Catania-Inter (0-3): Bagno di umiltà

Bergessio ne esce con la testa fasciata

Bergessio ne esce con la testa fasciata 

Difesa, infortuni, mercato, condizione fisica: tanti, troppi fattori hanno segnato la prestazione del Catania.

Mercato: bombe inopportune
Seconda sconfitta in due partite per il Catania di Maran. La stagione non comincia nel migliore dei modi ma quantomeno domani finirà, finalmente, il mercato, e si potrà cominciare a lavorare più o meno serenamente, ma soprattutto definitivamente, sui ragazzi a disposizione. Fra i tanti fattori che hanno inciso in negativo sul match indubbiamente rientra infatti l’esclusione dalla partita di Barrientos, legata all’evoluzione della trattativa in corso con la società qatariota Al-Jaish. Ciò, oltre a destabilizzare gli umori dell’ambiente, ha privato Maran di una pedina fondamentale. Eppure Castro e Leto erano riusciti nei primi minuti di gioco nell’impresa di far dimenticare la bomba di mercato riscaldando il pubblico con giocate ed occasioni da gol costruite insieme a Bergessio che lasciavano presagire una serata da sogno.

Difesa da incubo
Ci ha pensato Jonathan Cicero, lo zimbello degli esterni destri dello scorso campionato, a riportare il Catania alla realtà: Monzon continua a sconoscere, o disapplicare in campo, il concetto di “marcatura difensiva” e l’Inter ha sbloccato la gara grazie a Palacio che ha raccolto e spedito in rete il suggerimento del brasiliano. Stavolta, però, ci ha messo del suo anche il resto della difesa: Legrottaglie esce dalla linea difensiva per chiudere su Ricky Alvarez lasciando libero Palacio, sul quale a sua volta manca il ripiegamento di Pablo Alvarez. Copione simile in occasione del secondo gol nerazzurro: Monzon e Spolli si fanno circumnavigare da Jonathan e Palacio, è vero, ma Legrottaglie ed Alvarez si occupano di tutto fuorché di chiudere su Nagatomo. Non è necessario continuare ad inferire sottolineando anche la passeggiata collettiva della difesa rossazzurra in occasione del terzo gol di Alvarez per lanciare l’allarme riguardante la retroguardia rossazzurra, oggi peraltro priva dell’indisponibile Bellusci, positivo nell’esordio di Firenze.

Maran: sfortuna, ma non solo
Prestazioni negative e sconfitte di questa portata in genere lasciano poche attenuanti agli allenatori. A Maran va comunque riconosciuta una certa dose di sfortuna. Dover rinunciare, per diversi motivi, a Bellusci e Barrientos, nell’ambito di un campionato di 38 giornate, ci può anche stare, e teoricamente l’organico del Catania dispone di alternative più che valide (e in ogni caso proprio la scorsa stagione Maran ha dimostrato di esaltarsi nei casi di emergenza). Ma quando si è infortunato Izco, stante anche l’indisponibilità di Guarente per mancato arrivo del transfer, il tecnico di Rovereto non ha potuto più schierare delle pedine adatte al 4-3-3, e dovendo recuperare il risultato ha rischiato buttando nella mischia Maxi Lopez. L’ingresso del biondo n°10 ha determinato l’arretramento di Castro a centrocampo e l’allargamento di Bergessio sulla fascia sinistra. Sarà stato un caso, ma i due, fino ad allora autori di una discreta prestazione, sono pian piano spariti dal gioco. Forse era il caso di cambiare modulo? Chissà, quel che è certo è che Maran farà tesoro di queste indicazioni.

Fuori forma…e fuori ruolo?
Un altro fattore che ha senz’altro inciso in maniera evidente è lo stato di forma precario della squadra e soprattutto quello di alcuni elementi. Su tutti, dispiace dirlo, Monzon e Tachtsidis. Relativamente all’argentino, Maran ha dichiarato che bisogna dargli tempo e la forma può ritrovarla soltanto giocando con continuità. Probabilmente ha ragione, ma è anche vero che il Catania non può permettersi di rischiare di continuare a perdere punti e partite a causa della sua scarsa predisposizione alla fase difensiva penalizzata ulteriormente dalla precaria condizione. Quanto al greco, è evidente che rispetto a Lodi abbia ben altre caratteristiche, e forse giocare nella stessa posizione non lo agevola. I compagni di reparto, abituati ai rapidi scambi col regista di Frattamaggiore, si muovono troppo in anticipo rispetto ai tempi dettati dal lento Panagiotis, che puntualmente va in confusione.

Pausa da sfruttare
Insomma, tra le distrazioni del mercato, gli infortunati da recuperare, la forma da recuperare, e le idee tattiche da rivedere, occorrerà sfruttare al massimo la sosta di due settimane imposta dagli impegni delle nazionali. L’umore non sarà dei migliori, ma almeno si avrà il tempo di rivedere bene, e soltanto coi giocatori certi di restare, gli aspetti sui quali soffermarsi e lavorare per cominciare a fare punti. La prossima sfida ci riserva una neopromossa, il Livorno che è reduce da un trionfante 1-4 sul campo del Sassuolo. L’avversario dunque è tutt'altro che da sottovalutare, ma la fame di punti del Catania dovrebbe imporre a prescindere di giocare all’arma bianca. Non sarà certo un inizio negativo a far tirare i remi in barca ad una squadra che nonostante i tanti cambiamenti, conserva ancora tanta qualità.
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