Melfi-Catania, precedenti: l'ultima volta dell'Elia

Elia Bastianoni, a Melfi la sua ultima partita in rossazzurro

Elia Bastianoni, a Melfi la sua ultima partita in rossazzurro 

Il racconto dell'unico precedente in Lucania che ha segnato la fine dell'esperienza etnea di Bastianoni. All'interno le immagini

UNA GIORNATACCIA, NON L'UNICA
Dodici dicembre 2015, la storia dell’Elefante si arricchisce di un nuovo capitolo: Melfi. Per la prima volta, in settant’anni di storia, il Catania si reca nella cittadina lucana sita alle falde del Monte Vulture, un vulcano ormai inattivo risalente all’era protostorica. Lo stadio dei gialloverdi, l’Arturo Valerio, conta poco più di quattromila posti e per la conformazione – appena due settori (Tribuna Centrale e Curva Sud) – riporta alla memoria dei tifosi rossazzurri gli anni (mai dimenticati) vissuti tra Eccellenza, C.N.D. e C2. Il campo di gioco melfitano, a differenza dei gibbosi e polverosi terreni andati, non è sterrato: anche se non dei migliori, il manto erboso è presente.

Il Catania di Pancaro, reduce dai tre schiaffoni ricevuti in casa dal Benevento di Auteri, vive una situazione tutt’altro che esaltante: a tre giornate dal giro di boa, gli etnei, dopo l’exploit iniziale, sono ancora in zona retrocessione. Serve vincere, a tutti i costi. Dall’altra parte della barricata il Melfi non se la passa meglio. I gialloverdi, da poco affidati alle cure di Ugolotti, hanno appena due punti in meno rispetto ai rossazzurri. È uno spareggio salvezza a tutti gli effetti, non ci sono dubbi.

L’Elefante, di bianco vestito, parte subito forte e dopo diciotto giri di lancette è già avanti con il mediano Agazzi, lesto ad incunearsi nel cuore della difesa melfitana ed a fulminare il portiere Santurro. Rossazzurri in vantaggio e partita apparentemente in discesa. Apparentemente. Nel giro di cinque minuti, tra il 22’ e il 27’, il Monte Vulture ricorda di esser stato un tempo vulcano e decide scuotere gli undici di casa vestiti interamente di nero. L’esterno Lorenzo Longo, classe 1994, ci prova da una trentina di metri con tiraccio mancino simile più a un alleggerimento che a un tiro in porta degno di questo nome. A difendere la porta degli etnei c’è Elia Bastianoni che fino a questo momento ha convinto (forse) solo mister Pancaro. L’estremo difensore di Santa Margherita Ligure, in completa divisa gialla, abbozza goffamente la presa facendosi scavalcare incredibilmente dalla sfera. Mani di ricotta, la frittata è fatta! Raggiunto inaspettatamente il pari, i generosi calciatori melfitano fiutano il colpaccio. Qualche minuto più tardi Russo atterra platealmente in area il lucano Finazzi provocando un netto calcio di rigore: dal dischetto il panamense Eric Herrera fredda l’ancora stordito Elia; Vulture 2, Etna 1.

Sotto di una rete, l’Elefante si ricorda di avere una mamma che di eruzioni laviche se ne intende eccome. Così, tra il 31’ e il 73’, un ispiratissimo Andrea Russotto ribalta le sorti dell’incontro con due reti di pregevole fattura; Vulture 2, Etna 3. Il Melfi è in confusione e qualche minuto più tardi, se non fosse per il suo portiere Santurro, abilissimo sul tiro a giro di Falcone, rischierebbe di prendere la quarta rete. Il miracolo dell’estremo difensore melfitano mantiene a galla un Melfi capace, qualche minuto più tardi, di raggiungere la riva del pareggio con un…Canotto. Lui, Luigi di Rossano Calabro, impallina con un esterno destro dalla distanza un imbambolato Elia. È la rete che inchioda il match sul 3-3 e che pone fine all’esperienza in rossazzurro di Elia Bastianoni. Dopo Melfi, infatti, per il portiere genovese sarà solo panchina fino al termine della stagione.