Melior de cinere surgo!

Il Popolo Rossazzurro, la vera Risorsa!

Il Popolo Rossazzurro, la vera Risorsa! 

Il bilancio del 2015: annus horribilis che non stronca l'animo guerriero dell'Elefante...

Addio 2015
Cchiù scuru di mezzanotti 'un pò fari. Quante volte, nella lunga storia del Calcio Catania, è capitato di sentire questa frase proverbiale. Tante, da perder quasi il conto: dalle retrocessioni all’ingiustizia del 31 luglio 1993, dalle ‘rivoltose’ invasioni di campo alla tragedia del 2 febbraio 2007. A queste pagine amare, proprio nell’anno che si appresta alla conclusione, se n’è aggiunta un’altra, quella dell’onta del disonore. È innegabile che quel che è accaduto il 23 giugno 2015 sia stato un vero e proprio tsunami dalle conseguenze catastrofiche. Lo scandalo de "I treni del Gol” ha infangato irreparabilmente il buon nome dell’Elefante. Una macchia indelebile che, così come questo 2015, sarà impossibile cancellare.

È stato un anno a dir poco devastante, il secondo annus horribilis consecutivo. Nei primi sei mesi si è passati dall’illusione di un possibile inserimento nella lotta promozione per la A, passando per un girone di ritorno a singhiozzo, con picchi improvvisi (le cinque vittorie di fila finite sotto inchiesta), alla poco gratificante salvezza cadetta conseguita in quel di Carpi il 16 maggio. A render ancor più amaro quel traguardo raggiunto – assai lontano dai proclami societari d’inizio stagione – la ‘beffa’ di veder i carpigiani sollevare al cielo la Coppa Ali della Vittoria, il trofeo assegnato a chi vince il campionato cadetto. Carpi, meritatamente in Serie A, Catania salvo all’ultima giornata: pronostici estivi invertiti a sorpresa.

Cchiù scuru di mezzanotti 'un pò fari, così si pensò. E invece, si può. Il 23 giugno scoppia una bomba i cui effetti devastanti infiammano un’estate torrida rendendo il futuro torbido ed oscuro. L’Elefante alle estati caldissime – non solo in senso meteorologico – c’è abituato: 1993 e 2003 hanno lasciato ustioni permanenti. Eccone un’altra. Ecco nuovamente Catania e il Catania alla gogna. Lì, sul banco degli imputati, pronto ad esser giudicato e (l’unico) ad esser punito. Catania è l’acquirente, ma il/i venditore/i resta/no sconosciuto/i. Rossazzurri retrocessi in Lega Pro con un fardello di 9 punti di penalità, successivamente innalzato a 11 per inadempienze CO.VI.SO.C., ma con in salvo il vanto del 46 (l'anno di fondazione) e l’amata matricola 11700. Sprazzi di luce rendono meno buia la notte catanese.

In quel di Matera, il 20 settembre (a soli 4 giorni dal sessantanovesimo compleanno del Club etneo), i catanesi riscoprono l’inferno della terza serie. La partenza è slanciata: tre vittorie di fila e penalizzazione azzerata. Lo stop di Caserta, il 19 di ottobre, sancisce l’inizio di una fase interlocutoria: tre vittorie (contro Martina, Lupa C.R. e Paganese) in nove partite e propositi di pronto inserimento nella lotta per i play-off promozione smorzati sul nascere. Smorzati e non stroncanti. Ad Andria, tra nove giorni, riprenderà la marcia verso quell’arduo obiettivo che, al momento, non è stato ancora stroncato dall’insindacabile sentenza della matematica. Al di là dell'obiettivo stagionale, che sia salvezza o promozione, ciò che conta realmente è che l’Elefante sia vivo e che questo dannato 2015 appartenga ormai al passato. "Melior de cinere surgo!". A Catania, è risaputo...