Calapai Forza Quattro: capitano e "bandiera"

Luca Calapai, fascia di capitano al braccio nella gara con la Fidelis Andria

Luca Calapai, fascia di capitano al braccio nella gara con la Fidelis Andria 

Il terzino è alla sua quarta stagione consecutiva in Sicilia: è quasi un record nel Catania della "moderna" Serie C.

Premessa: la sentenza Bosman del 1995 e le sue conseguenze
Tra le più grandi rivoluzioni della storia del calcio annoveriamo senza dubbio quella indotta il 15 dicembre 1995 dalla nota "sentenza Bosman" della Corte di Giustizia delle Comunità Europee. Con essa, i giudici di Lussemburgo rilevarono l'illegittimità - oltre che delle limitazioni relative all'impiego di giocatori stranieri provenienti da stati membri dell'Unione Europea - delle norme degli ordinamenti sportivi che prevedevano la c.d. "indennità di trasferimento", ovvero l'obbligo, a carico della società che acquistava un calciatore in scadenza di contratto, di pagare una somma di denaro alla società che deteneva in precedenza il cartellino del medesimo calciatore. E' da allora, in sostanza, che è nato il fenomeno dei "parametri zero", che il potere contrattuale di calciatori e procuratori è aumentato a dismisura, facendo gonfiare gli ingaggi e moltiplicare i cambi di casacca.
Non è pertanto un caso che le "bandiere" sono praticamente scomparse e, mentre fino agli anni '80 era usuale che un giocatore rimanesse nel club di appartenenza per almeno 6, 7, 8 stagioni, dalla seconda metà degli anni '90 la media di fedeltà si è praticamente dimezzata e bastano pochissimi anni con una maglia addosso a giustificare l'assegnazione della fascia di capitano o l'attribuzione dello status simbolico di bandiera. Persino le nostrane leghe di Serie B e Serie C, nell'approntare i regolamenti sulle liste degli ultimi anni, quando hanno previsto gli slot dedicati ai "giocatori bandiera" hanno fatto riferimento a coloro i quali avessero giocato almeno per quattro stagioni nella stessa squadra. Peraltro, giova evidenziare come più si scenda di categoria e più è frequente che la militanza di un giocatore all'interno di una squadra non si protragga per molti anni. In Serie C è praticamente impossibile assistere alla stipula di contratti quadriennali, date le limitate risorse e le prospettive incerte dei club, mentre il più comune epilogo dei contratti biennali o triennali è rappresentato dalla risoluzione di contratto o dalla partenza a parametro zero del giocatore di turno.

Fino al 1995 tante bandiere, poi poche e circoscritte alla Serie A
Le superiori considerazioni trovano riscontro analizzando anche la stessa storia del Catania. Fino al 1995, erano in molti i giocatori che si erano resi protagonisti di una permanenza alle falde dell'Etna superiore alle quattro stagioni: Morra (9); Rambaldelli (8); Rado, Fusco, Buzzacchera, Corti, Klein (7); Labrocca, Pereni, Grani, Vavassori*, Malaman, Prenna*, Chiavaro, Volpato (6); Borghi, Sorrentino, Bravetti, Polenta, Mosti, Vaiani, Bernardis, Spagnolo (5). Lunghe militanze anche nella breve storia del Catania '29: Bettini (7); Bedendo (6); Nicolosi, Micossi, Sernagiotto (5). Dal 1995 in avanti, invece, il limite delle quattro stagioni è stato superato da pochi eletti, che hanno approfittato tutti della Serie A, massima artefice di una stabilità societaria...e contrattuale. 8 stagioni per Mariano Izco (dal 2006/07 al 2013/14); 7 per Capuano* (gennaio 2009-2015) e Biagianti* (gennaio 2007-2013); 6 per Mascara* (2005-gennaio 2011); 5 per Cristian Silvestri* (gennaio 2005-2009) e Morimoto (2006-2011).
Quota 4 stagioni, negli ultimi 26 anni, è stata toccata soltanto da Spinesi (2005-2009), Baiocco (2005-2009), Marchese (2009-2013), Llama (2008-2012), Silvestre* (gennaio 2008-2011), Ledesma* (2008-gennaio 2012), anch'essi "figli della Serie A", mentre l'unico che ha resistito per quattro lunghi anni in C, manco a dirlo, è stato Marco Biagianti tra il 2016 ed il 2020. Ad uno sguardo più attento, si nota che si tratta comunque di giocatori che hanno mantenuto il posto da titolare soltanto in alcune delle annate disputate, trascorrendone altre spesso e volentieri in panchina (o tribuna per problemi fisici). Lo stesso Biagianti ha chiuso l'esperienza col Catania nel 2019/20 con una stagione da riserva.

* giocatori acquistati a stagione in corso, o partiti a stagione in corso durante l'ultimo anno di contratto

Calapai recordman e capitano, col contratto in scadenza...
E' stata pertanto una lieta sorpresa, visti i chiari di luna, la conferma di Luca Calapai, che per la quarta stagione consecutiva militerà nel Catania e lo farà da titolare e da atteso protagonista, al pari di quanto accaduto nei tre precedenti campionati. Il traguardo è stato impreziosito dall'attribuzione della fascia di capitano, per la quale si profilava un ballottaggio con un altro "senatore", Andrea Russotto. Lui e Calapai si sono dati praticamente il cambio nell'estate 2018, per poi ritrovarsi insieme lo scorso gennaio. Il numero di presenze complessive in rossazzurro è quasi identico: 111 per il terzino destro, 107 per l'esterno offensivo. Russotto vanta qualche anno in più (cinque le primavere di differenza), ma alla fine ha prevalso il criterio della continuità. L'ingaggio in extremis di Mariano Izco ha fatto sì che l'anzianità di servizio premi con la fascia l'argentino (terzo giocatore più presente nella storia del Catania) ogniqualvolta scenderà in campo, ma che lo faccia da titolare è un'eventualità che dovrebbe verificarsi soltanto in casi di emergenza. Il capitano de facto è Calapai, come lo è stato Silvestri due anni fa, Izco nel biennio 2011/13, Silvestre nel girone di ritorno della stagione 2010/11, e così via. Poi, certo, nello spogliatoio le gerarchie potrebbero leggermente variare. Ma poco importa.
La promozione a capitano di Calapai è un lieto fine che suggella un cammino iniziato oltre dieci anni fa nel settore giovanile etneo, dove il terzino si distinse quale prospetto tra i più interessanti della Primavera allenata da Giovanni Pulvirenti, tanto da meritarsi la convocazione in prima squadra nelle battute finali della stagione 2011/12 e l'esordio in Serie A nel finale di gara dell'ultima partita del medesimo campionato, disputata contro l'Udinese, con Montella in panchina. Seguirono il prestito al Barletta (Lega Pro-Prima Divisione) e la cessione in comproprietà al Modena, in Serie B, coi canarini che riscattarono il calciatore dopo un biennio. Dopo alcuni anni trascorsi tra B e C in Emilia, la breve parentesi di Carpi ed il ritorno a Catania nell'estate 2018, con la firma di un contratto quadriennale, vera e propria merce rara in terza serie. Da notare come Pietro Lo Monaco, durante il proprio secondo interregno catanese, ai cavalli di ritorno legati alla Serie A (Biagianti, Paolucci, Marchese, Lodi, Llama) abbia voluto affiancare quelli relativi al settore giovanile dei medesimi anni: oltre a Calapai, in precedenza era arrivato Bucolo e nel gennaio successivo sarebbe arrivato Matteo Di Piazza. Il contratto firmato a suo tempo dal difensore è ancora in corso e scadrà al termine di questa stagione. Sono poche le certezze che in questo momento accompagnano i pensieri dei tifosi sul futuro della società. Rinnovare il contratto al giocatore di origini messinesi e prolungare la sua storia d'amore con il Catania sarebbe un bel segnale di speranza e fiducia. A te la palla, Maurizio Pellegrino.

Luca Calapai con la maglia celebrativa delle 100 presenze raggiunte la scorsa stagione