Le voci da tribbuna. Le frasi più esilaranti della domenica

Tifosi rossazzurri al Massimino...

Tifosi rossazzurri al Massimino... 

Le voci della tribuna le senti, ma non hanno volto. Un medico, un pisciaru, un disoccupato, chi le avrà mai pronunciate?

Non puoi saperlo. Ma arrivano sempre puntuali, da commento, mentre guardi la partita. Hanno la chirurgica precisione dei ritardi dei bus cittadini ed una fantasia da far invidia al miglior poeta. Le voci della tribuna hanno soprattutto la semplicità che è nipote di verità e madre di saggezza; hanno la vitalità e la potenza immaginifica di ogni verace e vorace dialetto. Divorano e intuiscono, in anticipo, il senso più vero delle cose e lo svelano sempre con il sorriso.

Ecco alcune espressioni pittoresche (talvolta inclementi e ingiuriose) raccolte dalle tribune del Massimino in occasione di Catania – Livorno finita 3-3.

La domenica allo stadio è un appuntamento da non mancare. La folla è tanta e bisogna darsi un riferimento chiaro per ritrovarsi, come sempre. Meglio definire tutto via telefono:

Mbare unni si? Jù sugnu unni scaminano i chistiani(alias zona prefiltraggio)



Con la festa di S.Agata in arrivo, una voce rimprovera severamente un tifoso reo di non supportare adeguatamente la squadra:

Mbare ma a vuci ta stà savvannu ppì Sant'Aita?


Non è stata proprio la partita di Frison, quella di domenica: due sciagurate respinte proprio sui piedi della mosca nera Emeghara, che segna una doppietta facile facile. Una voce commenta amara:

Frison ma che hai oggi i manu sucati?


Uno dei grandi protagonisti della gara è stato il giovane centrocampista granata Mbaye. Velocità, tecnica e grinta da vendere. Una voce della tribuna rimane particolarmente sorpresa dai suoi possenti e lunghi arti inferiori:

Stu tuccu jè fotti. C'avi du gambi ca paruni i sticchi da bannera.