Odissea nello Spezia

Marcolin discutibili le sue scelte...

Marcolin discutibili le sue scelte... 

Max Licari sul pareggio in extremis ottenuto dai rossazzurri sullo Spezia. Necessaria consapevolezza su gravità situazione...

Soliti errori
Comincio il mio consueto commento relativo alla gara di campionato del Catania, riportando il messaggio postato su Facebook dall’amico Saro Calvagna, grande tifoso rossazzurro: “Ok, se avessi voluto godere delle gioie da tifoso senza patemi, avrei tifato Real Madrid. Ma accussì non è mancu giustu!”. Questa battuta “non battuta” fotografa benissimo il momento nero che da quasi due stagioni vive il Catania targato Pulvirenti-Cosentino. Errori macroscopici difesi oltre un limite ragionevole, illusioni fatue, sorte avversa, come ampiamente ratificato dalla sistematica applicazione all’universo rossazzurro della famosa “legge di Murphy”. Anche Catania-Spezia non si sottrae a questo tetro copione, certificando in maniera definitiva lo “status” degli uomini di Marcolin: compagine destinata a lottare fino all’ultima giornata per la permanenza in B, con chiare problematiche di gioco, di “manico” e, soprattutto, di tenuta atletica; quest’ultima la pecca più rilevante e, potenzialmente, più pericolosa. Senza correre, o correndo per 45’, non si va da nessuna parte in serie cadetta, contro qualsiasi avversario. Tanto più contro una buona squadra di categoria come lo Spezia; nulla di eccezionale, intendiamoci, possibilità di centrare la promozione a mio parere zero, ma eccellente tenuta fisica e discrete individualità nel reparto avanzato. Il fatto che un team per 8/11 nuovo, nel giro di qualche partita, somigli alla sua precedente (scadentissima) versione, con tendenza all’infortunio facile annessa, attesta il fallimento totale del lavoro di Ventrone e l’ancor più grave errore commesso dalla società, restia a “rimuovere” per tempo il “marine”, malgrado le “urla” di tifosi, ex allenatori e stampa locale nella sua totalità. A gennaio, se rifai la squadra nuova e prendi un d.s. come Delli Carri, devi anche cambiare il discusso preparatore atletico, non rischiare il baratro… Non puoi permettertelo! In questa direzione, ciò che deve far maggiormente riflettere è il ripetersi ossessivo del medesimo copione, in specie nelle ultime gare interne: buona prima ora di gioco, magari anche condotta in vantaggio; ultimi 30/40 minuti con il fiato corto e crollo nel finale. Meno male che questa volta ci ha pensato capitan Calaiò, al quindicesimo centro stagionale, a consentire ai suoi di portare a casa un punticino che, almeno, muove la deficitaria classifica. Così come a Bari si erano persi due punti al 90’, contro i liguri se ne guadagna uno in extremis, quando si pensava all’irreparabile. Ma trattasi di “brodino”, parliamoci chiaro. Serviva una vittoria per venir su e vittoria non è stata, sebbene, a differenza della partita persa in casa con il Frosinone, ci sia da recriminare sulle clamorose occasioni del raddoppio fallite da Escalante e Chrapek (almeno, il colpo di testa da due passi di Maniero aveva trovato una buona risposta del portiere ospite Chichizola…), non a caso due fra coloro che meno convincono il pubblico del “Massimino”. Però, gli errori si pagano; se non si è vinto è colpa esclusiva di allenatore e giocatori, non della sfortuna o dell’arbitro di turno. Quando tu, in un campionato professionistico, sbagli le conclusioni a colpo sicuro avute a disposizione dall’argentino e dal polacco, meriti di trovarti al penultimo posto in classifica. Classifica orrenda che non condanna ancor più gli etnei perché le dirette concorrenti si sono fermate, ma non si potrà sperare che ciò accada sempre. È vero che il quint’ultimo posto dista tre lunghezze, ma bisogna ricordare che l’Entella (33) e il Cittadella (34) devono giocare lunedì sera in posticipo. Proprio per questo, diventa fondamentale il recupero di martedì pomeriggio a Modena, in quello che si profila uno scontro diretto per la salvezza; malgrado, aggiungerei fortunatamente, gli emiliani di Pavan, con due vittorie consecutive, si siano momentaneamente tirati un po’ fuori dalla zona calda, attestandosi a quota 36.

Marcolin sulla graticola
Provo grande simpatia per Dario Marcolin e ritengo sia un ottimo conoscitore di calcio. Tuttavia, le ultime uscite del Catania e le relative scelte tecnico-tattiche fanno molto discutere tifosi e stampa, generando polemiche e critiche. Francamente, non ho compreso l’impostazione generale e la lettura in corsa fornite dal tecnico alla partita, considerato che si giocava con una squadra che si disponeva con il 3-5-2. Il 3-4-1-2, con un difensore in più (Capuano) e un centrocampista di qualità in meno (Sciaudone), in una partita che devi assolutamente vincere, appare poco coraggioso. Sia chiaro, capisco la motivazione: l’allenatore sa benissimo che questa squadra atleticamente regge un tempo e ritiene, come accaduto a Bari, che con questo schieramento si riesca a “coprire” meglio il campo. Ma, se devi vincere e giochi in casa, per giunta con una squadra schierata come quella ligure, sai benissimo che potresti trovarti davanti a un quadro tattico assai “bloccato”, come puntualmente verificatosi nella prima frazione, conclusasi 0-0 con una sola mezza occasione per Mazzotta. Inoltre, avendo già Del Prete in non grandi condizioni e il resto della squadra ancora “convalescente” in attesa che la “cura Neri” dia i frutti sperati, non sarebbe stato forse meglio inserire un ragazzo più di “gamba” come Odjer, autore di una buona gara a Bari, piuttosto che il più compassato Escalante, elemento che ha dimostrato di essere nella stessa identica condizione atletica dei compagni? Magari un 4-3-3 (Del Prete e Mazzotta esterni, Ceccarelli e Schiavi centrali in difesa; Sciaudone, Odjer e Rinaudo in mezzo; Rosina, Calaiò e Maniero in avanti) avrebbe messo maggiormente in difficoltà gli avversari, non eccezionali nel reparto arretrato, come testimoniato dalle occasioni avute dal Catania nella ripresa. In ogni caso, dopo aver colto un clamoroso palo con Mazzotta e una volta passato in vantaggio a inizio della stessa grazie alla bravura dei singoli (triangolazione Calaiò-Mazzotta-Maniero, nettamente i migliori della propria squadra), devi mostrare più personalità, cambiando qualche pedina e magari anche l’assetto, perché sai che il calo avverrà. Ci saremmo aspettati subito Odjer per lo spento Escalante e, di sicuro, NON Sciaudone ancora nel ruolo inedito di esterno destro a 5 al posto dello stanco Del Prete, per di più “faccia a faccia” con il giocatore più in palla dello Spezia, l’esterno mancino Migliore, non per nulla autore della rete del vantaggio ospite! Fra l'altro Bjelica a un certo punto della ripresa muta assetto con un doppio cambio, passa al 4-3-3 con Giannetti e consente ai suoi un vantaggio tattico che le contromosse di Marcolin accentuano. Ritengo che, una volta accertato che si sta cedendo campo per un evidente deficit atletico, non sia salutare attendere di prendere il gol, ma sia consigliabile cercare di cambiare qualcosa… Schiavi può fare l’esterno destro a 4, hai Capuano e Ceccarelli centrali, tenta di proporre ulteriori problematiche tattiche all’avversario… Certo, il tecnico etneo potrebbe obiettare che il gol del pareggio giunge su corner e a seguito di un chiaro errore in uscita di Gillet e che, precedentemente, i suoi ragazzi avevano fallito due occasioni per raddoppiare. Tuttavia, l’andazzo complessivo della partita era chiaro, con gli ospiti a pressare nella metà campo rossazzurra e nettamente più freschi e brillanti, esattamente come una settimana prima al cospetto dei ciociari di Stellone. Non parliamo, quindi, di “sfortuna”. Quella c’è, ma il Catania se la cerca con il lanternino. E, ripeto, meno male che questa squadra ha nei singoli la forza di inventarsi giocate estemporanee come il gol del pareggio dell’Arciere, altrimenti sarebbe notte fonda. Insomma, scelte che purtroppo non convincono; scelte che pongono Marcolin in una difficile posizione: se a Modena non si farà risultato, potrà accadere di tutto…

Consapevolezza
Il mio personale auspicio è che il Catania proponga una grande prestazione a Modena e l’allenatore riprenda in mano la situazione, ovviamente. Ma, al momento, bisogna rimanere realisti e farsi meno illusioni possibile. Questa è una squadra che dimostra evidenti problemi di assetto e ancor più lampanti lacune di carattere atletico che in due giorni non possono essere colmate. A Bari, anche solo di carattere, la reazione c’è stata, speriamo possa materializzarsi anche in terra emiliana, contro una compagine in piena salute, come accennato sopra reduce da due vittorie consecutive coincise con l’avvento del nuovo tecnico. Mancherà lo squalificato Calaiò e necessariamente Marcolin dovrà fare turn-over. Che le sue scelte possano essere “illuminate”, coraggiose e finalmente vincenti. La classifica lo impone. Carusanza, parliamoci chiaro, si rischia il baratro ed è necessario un surplus di grinta e di determinazione per evitarlo. Da parte di ciascuno di noi, non solo di società giocatori e staff tecnico. Se tutti, TUTTI prenderemo consapevolezza che si rischia seriamente la retrocessione e che bisogna lottare con il coltello fra i denti, forse, e dico “forse”, riusciremo a mantenere la categoria. Non molliamo! NON MOLLIAMO! Let’s go, Liotru, let’s go!!!