendo seriamente Andujar. Quarantacinque minuti sostanzialmente “skippati”, giocati sotto ritmo. Eppure, se andiamo a vedere, ci accorgiamo che nel primo tempo il Catania confeziona tre palle gol, due con Lodi, l’altra con Barrientos nel finale. Un errore clamoroso sotto porta, un miracolo di Avramov su punizione dal limite e un tiro non eccezionale neutralizzato dallo stesso estremo ospite. Intendiamoci, nessun alibi, perché trattasi della solita incapacità di mettere la palla dentro, il limite più evidente, quello che sta scavando la fossa al Catania in questa stagione. Nella ripresa, si è visto subito che i ragazzi erano scesi in campo con un piglio diverso, più arrembante, ma alla prima occasione, “zac”, il golletto rimpalleggiante del Cagliari con Vecino e il baratro che si apre… Niente da fare, quando capita sistematicamente, è lampante che non può trattarsi solo di sfortuna, ma di limite strutturale, psicologico e tecnico-tattico. Tuttavia, ancora una volta, come contro il Livorno, la squadra ha dimostrato di saper reagire, pareggiando con Bergessio, alla quarta rete stagionale, comunque senza poi saper confezionare il gollettino che ti avrebbe clamorosamente rilanciato in classifica. E non averlo fatto giocando 21 minuti in superiorità numerica per l’espulsione di Avelar non depone a favore del Catania, seppure, sottolineiamolo, tre occasioni nitide, due pali e un rigore su Barrientos, come accennato sopra, non concesso da Rizzoli sono tutti lì a dimostrare come la Dea Bendata quest’anno guardi da tutt’altra parte. Ancora una volta, un centimetro più in qua sullo splendido tiro in diagonale di Biraghi e si sarebbe visto il finale di campionato in modo diverso. Ma con i “se” e con i “ma”, notoriamente, non si va da nessuna parte. I cinque secondi di irreale silenzio al triplice fischio di Rizzoli, testimoniano lo stato della squadra e della tifoseria dopo l’occasione mancata. Ah, a proposito, i soliti 12.000, lo “zoccolo duro”. Gli altri, al pub… Li ritroveremo per Catania-Juventus.

Tra delusioni e inaspettati “segnali di vita”
Il 4-3-3 messo in campo da Maran era l’unica strada possibile. Il recupero di un Barrientos chiaramente ancora indietro di condizione e la riconferma di un buon Biraghi sulla sinistra sono scelte ovvie, così come Rolin per lo squalificato Bellusci. Tuttavia, la risposta di alcuni elementi non è parsa sufficientemente qualitativa. Male ancora la difesa centrale sul gol di Vecino, sotto tono Izco, bloccato, almeno per quanto riguarda la prima frazione, Lodi da una marcat8ura asfissiante di Ekdal, ancora deludente sotto il profilo della personalità Keko (a mio parere, bisognerebbe puntare su altro…), commovente Bergessio ma palesemente limitato dal punto di vista fisico. Ancora una volta, a tirare la carretta ci hanno pensato i più vivi atleticamente: Peruzzi, Biraghi, Rinaudo. Hanno corso per tutta la partita, risultando i migliori della propria squadra. Non è bastato per vincere, ma un dato emerge: al di là della superiorità numerica vantaggiosa, la seconda parte della ripresa, con in campo Fedato e Leto, ha prodotto un volume di gioco offensivo nettamente superiore. In particolare, buona impressione ha destato l’ex barese, che con la sua vivacità ha creato spazi in avanti. Anche il discusso argentino ha comunque dato più peso al reparto avanzato, dimostrando di voler lottare. Chissà non siano segnali per il futuro…

Reggio Emilia, ultimissima chiamata
Il Sassuolo ha conseguito un pareggio sostanzialmente inutile a Bologna, ma è matematicamente ancora in corsa per la salvezza (18). Attendersi regali sarebbe deleterio. Il Catania ha racimolato due punti in trasferta in tutto il campionato ed è reduce da due sconfitte consecutive in esterna, 0 gol nelle ultime 5. Numeri impietosi. Però, se si vorrà ancora sperare, prima del “quasi” impossibile dittico interno con Juve e Napoli, bisognerà fare 3 punti a Reggio Emilia. Saranno capaci i ragazzi di compiere tale impresa, perché di impresa si tratterebbe? Scaramanticamente, non mi avventuro in pronostici. Che Maran prenda atto della gara del “Massimino” e metta in campo una squadra coraggiosa e composta dagli uomini più freschi e in forma. Alla fine dei prossimi 90’ sapremo se si potrà ancora sperare o no. Ultimissima chiamata, ed è già stupendamente miracoloso che ciò possa avvenire. Per adesso, non molliamo… Let’s go, Liotru, let’s go!!!