Papà, hanno dato i seicentomila?

Di padre in figlio, di nonno a nipote...

Di padre in figlio, di nonno a nipote... 

La domanda è posta dal quattordicenne Matteo, rossazzurro nel destino, folgorato sulla via…del Massimino

La notte non è quella di Natale, anche se in molti (me compreso) sperano ancora in un dono di quell’omone buono vestito di rosso, seduto su di una slitta trainata dalle renne. Questa è la notte che conclude un anno dannato, un anno che ai piedi dell’Etna verrà ricordato per aver segnato la fine del Calcio Catania 1946, matricola federale 11700. La lunga corsa del Liotru, avviata il 24 settembre di settantacinque anni prima, si è arrestata nel pomeriggio dello scorso 22 dicembre. Una pugnalata in pieno petto, dal dolore lancinante.

Pur ferito a morte, il Liotru, qualche ora più tardi, è sceso sul terreno di gioco, nel suo tempio: lo stadio “Angelo Massimino” del quartiere Cibali. È morto in campo il Calcio Catania 1946, lottando con dignità. A dispetto di una proprietà, la Sigi, che non è stata in grado di onorare la storia della società, di tutelarne la vita stessa del club, così come la professionalità di un Uomo Allenatore, Francesco Baldini, e di un Gruppo che ha affrontato mille avversità con un’encomiabile professionalità.

È morto in campo il Calcio Catania 1946, lasciando nei cuori dei suoi innamorati un ricordo indelebile intriso di emozioni che mettono ancora i brividi. È morto in campo il Calcio Catania 1946, anche se quella squadra esiste ancora: oggi, fra dubbi, incertezze e positività al Covid-19, non ha marcato visita, presenziando l’ultimo allenamento dell’anno solare, così come fanno i professionisti veri che mantengono fede al proprio dovere.

È morto in campo il Calcio Catania 1946, anche se molti di noi sperano di vedere in campo il figlio, ovvero quel giovane pachiderma che, usufruendo del titolo sportivo del club (ancora in vita!), potrebbe proseguire la storia del pallone rossazzurro seguendo le orme del padre.

La speranza, rifiorisce attraverso la preoccupazione dei giovani catanesi che si sono avvicinati al Liotru.

“Papà, hanno dato i seicentomila?”
“Non ancora…”

La domanda, quella che logora da giorni noi tutti, è posta dal quattordicenne Matteo, rossazzurro nel destino, folgorato sulla via…del Massimino dalle gesta di Luca Moro.

Quanto vorrei dirti “sì, Matteo caro! Quei tizi hanno fatto TUTTI il proprio dovere”. Vorrei, ma non lo dico, perché non sarebbe corretto: quel tutti non esiste ancora. Che dire allora ad un giovane innamorato? La sincerità mi impedisce di mentire: “Caro Matteo, se ci fosse stato il tuo bisnonno parleremmo d’altro…”

Buon 2022, Matteo. Che il tuo sogno rossazzurro possa continuare ancora…