Lazzariati!!!

Cholo e Miha

Cholo e Miha 

Travolti da "Lazzaro" Mutu
Ho sentito e letto tante cose: dotte disamine, argomentazioni metafisiche, illazioni, insulti (perlopiù). Ma la realtà è una, semplice, solare. Questa squadra, questo "nucleo storico" in quattro anni ha vinto tre volte in trasferta. Saranno state anche vittorie epiche come quelle di Palermo o Torino, ma poche, pochissime, infinitesimali. Punto. Evidentemente, ovviamente, indubbiamente, senza con questo voler far una colpa ad alcuno, non si è fatto quel "salto" in fatto di personalità e qualità che consente a un gruppo, indipendentemente da questo o quell'interprete mutato nel tempo, di poter solo "pensare" a qualcosa di aggiuntivo rispetto a una più o meno pseudotranquilla salvezza. E se il balzo non è stato compiuto in tutti questi anni, come corollario, si evince che difficilmente lo si farà, se non verrà operata una sorta di studiata "rivoluzione" in estate. Un ripensamento, direbbero i moderati. Ma, per adesso, bisogna salvare questa stagione, una stagione che, purtroppo, non è andata come noi tutti, società compresa, attendevamo. In questi momenti, momenti difficili, io sostengo, non contribuisco ad affondare la barca. L'ho sempre fatto, lo faccio adesso. La situazione è questa, amen. Facciamocene una ragione e rimbochiamoci le maniche. Lottiamo con il coltello fra i denti. C'è da vincere una finale (l'ennesima) domenica prossima al "Massimino" contro la Samp, autoelettasi a sorpresa diretta rivale nella lotta salvezza, facciamo di tutto per riuscirci. Dare addosso al Catania "da trasferta" sarebbe, del resto, come sparare sulla Croce Rossa. A Firenze ha perfino provocato tenerezza. Molle, arrendevole, svagato, tatticamente squinternato, un perfetto agnello sacrificale alla rinascita di una Fiorentina che, da "banda di pellegrini" ipercontestata dai propri tifosi (a Bari i Viola di Miha avevano, a dir poco, fatto ridere il mondo), diventa similBarcelona. Una piazza, quella viola, che attendeva solo l'occasione giusta per liberarsi di un Mihajlovic poco amato. Non abbiamo "aiutato" i pasdaran. No, abbiamo salvato Miha. Non che dispiaccia ai tifosi rossazzurri, molto legati all'allenatore della splendida calvalcata della scorsa stagione, ma lo si sarebbe accettato più volentieri se i rossazzurri si fossero trovati in una situazione di classifica diversa. Impresa perfettamente riuscita, fra l'altro... e via, salvo anche il tecnico serbo! Che sia chiaro, una squadra in lotta per la salvezza non può permettersi in alcun modo di sciorinare prestazioni del genere, di "chiudersi" la partita al 24' quasi con la voluttà del predestinato. Pensavo che a Cagliari si fosse toccato il fondo, mi sbagliavo; oggi, per situazione di campionato e momento storico, si è fatto se possibile peggio. Addirittura, i rossazzurri sono riusciti nell'impresa di far segnare una doppietta a "Lazzaro" Mutu, capace finora di siglare una sola rete in campionato, tre mesi fa. Una gara mai cominciata, disgraziata in ogni sua parte (il terzo gol di Gila è in netto fuorigioco), resa ancor più amara dall'intreccio di risultati dagli altri campi, un "film" dell'orrore che racconta, per la prima volta in questo torneo, di un Catania a un solo punto dal terz'ultimo posto. Una gara buttata via dall'inizio grazie anche, e mi duole dirlo, ad alcune scelte non azzeccate di Simeone. Mi risultano poco comprensibili, per esempio: lo spostamento a sinistra di Alvarez per far posto a Schelotto; l'innesto di Pesce in mezzo (?????); l'accantonamento di Ricchiuti, migliore in campo contro il Genoa. Ma, detto questo, non si può certo imputare al tecnico la responsabilità di ciò che è un trend millenario, quasi dinosaureggiante. Sbagli o non sbagli, il Catania in trasferta perde in ogni caso, con qualsiasi allenatore, da Zenga a Miha, da Giampaolo a Simeone. Quindi, come logica vuole, non possono che essere i giocatori gli unici colpevoli. A questo proposito, mi sembrano proprie di un grande uomo qual è il Cholo le assunzioni di responsabilità proposte a fine partita. Il tecnico argentino ha sottolineato che la colpa della disfatta è unicamente sua. Gli fa onore. Ma non è così. Non è assolutamente così. In questa gara è "anche" sua, nulla di più.

Tutti da 4
Proporre analisi tattiche o tecniche al termine di una gara del genere mi parrebbe azzardato, se non ridicolo. Detto di Simeone, le cui scelte in corsa confermano le perplessità di inizio gara (Ricchiuti per Carboni? Llama?), nessuno raggiunge il 5. Da Andujar (colpevole sul secondo gol) ai difensori centrali, da Alvarez (fra i peggiori) a Lodi (il peggiore), sommerso da Montolivo e Behrami, da Schelotto (molto giù) a Gomez, da Bergessio a Maxi (ma il tandem offensivo argentino mi sembra il meno censurabile). Quello che fa più pensare è che si tratta degli stessi giocatori che avevano tirato fuori le palle una settimana prima, vincendo una gara complicatissima contro il Genoa, squadra assai più in palla dell'attuale Fiorentina. Ciò significa che non si riesce proprio a raggiungere un minimo di continuità, non dico di risultati, ma di tenuta psicologica. Per il resto, meglio passare oltre, cercando di dimenticare in fretta.

Classifica da leggere
Come già accennato, i risultati delle dirette concorrenti non hanno aiutato il Catania. Il Cesena ha vinto a Genova (secondo successo consecutivo), il Brescia ha pareggiato a Napoli, così come il Parma a Verona. Solo il Lecce ha segnato il passo in casa contro la Roma. Il terz'ultimo posto (28) è a un punto, il Brescia vicino (25). Una bagarre incredibile che coinvolge 7 squadre racchiuse in 4 punti (dai 28 di Lecce e Cesena ai 32 del Chievo). Sette "sorelle" per due posti all'inferno. Eppure, questa classifica bisogna saperla leggere e trovarvi segnali positivi. Se, infatti, è indubbio che il "range" si sia accorciato e che la quota salvezza si sia innalzata (a quanto? 40 dovrebbe essere la risposta giusta), è altrettanto pacifico che il "parterre" di team in lotta si è ampliato di due unità (Samp e Chievo, seppure i veronesi abbiano un piccolo vantaggio). Ciò significa più "possibilità", più scontri diretti, più probabilità di "mangiare" punti alle avversarie di domenica in domenica. E nessuno potrà regalare niente. Una chance in più per chi "si metterà in riga".

Samp, una finale
Inutile girarci intorno: si tratterà dell'ennesimo "giro della morte", una gara da vincere a ogni costo, indipendentemente dal gioco, indipendentemente da tutto. Quella con la Samp è un'autentica finale. Per giunta, a differenza dal match giocato contro il Genoa, si tratterà di uno scontro diretto. Inaspettato, ma indubitabile. I doriano giungeranni al "Massimino" con un nuovo allenatore al posto dell'esonerato Di Carlo, e questa potrà risultare una difficoltà in più. Non solo, dovrà fare a meno presumibilmente del suo capitano, il nazionale Palombo. Ma conta poco. L'avversario potrebbe essere il Real Madrid o la Juve Stabia, non cambierebbe nulla, si dovrebbe vincere lo stesso. Mi auguro che Simeone prenda atto delle risultanze delle due ultime partite e metta in campo la formazione più logica, senza esperimenti. Troppo importante non fallire l'approccio. Non sempre riescono "miracoLodi" o consimili. Non sarebbe male, in agigunta, che prezzi popolarissimi consentissero un grande afflusso di tifosi allo stadio. Troppo, troppo importante vincere, sebbene, lo ribadisco, non sono i tifosi che scendono in campo. In nessun posto del mondo. Let's go, Liotru, let's go!!