Chievo-Catania (0-0): Sbadigli clivensi

Pablo Alvarez, guerriero rossazzurro anche al

Pablo Alvarez, guerriero rossazzurro anche al "Bentegodi" 

Il commento allo scialbo 0-0 del "Bentegodi" tra gialloblù e rossazzurrri. I temi 'caldi': Noia a mai finire; "Se non ci credi, non vinci"; Alvarez, “Guerriero del Massimino 2013”; Derby da VINCERE!

Noia a mai finire
Ancora uno scialbo 0-0 per il Catania di Rolando Maran nuovamente ‘stoppato’, così come avvenuto sette giorni or sono contro il Cagliari, da un Chievo Verona inguardabile, capace di incarnare al meglio i panni dell’ “anticalcio”. Davvero brutto il pomeriggio del “Bentegodi” (che si conferma tabù per i rossazzurri, con tre sconfitte ed altrettanti pareggi) con il gioco degli etnei inaridito dalla stucchevole condotta di gara dei clivensi di Eugenio Corini, scesi in campo con il chiaro obiettivo di conquistare un punto. Partita da fine stagione, partita da annoverare tra le più brutte del campionato 2012/13 (e non solo!). Primo tempo improponibile da parte di entrambe le squadre, con il gioco (si fa per dire) prevalentemente a centrocampo: pressing degno di questo nome assente, passaggi al limite dello snervamento e occasioni da rete presenti soltanto nei pensieri degli spettatori più fiduciosi. Un po’ meglio la ripresa, con un Catania più propositivo rispetto ai primi 45 minuti di gioco e col Chievo tutto arroccato dietro a protezione dello 0 a 0 di partenza. Due i lampi ad illuminare il pomeriggio oscuro del “Bentegodi”: il colpo di testa di Bergessio, perfettamente imbeccato dal solito ‘piazzato’ di Lodi, sventato da Puggioni e la fortuita auto-inzuccata di Bellusci smorzata da Andujar, spettatore non pagante da oltre 180 minuti. Tutto il resto è noia, così come cantava il compianto Franco Califano. Noioso pareggio che, unito al colpo esterno dell’Udinese (vittoriosa per 3-0 a Parma, nonostante l’assenza del bomber Totò Di Natale), fa scivolare gli etnei al nono posto proprio in favore dei friulani, adesso ottavi con un punto di vantaggio. Per il Chievo, invece, è manna dal cielo: distacco inalterato sulla terz’ultima posizione (+8 sulla coppia Palermo e Genoa) con una gara in meno da disputare.

“Se non ci credi, non vinci”
Come scritto una settimana addietro, al termine del pareggio interno contro il Cagliari, anche oggi, dopo gli inguardabili novanta minuti del “Bentegodi”, ribadisco lo stesso concetto: “Se non ci credi, non vinci”. E’ questa la sensazione che mi ha trasmesso la prestazione odierna dei rossazzurri di Maran. Al cospetto di un Chievo pessimo, mediocre ed arrendevole il piglio di una squadra che vuole realmente realizzare un sogno deve essere ben diverso. Ci vuole aggressività a tutto spiano, velocità nelle ripartenze, precisione nei passaggi decisivi e conclusioni in porta. Infatti, a parte la conclusione di testa di Bergessio, in avvio di ripresa, il Catania non ha mai impensierito seriamente il portiere clivense Puggioni. Troppo poco per realizzare un sogno. Questa tesi, poco credibile sette giorni fa a causa della contemporanea assenza di tre elementi che assicurano qualità alla mediana etnea, è stata ulteriormente rafforzata quest’oggi: nonostante la presenza di Lodi e Barrientos dal primo minuto (irrilevante l’ingresso di Almiron, entrato in campo all’ottantottesimo) il copione non è stato così tanto diverso rispetto a quello visto contro i sardi: pochezza offensiva a go-go sfociata in un altro opaco 0-0. Sfuma così un’altra grande occasione per avvicinarsi a quel quinto posto (attualmente distante 4 lunghezze) mai così alla portata dei rossazzurri. A parte Juventus, Milan, Napoli e Fiorentina resto fermamente convinto che tutte le altre concorrenti per l’Europa siano alla portata degli etnei: l’Inter, falcidiata da infortuni a raffica e da un mercato pessimo, è ormai allo sbando; la Lazio, in campo domani sera contro la Juventus, è la copia sbiadita della squadra sbarazzina che chiuse al secondo posto il girone d’andata; la Roma, oggi vittoriosa in casa del Torino, è una formazione assai altalenante e proprio per questo poco affidabile. In un campionato mediocre, dal livello tecnico scadente (vedi le clamorose figuracce europee, con tutte le italiane fuori dalle semifinali di Champions ed Europa League), il mio rammarico aumenta a dismisura: con un pizzico di convinzione in più (alias mentalità vincente) questo Catania, autore di un campionato stratosferico (bisogna sottolinearlo sempre), poteva avere una classifica ancora migliore. L’attuale nono posto, infatti, non rende pienamente giustizia alla stagione dei rossazzurri di Maran. Ma se non ci credi veramente…

Alvarez, “Guerriero del Massimino 2013”
Tra le pochissime note liete del pomeriggio veronese bisogna segnalare l’ennesima ottima prestazione da parte di Pablo “Comu Finiu” Alvarez. Il coriaceo terzino argentino, infatti, anche al “Bentegodi” ha sfornato un’altra partita da incorniciare: ordinato e puntuale nella fase difensiva, agguerrito e pericoloso in quella offensivo. Il modo migliore per festeggiare il premio “Guerriero del Massimino 2013” (giunto alla seconda edizione), ideato dal club Oldelephants per premiare quel giocatore che nel corso della stagione ha dimostrato continuità di rendimento, impegno e attaccamento ai colori rossazzurri. Il giusto riconoscimento per un giocatore che, dopo un avvio di stagione in sordina, è cresciuto esponenzialmente fino a raggiungere i livelli di rendimento avuti nel 2010 con Mihajlovic in panchina. Buona così, Pablo!

Derby da VINCERE!
A sei tornate dalla conclusione il campionato del Catania può ancora regalare ulteriori gioie e soddisfazioni al “Popolo Rossazzurro”. Numeri alla mano il sogno Europa non è ancora tramontato: 4 lunghezze da recuperare al quinto posto con 18 punti ancora in palio concedono spazio a pensieri fiduciosi. Gli obiettivi reali del Catania di Maran, però, sono altri: uno, migliorare il record di punti in serie A (stabilito nella scorsa stagione con 48 punti) adesso distante appena un punto; due, conquistare l’ottavo posto finale (a tal proposito si preannuncia una lotta infuocata contro l’Udinese); terzo, onorare il campionato fino all’ultimo istante partendo proprio da un successo nell’attesissimo derby contro l’Unione Sportiva Città di Palermo 1987, in programma domenica prossima al “Massimino”. Un successo sui rosanero (inguaiati dopo il pareggio odierno contro il Bologna), infatti, permetterebbe ai rossazzurri di centrare il primo obiettivo elencato, quello del nuovo record di punti in massima serie. Inoltre, darebbe una decisa spallata a possibili “biscotti campanilistici” sfornati nelle ultime settimane dai più scettici. Niente favoritismi regionali. Nei derby non esistono regali, semplicemente perché sono gare che vanno giocate col cuore e al massimo delle possibilità. Per rispetto del regolare svolgimento del torneo e, soprattutto, per il rispetto dei tifosi. E perché poi, vincere un derby che arriva con una classifica come quella attuale (rosanero in lotta per la retrocessione, rossazzurri ancora in lotta per l’Europa), sarebbe una gioia senza fine in grado di annullare tutti gli sbadigli accumulati contro Cagliari e Chievo Verona. Forza Catania, vola a quota 50!