Catania-Reggina: il sorpasso firmato Nicola Amoruso

L'esultanza di Nicola Amoruso

L'esultanza di Nicola Amoruso 

Il racconto dell'ultima vittoria dei calabresi in terra catanese. All'interno le immagini salienti del match

SPAREGGIO PER LA SERIE A
È il 4 maggio del 2008, ma allo stadio “Angelo Massimino” di Catania c’è un caldo torrido che toglie fiato. Sembra già estate, ma si è appena in primavera. Per il rompete le righe e per le vacanze al mare non è ancora tempo. Prima di appendere le scarpette al chiodo e di sostituirle con pinne, fucili ed occhiali, occorre giocare le ultime gare di una corsa salvezza assai equilibrata che, a tre giornate dalla conclusione, vede ancora invischiate nove squadre (altro che la Serie A attuale…): dai 40 della Lazio, dodicesima della classe, ai 30 del Livorno, desolatamente ultimo ma con ancora qualche chance di rimonta, rischiano tutti. Nel catino bollente di Piazza Spedini va in scena il derby siculo-calabrese tra il Catania e la Reggina. In classifica, quella che sta più male, è la formazione amaranto di Nevio Orlandi, relegata al terzultimo posto a quota 33 insieme all’Empoli; i rossazzurri di Walter Zenga, dall’ “alto” del loro quattordicesimo posto (in condominio con il Cagliari), hanno due punti in più e confidano nel “fattore campo” per chiudere in anticipo la pratica salvezza.

Si gioca sul filo del rasoio, con il Catania che fa la partita e con la Reggina sorniona in attesa di imbeccare la ripartenza giusta. Gli etnei si fanno pericolosi dalle parti di Andrea Campagnolo (futuro portiere degli etnei) in un paio di circostanze con Beppe Mascara e Juan Manuel Vargas: proprio sull’asse calatino-peruviano nasce un fallo dubbio del portiere reggino sullo stesso numero 10 rossazzurro che fa urlare al calcio di rigore; l’urlo, però, resta in gola, così come il fiato dell’arbitro Rocchi che lascia correre. Al 41’ cambia il risultato: Ciccio Cozza pennella nel cuore della difesa catanese un pallone sul quale un indisturbato Nicola Amoruso, a “volo d’angelo”, si getta a capofitto scagliando tra le spalle di un altrettanto sorpreso Ciro Polito (così come le belle statuine Terlizzi e Sabato).

Nel secondo tempo, con il Catania sotto di una rete e temporaneamente scavalcato in classifica dai calabresi, ci si attende la reazione veemente da parte degli uomini di Zenga. I rossazzurri, spinti più dalla forza della disperazione che dalla lucidità, faticano a trovare varchi. Ne viene fuori un assalto sterile che impensierisce raramente il portiere reggino. La Reggina, ancor più sorniona, difende con le unghie e coi denti il risicato vantaggio e al 90’ piazza il colpo del K.O. conquistando un calcio di rigore con Egdar Barreto (steso da Gennaro Sardo) proprio sotto il settore ospiti. Dal dischetto Nicola Amoruso, ancora lui, spiazza Ciro Polito mandando all’inferno il Catania.
Nonostante il doppio svantaggio l’Elefante, ancor più disperato, trova la forza per tentare di riagganciare una partita che sembra ormai decisa. Al 92’, un tiro-cross del solito Juan Manuel Vargas, viene ribadito in rete da un maldestro quanto efficace tocco di Jorge Martinez. E’ il gol che riapre incredibilmente un match che durerà ancora per qualche minuto. La Reggina si barrica sotto la Sud, il Catania attacca ancora fino a guadagnarsi un’ultimissima chance su calcio di punizione. Al 95’ il sinistro da oltre trenta metri del solito Loco peruviano s’infrange amaramente sulla folta barriera calabrese.

Il triplice fischio del fiorentino Rocchi sancisce il sorpasso della Reggina e una quasi condanna per il Catania (scivolato al penultimo posto con appena un punto di vantaggio sulla zona retrocessione) costretto a giocarsi la salvezza nelle restanti ultime due partite contro Juventus in trasferta e con la Roma di Spalletti nel pomeriggio catanese del 18 maggio 2008.