Girone di ritorno, missione possibile?

 

L’impermeabilità difensiva è la chiave per raggiungere i playoff

Prendendo in considerazione le classifiche finali relative agli ultimi dieci campionati di cadetteria, solamente in tre edizioni le squadre vincitrici del torneo non hanno raggiunto la soglia degli ottanta punti (2004/05 Empoli, Torino, Perugia 74 pt.; 2009/10 Lecce 75; 2010/11 Atalanta 79) e nella maggior parte dei casi, chi aveva ottenuto il titolo di campione d’inverno a dicembre, si è confermato in vetta alla classifica al termine della stagione.

Per raggiungere <>l’ultima posizione disponibile per l’accesso ai play off, nel corso delle ultime cinque edizioni, sono stati necessari invece poco più di 60 punti (67 nel caso della stagione 2011/12) ed i rossoazzurri, dati alla mano, sono chiamati nel girone di ritorno ad una missione quanto meno complicata: conquistare almeno 40 punti. Che potrebbero – il condizionale è d’obbligo – consentire di raggiungere l’ultima posizione utile per sperare nel salto di categoria.

La missione proibitiva – si rende necessaria una media di due punti a partita – è riuscita a poche squadre nelle ultime cinque edizioni del torneo cadetto (2009/10 Torino, Cittadella +41 punti; 2011/12 Sampdoria +41; 2012/13 Novara +44, Verona +42; 2013/14 Palermo +46, Bari +41) ed è dunque tecnicamente possibile.

Il mercato di riparazione invernale ha regalato sin qui al Catania tre giocatori esperti della categoria, uno per reparto. Ma è in difesa che si dovrebbe operare con maggiore puntualità.

A leggere le statistiche, nelle ultime cinque edizioni, le squadre che hanno conquistato la massima serie o raggiunto la zona playoff, hanno subito meno di cinquanta reti (con le sole eccezioni del Pescara di Zeman 2011/12 e del Crotone di Massimo Drago due stagioni più tardi). Un dato che non depone a favore del Catania che di reti al passivo, dopo 21 giornate, ne conta già 36. E statisticamente non potrebbe permettersi il lusso di subire più di una rete ogni due partite.