Il risvolto della medaglia del "gioco aggressivo"

Mister Tabbiani

Mister Tabbiani 

Breve disamina sui temi tattici di Catania-Crotone e sulla filosofia del club etneo.

Una lezione di cui fare tesoro

Appellarsi alla sfortuna, sulla base dei diversi episodi poco favorevoli al Catania in occasione della sconfitta interna di misura col Crotone, non sarebbe intellettualmente onesto e soprattutto non farebbe bene al processo di crescita della creatura di Tabbiani.

La verità è che il piano gara dei padroni di casa non ha funzionato al meglio, mentre gli ospiti hanno dimostrato come si possono vincere certe partite in Serie C. L'interpretazione del match da parte dei ragazzi di Zauli ha ricordato da vicino a chi scrive quello delle squadre allenate da Cristiano Lucarelli: tenere botta nella prima parte della contesa, lasciando il pallino del gioco all'avversario, ma chiudendo strenuamente gli spazi senza rinunciare a qualche controffensiva, per poi uscire fisicamente e mentalmente alla distanza, approfittando dell'inevitabile calo altrui e sfruttando cinicamente il primo buco difensivo, agevolato proprio dalla fisiologica flessione di chi ha speso già troppo.

L'ad Grella voleva un "calcio aggressivo" e in questo Tabbiani e i suoi ragazzi stasera sono stati perfetti. Forse anche troppo, perché dissipare così tante energie in avvio ti ripaga solo se riesci a sbloccare la partita a stretto giro di posta. Il Catania, nella frazione di gioco in cui è stato padrone del campo e comunque sino al vantaggio del Crotone, ha avuto una sola nitida palla gol: quella di Zammarini, finita sul palo (non considerando tale l'altro legno, totalmente fortuito, centrato da Rapisarda). Troppo poco, per giustificare una simile strategia e per credere che la stessa possa rivelarsi efficace in uno scontro diretto contro una rivale di pari grado. Certo, dopo il gol rossoblu sono giunti un altro legno e un altro paio di buone occasioni degli etnei. Ai punti persino il pareggio sarebbe stato stretto ai rossazzurri. Ma i campionati non si vincono col merito, col bello, con gli applausi e i rimpianti. Si vincono con la sostanza.

Se questa lezione verrà imparata, in primis da Grella e poi a cascata dal tecnico da lui designato, questa formazione potrà andar lontano, perché la qualità complessiva dei giocatori, curriculum alla mano ed anche sulla scorta di quanto intravisto in questo esordio stagionale, non è minimamente in discussione. In caso contrario, si rischia concretamente di perdere per strada punti preziosi e quindi terreno in classifica in gare come quella del "Massimino" coi pitagorici.