Livorno-Catania: mi ritorni in ment ex

16 maggio 2010: il saluto di Marco Biagianti alla Curva Nord

16 maggio 2010: il saluto di Marco Biagianti alla Curva Nord  

In vista della gara del "Picchi" riflettori puntati sull'unico ex dell'incontro: Marco Biagianti, neo-amaranto dopo 7 anni di rossazzurro. Un quadro dei trascorsi rossazzurri di Biagianti compresa una carrellata di doppi ex del passato.

Un unico ex ‘freschissimo’
Nella gara di Livorno tra labronici ed etnei, valida come terza giornata d’andata del campionato di serie A 2013/14, sarà solo uno l’ex di turno: Marco Biagianti, passato in amaranto dopo ben 7 anni vissuti con la casacca rossazzurra. ‘Freschissimo’ ed unico rappresentate di un gruppo, di ‘doppi ex’, composto da gente che, sia a Catania che a Livorno, ha lasciato un segno più o meno indelebile nella memoria delle due tifoserie. Indimenticabili, per quella etnea, i vari Davide Cordone (promozione in B nel 2002), Ennio Mastalli (promozione in A nel 1983), Fausto Rossini (gol salvezza contro il Chievo nel 2007) e i più ‘stagionati’ Mario Castellazzi (autore di una rete ‘clamorosa’ all’Inter di Helenio Herrera), Corrado Benedetti (difensore anni 80) e Marco Piga (promozione in B nel 1980). Da annoverare, anche Beppe Colucci (tra i primi acquisti di A della gestione Pulvirenti), Davide Falcioni (una sola ‘devastante’ presenza contro il Napoli in B), Osvaldo Jaconi (sfortunato mister in periodi altrettanto sfortunati come l’estate 1993 e 2003) e Matteo Serafini (autore di una rovesciata da copertina contro l’Arezzo nel 2004).

Prima volta da avversario
A diciassette giorni di distanza dal 29 agosto, data del passaggio a titolo definitivo di Marco Biagianti al Livorno, le strade dell’ex numero 27 rossazzurro (nonché Capitano) e del Catania s’incrociano nuovamente, stavolta da avversari. Per volontà del calendario si giocherà all’“Ardenza-Armando Picchi” di Livorno e non all’”Angelo Massimino-Cibali” di Catania. Meglio così. Perché se già è impossibile dimenticare annate vissute (spesso) da protagonista in una vita intera figurarsi in diciassette giorni. Troppo pochi per ricalcare il manto etneo con un’altra maglia. Troppo pochi per smaltire tensioni, adrenalina e ricordi (che ci saranno comunque anche al “Picchi”) in uno stadio che ne ha segnato crescita e maturazione calcistica. Probabile, invece, un degno saluto tra Marco e i tifosi etnei presenti nel settore ospite dell’impianto labronico. Ma per la standing ovation da pelle d’oca, bisognerà aspettare la gara di ritorno del prossimo 2 febbraio. Magari, proprio quel giorno Catania farà ‘pace’ con quella ‘data infausta’ che rievoca tristi ricordi. Biagianti-Catania, prima volta da avversari. In trasferta. Meglio così.

Sette anni in chiaroscuro
“Grazie per questo bellissimo viaggio lungo 7 anni! In bocca al lupo di vero cuore. ‘Non smettete di credere nei vostri sogni’. Un abbraccio grande. Marco #27 “. Con questo bigliettino, lasciato nello spogliatoio di Torre del Grifo, Marco Biagianti aveva salutato il Popolo Rossazzurro dopo 7 anni conditi da 154 presenze, 3 reti, una convocazione in Nazionale e 7 salvezze consecutive. Un addio strappalacrime, in grado di accarezzare il cuore ed addolcire anche i più critici, che dipinge al meglio l’uomo Biagianti. Il calciatore, Catania, l’ha conosciuto sotto diverse sfaccettature, apprezzandone temperamento, spirito di sacrificio e doti tecniche. Dalla crescita, alla maturazione calcistica/umana. L’ascesa: dall’esordio di fuoco del 27 maggio 2007, giorno dell’indimenticabile spareggio salvezza contro il Chievo a Bologna, passando per il trionfo di Palermo del primo marzo 2009, fino al commovente saluto (immortalato nella foto) nella gara contro il Genoa del 16 maggio 2010. Un rendimento da top-player, in grado di catapultarlo nel giro della Nazionale azzurra (unica convocazione nel giugno 2009 con Lippi c.t.). Ma il destino, talvolta, è amaro e crudele. La discesa: sfumato il passaggio in rosanero, per suo stesso volere, da quel momento la carriera di Marco ha subito un lento e silenzioso declino, frutto di infortuni vari che ne hanno limitato (o meglio paralizzato) il rendimento. Nell’ultima stagione, con Rolando Maran in panchina, un sensibile ritorno, anche se distante dagli standard a cui Marco aveva abituato la platea etnea. Pochi picchi prima del passaggio in amaranto dello scorso 29 agosto.