Catania-Martina Franca 3-2: Prova di forza

Il liberatorio 3-2 di

Il liberatorio 3-2 di "Tano" Calil 

Gli etnei, dopo aver dominato il primo tempo e subito il ritorno dei pugliesi, vincono nonostante l’inferiorità numerica.

Dando un’occhiata alla classifica che matura al termine della vittoria al cardiopalmo del Catania contro il Martina Franca, si giunge a conclusioni molto simili rispetto a quelle che hanno seguito gli ultimi incontri casalinghi disputati dalla squadra allenata da Pancaro. I rossazzurri, senza penalizzazione, sarebbero meritatamente al comando della classifica, addirittura in solitaria, con un punto di vantaggio sul sorprendente Messina di Di Napoli. E’ vero che fino a questo punto Calil e compagni hanno incontrato soltanto tre compagini ricomprese nella prima metà della classifica, ma fin tanto che gli etnei non incontreranno le altre sei non si potrà confutare il ruolo da “big” del girone C che si stanno ritagliando con risultati e gioco (i 3 gol odierni consentono, tra l’altro, al club dell’Elefante di tornare in vetta alla classifica dei gol fatti, segno tangibile del tasso tecnico offensivo che la squadra vanta).
La realtà “cruda”, che deve inevitabilmente tener conto della penalizzazione, parla invece di un Catania a quota 8, appena sopra il 14° posto, quello che condannerebbe ai playout. Ancora una volta, dunque, ai segnali positivi che giungono dal campo si contrappongono quelli negativi determinati dallo scotto che questa società paga a causa dei deplorevoli atti posti in essere dalla precedente dirigenza e da colui che è tuttora proprietario del club.

Primo tempo, copione perfetto
Che le gerarchie cominciassero a delinearsi, Pancaro lo aveva preannunciato in conferenza stampa. Oggi il tecnico di Acri schiera una formazione quasi interamente “tipo”, con Garufo che conferma le quotazioni in crescita agli occhi del mister e viene confermato in luogo di Tino Parisi; a centrocampo l’unica eccezione alla regola, Lulli al posto dell’acciaccato Castiglia; in avanti escluso, non tanto a sorpresa, Russotto, in calo nelle ultime uscite, e spazio a Falcone che ben si era distinto a Caserta.
Il Catania parte forte, fortissimo. Nei primi minuti arriva svariate volte in area di rigore, creando non pochi grattacapi a Migliaccio e Sirignano, letteralmente bersagliati dai traversoni che Nunzella, ben imbeccato da Falcone e Scarsella sulla fascia, mette ripetutamente in mezzo. Sul primo interessante affondo nato sull’out opposto, su iniziativa di un pimpante Lulli, i rossazzurri sbloccano poi il risultato grazie a Calil che con tempismo perfetto si fa trovare al posto giusto e batte Viotti. Il Martina Franca è stordito, il povero Baclet cerca di guidare la barca da solo aiutando pure nella propria metà campo ma i compagni, quando va bene, non vanno oltre conclusioni non trascendentali da lontano. Gli uomini di Pancaro invece sono scatenati e vanno alla ricerca del raddoppio, che arriva puntuale e meritato con l’ennesimo affondo sulla sinistra: stavolta è Scarsella a effettuare il cross, e dall’altro lato, tutto solo, Calderini inzucca in rete.
Il primo tempo è tutto qui: grande partenza, partita sbloccata, raddoppio maturato, avversario assente che non riesce a scuotersi neanche col cambio tattico di Incocciati che, inserendo Zappacosta per Bogliacino, passa al 4-3-3.

Sale in cattedra Viotti (l’arbitro, non il portiere)
Nella ripresa è tutta un’altra musica. Al Catania aggressivo della prima frazione di gioco si sostituisce un undici fin troppo rilassato che concede spazio e metri agli ospiti, a cui non servono ulteriori stimoli per fiondarsi in attacco. E’ da queste premesse che nasce poi il “fattaccio” che cambia il volto alla partita. Scarsella commette fallo in area di rigore su Marchetti. Il penalty fischiato da Viotti non è troppo generoso, ma lo diventa la sanzione complessiva, che comprende anche il rosso comminato al n°10 di giornata.
La trasformazione di Baclet ringalluzzisce gli ospiti e Pancaro prova a correre ai ripari, inserendo il muscolare Castiglia per far fronte all’inferiorità numerica del reparto di centrocampo. Poco dopo fuori un solista, Calderini, dentro un altro, Russotto, che ha il compito di far salire la squadra e creare occasioni decisive con le sortite personali. In un primo momento tali cambi non sembrano produrre gli effetti sperati: Castiglia, reduce peraltro da noie fisiche, si stira ed è costretto a lasciare il campo, sostituito da Russo; Russotto fa le bizze, non incidendo in avanti e non aiutando minimamente i compagni in fase difensiva. In tutto ciò giunge il pareggio su punizione dell’insaziabile Baclet (che sfrutta anche l’eccessivo immobilismo della barriera), e la partita sembra orientarsi sempre più verso i pugliesi.

Ma il Catania è più forte dell’inferiorità numerica
Ma il Catania, dopo aver rischiato di capitolare, dimostra per l’ennesima volta di avere grinta, carattere e, soprattutto, talento: Agazzi, costretto a saltare almeno uno o due avversari di volta in volta per “pareggiare” l’inferiorità numerica, si inventa un lancio al bacio che smarca in area Russotto, in posizione defilata; il fantasista vede il movimento di Calil che sfugge alla marcatura dei centrali e lo serve con un colpo di testa volante; a quel punto, per “Tano” è un gioco da ragazzi mettere in rete il pallone del liberatorio 3-2. Il gol cambia ancora una volta il match: il Martina Franca subisce il colpo e rischia più volte di subire in contropiede il 4-2, ma Calil e Russotto stavolta graziano il portiere Viotti, mentre in un sussulto finale Bastianoni ricorre agli straordinari salvando il risultando su un affondo di Cristea.
Il fischio finale di Viotti (l’arbitro) consegna ai rossazzurri una vittoria fondamentale dal punto di vista psicologico, perché certifica la capacità di questi ragazzi di saper sopperire, a maggior ragione davanti al proprio pubblico (entusiasta e passionale), alle difficoltà di giornata, mettendo il cuore oltre l’ostacolo e…la giacchetta nera.

Mini-emergenza ed energie da dosare tra Coppa Italia e Juve Stabia
Neanche il tempo di abituarsi alle sfide ogni sette giorni ed ecco sopraggiungere un nuovo incontro infrasettimanale, valido tuttavia per la Coppa Italia di Lega Pro. Competizione poco affascinante, certo, ma che va onorata, tenendo conto anche delle motivazioni extra che nascono dal fatto di incontrare un grande ex come Legrottaglie e una compagine siciliana, quell’Akragas che staziona nella parte alta della classifica. E’ possibile che si farà ampio ricorso al turnover da ambo le parti, e in tal caso la partita sarà più fine a sé stessa che utile a verificare la solidità di entrambe le squadre in vista del proseguo di stagione e, in particolare, dell’incontro di campionato che si disputerà tra le stesse compagini a Catania l’8 Novembre.
Il turnover, d’altronde, è reso obbligatorio dalle defezioni che da una settimana a questa parte si vanno sommando a Torre del Grifo (ad oggi, out Ferrario, Musacci, Castiglia e Plasmati) e dalla prossima giornata di campionato che riserva la difficile trasferta di Castellammare di Stabia, contro la squadra allenata da Pancaro la scorsa stagione. I campani, archiviato il difficile inizio di stagione targato Ciullo, col nuovo trainer Zavettieri hanno colto un’importante vittoria proprio sul campo dell’Akragas, e vantano tra le proprie fila l’ex Ciro Polito e un prodotto del settore giovanile rossazzurro come Francesco Nicastro. Si tratta, tra l’altro, della sfida tra le uniche due squadre a quota 8: un motivo in più per evitare di tornare a Catania a mani vuote…