Meritatamente ultimi

Legrottaglie, post-partita con polemica...

Legrottaglie, post-partita con polemica... 

Il commento di Max Licari mette in risalto la sconcertante prestazione esibita nella ripresa dai rossazzurri a Reggio Emilia

Non solo sfortuna…
Sconcertante. L’unico attributo che possa essere accostato al Catania visto a Reggio Emilio è “sconcertante”. Come possa una squadra dominare il gioco e chiudere meritatamente in vantaggio il primo tempo contro il modesto Sassuolo e poi letteralmente non scendere sul terreno gioco nella ripresa e farsi sommergere da tre reti (ma avrebbero potuto essere molte di più), lo sanno solo Maran e i suoi giocatori, capaci di una “impresa” del genere. Come impresa titanica potrebbe essere considerata nei secoli dei secoli il retrocedere in un campionato del genere, il tecnicamente meno attrezzato degli ultimi 10 anni, con antagoniste del livello di Sassuolo, Bologna, Livorno o Chievo. Purtroppo non si è trattato dell’unica “perla” stagionale. Era capitato a Cagliari o a Bergamo, per esempio. Ma una squadra che perde 13 partite su 15 in trasferta, non vincendone nessuna, merita l’ultimo posto in classifica e una percentuale molto alta di retrocessione in Serie B. E’ vero , matematicamente ancora la lotta per la salvezza è aperta, avendo i rossazzurri 4 punti (in realtà 5 per il gioco degli scontri diretti) di distacco dal quart’ultimo posto, ma quella del “Mapei Stadium” era una gara decisiva, da ultima chiamata, e averla persa, anche male, pesa come un macigno sul futuro del campionato. Il risultato era importantissimo, ma anche la prestazione complessiva. Sotto entrambi i profili si è fallito l’obiettivo. E, adesso, non si può che rivolgere legittime e giustificate critiche, anche aspre, alla squadra, incapace di reggere psicologicamente la pressione e, susseguentemente, reagire alla prima avversità. I numeri rimangono impietosi, come l’ultimo posto in classifica, alla luce della sconfitta con il Sassuolo e della vittoria del Livorno sul Bologna. Questa volta, il Catania non può accampare alibi di qualsivoglia natura. Ha giocato nelle migliori condizioni ambientali (correttissimo il pubblico emiliano, etnei supportati da circa 200 tifosi che si sono fatti sentire in maniera commovente) e mentali, essendo meritatamente passato in vantaggio al 30’ con Bergessio, al culmine di una mezzora ben giocata, con personalità e senza lasciare spazi all’avversario. Inammissibile quanto accaduto nella ripresa, fin dal primo minuto. Baricentro basso, pavidità, disattenzione difensiva e poca propensione alle ripartenze. Facile per un Sassuolo imbottito di punte, 4 più un centrocampista offensivo come Missiroli, scaraventarsi in avanti, nonché macinare gioco e occasioni. Dispiace doverlo ammettere, ma una “squadra” con annessi e connessi, in una situazione così favorevole, in vantaggio, con l’avversario disperato in campo con il modulo “o la va o la spacca”, avrebbe controllato la sfuriata iniziale e colpito inesorabilmente in contropiede, sfruttando le autostrade lasciate da tale tattica quasi suicida. Si è verificato l’esatto contrario, quindi il Catania merita sconfitta, ultimo posto e contumelie da parte degli affranti tifosi.

Fragilità mentale
Maran, alla luce delle assenze di Spolli, Rolin, Almiron e Castro, punta sul 4-3-3 “più sicuro” contro lo spregiudicato 4-3-3 (tre punte vere più Missiroli) di Di Francesco. E sembra prenderci... Keko, nella prima frazione, è una spina nel fianco della molle difesa di casa, tanto che costringe il tecnico ospite a cambiare il frastornato Mendes con l’ex Gazzola. Bergessio pare quello delle belle occasioni, mentre in mezzo Lodi, Rinaudo e Izco tranquillamente controllano la foga (e niente più) di Missiroli, Magnanell ie Brighi. Naturale il vantaggio, ma il Catania si procura diverse occasioni di far male all’avversario e raddoppiare. A parte un paio di situazioni iniziali, neroverdi non pervenuti. Tuttavia, Maran decide dopo una mezzoretta di sostituire l’ammonito e nervoso Peruzzi con il fisicamente appesantito Alvarez. Una mossa dai risultati assai discutibili… Nella ripresa il terzino argentino si fa travolgere da Floro Flores e compagni, causando il gol del pareggio del Sassuolo del neo entrato Zaza. Ci si chiede come la semplice mossa di mettere l’attaccante ex ascolano togliendo un centrocampista possa aver scompaginato tutti i piani tattici di Maran. Comunque, un secondo tempo da incubo. Male tutti, da Izco a Lodi in mezzo a Bellusci e Legrottaglie in difesa; anche Keko, scomparso dal campo come tutti i compagni. Tardive anche le sostituzioni dei due esterni Barrientos (impalpabile) e lo stesso spagnolo, con Fedato e Leto, peraltro incapaci poi di incidere. Reazione all’uno-due del Sassuolo in 6 minuti inesistente, tanto che il terzo gol di Sansone è apparso scontato a tutti gli osservatori. Male anche l’allenatore rossazzurro, perché l’atteggiamento tattico della squadra visto nella ripresa è inammissibile. In questa gara, a mio parere, gli unici a raggiungere complessivamente la sufficienza sono Keko, Bergessio e Andujar, il migliore, autore di ottime parate. E ciò dice tutto… Purtroppo, la fragilità psicologica che emerge chiara da questo match appare il peggior nemico del Catania. Più della compromessa classifica. Seppure, questi cali, a mio avviso, hanno fin dall’inizio del torneo avuto una matrice atletica indubitabile. Con relative considerazioni di merito, ampiamente espresse in passato. Lo hanno confermato anche Legrottaglie e Izco nel post-partita, sottolineando comunque come la squadra ci creda ancora. Ma con prestazioni del genere emerge prepotentemente la discrasia fra parole e fatti. E il ritiro a tempo indeterminato cui probabilmente è destinata la truppa etnea non è detto possa essere la panacea di tutti i mali. Sebbene, l’augurio è che possa realmente esserlo…

Credere in un’impresa?
Crederci? Matematicamente legittimo, realisticamente molto difficile dopo esibizioni similari, anche alla luce del peggioramento ulteriore della classifica. Nel calcio, che non è una scienza esatta, tutto è possibile, ma al momento pensare che i rossazzurri abbiano dentro la “birra” per fare punti con Juve e Napoli si attesta come autentico atto di fede. Eppure, la fede è l’elemento costitutivo dell’essere tifoso e non bisogna assolutamente abbandonarla. Quindi, in uno stadio “Massimino” completamente esaurito (grazie ai tanti tifosi juventini catanesi), sarà obbligo tentarci e crederci, anche contro la stessa logica. I miracoli possono accadere. Coerentemente con quanto detto fin da inizio campionato, io personalmente non mollerò fin quando la matematica non darà una minima possibilità al Catania. E ciò non significa non aver detto e dire tutto quello che deve essere detto nell’ambito di una stagione in cui scelte tecnico-strutturali errate, preparazione atletica insufficiente, infortuni e un pizzico di sfortuna hanno contribuito a creare questa situazione. I numeri sono lì, quelli contano e quelli parlano. Si è fatto male, con responsabilità annesse e connesse. Ma per adesso: let’s go, Liotru, let’s go!!!