Catania-Chievo: l'analisi del match

 

La prima vittoria in campionato coincide con il ritorno al vecchio assetto tattico. Un gol per tempo –Plasil e Castro i marcatori – allontanano le nubi che si erano addensate sulla panchina del tecnico etneo e restituiscono entusiasmo e fiducia all’intero ambiente rossoazzurro, dopo un tribolante inizio di torneo. Numeri e grafici a cura di Carlo Copani

La prima vittoria in campionato coincide con il ritorno al vecchio assetto tattico. Un gol per tempo –Plasil e Castro i marcatori – allontanano le nubi che si erano addensate sulla panchina del tecnico etneo e restituiscono entusiasmo e fiducia all’intero ambiente rossoazzurro, dopo un tribolante inizio di torneo.
Vittoria meritata., vittoria del cuore, quella conseguita contro il Chievo Verona, nonostante le numerose defezioni e l’ansia da vittoria che rischiava di irrigidire le gambe degli etnei: il 2-0 raccontato attraverso numeri, statistiche e grafici.


Ritorno al futuro
Il 4-3-3 di partenza dei rossoazzurri, nell’immagine in rosso

Il 4-3-3 di partenza dei rossoazzurri, nell’immagine in rosso 



Il futuro del Catania è il 4-3-3. A dirlo sono i numeri che parlano di una squadra più organizzata, divertente e vincente, quando schierata attraverso questo assetto tattico. Le assenze di Alvarez, Spolli e Peruzzi – infortunio – e quella di Bellusci – squalifica a seguito del doppio giallo di Roma - costringono il tecnico di Rovereto a rivedere la linea difensiva e richiamare tra gli undici titolari l’esperto centrale difensivo Legrottaglie ed il pari ruolo Alexis Rolin, quest’ultimo invece all’esordio da titolare dopo gli spezzoni di partita giocati nelle prime due giornate di campionato. Lungo le fasce, Izco si sacrifica a destra mentre Biraghi è il cursore difensivo a sinistra.
Il centrocampo è a tre: Tachtsidis ritorna titolare topo aver trascorso i precedenti due turni in panchina (solo 15 minuti contro la Lazio ) ed è il vertice basso del triangolo chiuso da Plasil ed Almiron. In avanti, Bergessio è coadiuvato dai centrocampisti offensivi Barrientos, a destra e Castro a sinistra.
Nella ripresa, Guarente subentra ad Almiron a 30 dalla fine e Bergessio lascia il posto a Maxi Lopex al 75’. Appena sei minuti di gioco per Keko che subentra all’88 a Castro.


Il Catania dei primi venti minuti occupa l’intera ampiezza del campo di gioco (ben 56 metri) al fine di costringere i difensori clivensi a rimanere molto larghi e consentire così gli inserimenti dei centrocampisti (il gol di Plasil e le successive sue incursioni sono state consentite da questo atteggiamento di gioco). Il baricentro della squadra è alto (quasi 54 metri) e il pressing è portato, mediamente, ai 42 metri.
Il gol realizzato a metà primo tempo da Plasil, consente alla squadra etnea di rivedere il proprio atteggiamento e di gestire la gara con più serenità: il “pitu” Barrientos arretra quindi sovente tra la linea dei difensori e quella dei centrocampisti per orchestrare la manovra con maggiore raziocinio e la squadra, prima protesa in avanti e piuttosto allungata (oltre 56 metri), adesso si ricompatta accorciando le distanze tra i reparti.
Nella ripresa, il raddoppio etneo chiude di fatto la partita che non vedrà mai il Catania in particolare sofferenza.

L’assetto iniziale del Catania: la squadra copre l’intera ampiezza del campo e il pressing è alto

L’assetto iniziale del Catania: la squadra copre l’intera ampiezza del campo e il pressing è alto  



Squadra compatta e cortissima durante la seconda frazione di gara

Squadra compatta e cortissima durante la seconda frazione di gara 



Sannino, sacchiano d’adozione ma che non disdegna le difese a tre, dispone la sua squadra attraverso il consolidato 4-4-2. Davanti all’estremo difensore Puggioni, Bernardini vince il ballottaggio con Papp e costituisce con Cesar la coppia di centrali, mentre Frey a destra e Dramè a sinistra, sono i laterali difensivi. La regia della manovra è affidata a Luca Rigoni ed al suo fianco, come interditore, opera il serbo Radovanovic. Larghi e quasi lungo la linea degli attaccanti, Sestu ed Estigarribia completano il reparto della mediana. In avanti, Thereau è preferito ad Alberto Paloschi e gioca in coppia con Pellissier.
Nella ripresa, Sannino richiama in panchina Dramè - prestazione disastrosa quella del senegalese che concede troppo a Barrientos e non riesce a supportare Sestu durante la fase offensiva sulla corsia destra – e lo sostituisce col più propositivo Sardo. Poco più tardi, Lazarevic (al 53’) ed Improta (al 61’) prendono il posto rispettivamente di Sestu ed Estigarribia. Tatticamente, dunque, nessuno stravolgimento tattico ma la chiara necessità di cambiare qualcosa lungo le fasce, aree nevralgiche di un 4-4-2 e dove gli esterni rossoazzurri fanno buona guardia.
Sannino chiede a Lazarevic di rimanere molto alto ed il centrocampista serbo si ritrova dunque a giocare lungo la stessa linea degli avanti clivensi, ridisegnando un assetto più offensivo. Al contempo, l’intera squadra ospite guadagna metri in campo (il baricentro del Chievo si attesta ai 50 metri nel primo tempo ed ai 63 nel corso della seconda frazione di gara) riuscendo a rimanere straordinariamente compatta (tutta la squadra in poco più di 36 metri). Il gioco lungo le fasce migliora (al termine della gara si conteranno 17 cross dal fondo contro i 3 etnei) ed i gialloblù riescono a stazionare con buona costanza nella metà campo avversaria (66% il dato percentuale relativo alla supremazia territoriale).



La manovra parte da dietro e le fasce sono nuovamente battute


Terzini di nuovo protagonisti nell’offensiva ma ragionata manovra etnea

Terzini di nuovo protagonisti nell’offensiva ma ragionata manovra etnea 



Il ritorno alla difesa a quattro consente al Catania di liberare i due terzini: Biraghi a sinistra è molto puntale sia nella fase difensiva (8 recuperi effettivi, 9 intercetti e 5 recuperi aerei) sia durante quella propositiva (2’:24” il possesso palla, 44 passaggi riusciti, 2 passaggi lunghi utili) ed allo stesso modo Izco, schierato per necessità da terzino destro, è protagonista della gara con 2’:33” di possesso palla, 42 passaggi riusciti ed 11 recuperi effettivi.
I due esterni di difesa, a fine partita, saranno i giocatori etnei con il maggior numero di palle giocate: 64 Biraghi, 63 il capitano argentino.
Tachtsidis gioca un buon numero di palloni ma non riesce ancora ad incidere sui ritmi del match. Anche perché, per buona parte della gara, gioca in posizione piuttosto arretrata, sulla linea dei terzini, per creare uno schermo davanti alla difesa e ridisegnare in fase difensiva un 4-1-4-1. Meglio nell’ultima mezz’ora, quando Guarente subentra ad Almiron ed il greco è parzialmente sollevato da rigidi compiti di copertura territoriale.
Il punto di riferimento della manovra rimane dunque, ancora una volta, el “pitu” Barrientos (2’:30” di possesso palla, 33 passaggi riusciti e 13 giocate utili, 4 palle giocate in zona area avversaria e 2 tiri nello specchio), solerte ad arretrare anche di 30 metri alla ricerca della palla per poter orchestrare la manovra.
Sulla fascia opposta, Castro gioca bene, segna e riesce a battere al corsia con costrutto durante la gara, impreziosita da 9 giocate utili, 2 sponde riuscite e 4 azioni costruite in zona area avversaria (tutte al vertice dell’area avversaria).
Bene Plasil che, gol a parte, gioca tanti palloni ma soprattutto è bravissimo a muoversi tra le linee di difesa e centrocampo avversarie, riuscendo a giocare – specie nel primo tempo – diverse palle sulla trequarti clivense.


L’efficacia dei senza palla

Gioco senza palla etneo

Gioco senza palla etneo 



 Le nuove posizioni dei rossoazzurri e dei clivensi

Le nuove posizioni dei rossoazzurri e dei clivensi 



Attraverso dei semplici - ma efficaci - coordinati movimenti senza palla, il Catania riesce in poche mosse a creare superiorità numerica in mezzo al campo e favorire l’inserimento dei centrocampisti – nell’immagine Plasil – sulla trequarti avversaria.
Mentre Barrientos arretra portandosi dietro la linea dei centrocampisti, induncendo Dramè a seguirlo e richiamando verso di sè le attenzioni di Luca Rigoni, regista avversario ma non completamente sollevato da compiti di interdizione. Contestualmente, Izco si propone lungo la fascia costringendo le maglie della difesa clivense ad aprirsi e favorendo quindi l’inserimento dei centrocampisti.