Bologna-Catania 2-0: Brusco risveglio

Discutibile gestione del match da parte del direttore di gara La Penna

Discutibile gestione del match da parte del direttore di gara La Penna 

Uscita opaca dell’undici di Marcolin che interrompe il ciclo di vittorie. Fa discutere il “giallo” del rosso a Calaiò.

Il Catania di Marcolin non riesce ad eguagliare la striscia di sei successi consecutivi datata 2005/06 e ridimensiona quei sogni di gloria scatenati dai risultati e i progressi dell’ultimo mese. Tuttavia non è possibile trarre conclusioni immediate e concrete: soltanto nella tarda serata di martedì sapremo da quali rinnovate distanze dalle zone alte e basse di classifica i rossazzurri ripartiranno per gli ultimi 360 minuti stagionali. E’ chiaro che per coltivare il sogno play-off bisognava uscire dal “Dall’Ara” almeno con un punto, ma al di là della possibilità di conseguire o meno un obiettivo accattivante quel che conta è che Rosina e compagni diano tutto sino al termine del campionato, cercando di cogliere il massimo, per non aggiungere ulteriori rimpianti ad un’annata che ne contiene già parecchi, ancor prima che finisca. Inoltre per raggiungere la matematica salvezza (e allontanarsi definitivamente dalla zona playout) servono ancora almeno 3 punti, quindi non sussiste ragione alcuna per mollare di un centimetro, in questo infinito e altalenante torneo. E l’uscita poco felice di stasera contro una squadra attanagliata di recente da mille problemi ma pur sempre lanciata verso la lotta per la promozione diretta non può, di colpo, sortire l’effetto di far ripiombare nella depressione squadra ed ambiente. Gli etnei ammirati nell’ultimo mese hanno tutte le carte in regola per giocarsela con le ultime quattro avversarie che il calendario prevede: Livorno (in corsa per i playoff), Brescia (quasi spacciato), Cittadella (caracollante tra zona retrocessione e playout) e Carpi (che presumibilmente giocherà l’ultima partita con la promozione in tasca da un bel pezzo). I conti si faranno alla fine, intanto si vive alla giornata.

Premiata con merito la prudenza del Bologna
Col senno di poi la scelta di Marcolin di schierare i “quattro tenori” e rinunciare ad un centrocampista di copertura non ha pagato. La squadra è parsa a tratti imbarazzante sotto il profilo del legame tra i reparti e della capacità di gestire il pallone in mediana. Un po’ come era successo, con le medesime scelte, nel primo tempo contro il Trapani. Ma ci sta. Gli etnei avevano riconquistato equilibrio e fiducia nelle ultime uscite; avevano riassaporato la possibilità di riagganciare la parte alta della classifica; dovevano fronteggiare una squadra in crisi con il tecnico Lopez pronto a saltare in caso di risultato negativo. Forse una gestione più cauta del match avrebbe risparmiato alcune imbarcate, ma non avremo mai la controprova, e le intenzioni iniziali del tecnico sono più che giustificate. Il 3-5-2 schierato da Lopez in luogo del solito 4-3-1-2 dimostra come i felsinei temevamo – giustamente – il Catania. E se i rossoblù, pregiudicati in partenza da numerose assenze, hanno fatto di necessità virtù, i rossazzurri, con “problemi di abbondanza” in avanti, hanno pagato le lacune che si sono materializzate nel settore più fragile: quello difensivo. Squalificato Del Prete, dentro Belmonte, non al meglio e al rientro da titolare dopo due mesi: prova piuttosto deficitaria, in entrambe le fasi, per l’ex Udinese. Nuovamente ai box Schiavi, riecco Sauro, che ben aveva figurato a Latina, contro la premiata ditta Litteri-Bidaoui; male invece contro i più temibili Cacia e Sansone, che mettono in ambasce anche il più esperto e solitamente affidabile Ceccarelli. I loro errori individuali costano i due gol che consegnano al Bologna la vittoria: l’argentino si lascia ingannare dal velo di Cacia in occasione dell’1-0; il n°45 pasticcia con Rinaudo, perde palla a centrocampo consentendo a Sansone di involarsi verso la porta. “Regali” che comunque non inficiano una vittoria meritata dei felsinei, abili ad annullare le velleità offensive di Marcolin senza subire praticamente mai un pericolo su azione, e pragmatici nelle gestione delle ripartenze, con esterni difensivi molto propositivi (Morleo in particolare), con gli inserimenti del solito Laribi e i movimenti intelligenti delle punte.

La Penna, il secondo “genio” nell’arco di tre giorni
Nel contesto generale poco pesa la direzione di gara, e forse poco sarebbe cambiato anche senza l’espulsione di Calaiò (ma qui qualche dubbio in più lo si può nutrire), eppure nella sciagurata serata di Castro e soci anche il signor La Penna ci mette del suo. Innanzitutto nell’episodio “clou”: i diretti interessati (e il giudice sportivo nei prossimi giorni) potrebbero spiegarci meglio cosa sia successo, ma dalle immagini televisive si nota soltanto una frase sibillina sussurrata da Calaiò ad un compagno, a seguito della quale la giacchetta nera estrae il cartellino rosso. Grave ingenuità del capitano o eccesso di protagonismo dell’arbitro? Anche la gestione complessiva del match fa discutere. Stando alle statistiche ufficiali della gara, il Bologna ha commesso 14 falli, ricevendo “in cambio” 3 cartellini gialli. Per gli etnei 7 ammonizioni su 20 falli commessi. Una sproporzione se non altro aritmetica sembra esserci, al di là delle considerazioni di merito riguardanti le singole azioni di gioco. Dopo il signor Ghersini, è il secondo arbitro consecutivo un po’ troppo al centro dell’attenzione: viene da chiedersi se le voci alimentate da certa stampa in malafede sulle quote ritirate in occasione di alcune recenti partite del Catania non abbiano influito in tal senso. Per fortuna, sia venerdì contro la Ternana che stasera alla fine ha vinto chi meritava, al di là delle scelte arbitrali.

La partita del “poteva essere” da vincere per la tranquillità
Quella contro i labronici avrebbe potuto essere la partita chiave in ottica playoff. La sconfitta rimediata al “Dall’Ara” dal Catania riduce indubbiamente, al momento, la posta in palio al “Massimino” sabato prossimo, anche se la conquista dei 3 punti, per i ragazzi di Marcolin, resta imprescindibile per tutelare la serenità collettiva alla falde dell’Etna in vista del finale di stagione. Purtroppo si dovranno contare defezioni importanti: Ceccarelli in difesa e Calaiò in attacco per squalifica (e si spera che nel caso del n°9 la mano del giudice sportivo non sia troppo pesante). Inoltre bisognare valutare le condizioni di Schiavi, e augurarsi che Del Prete, al rientro dalla squalifica, sia al 100%. Per il resto Marcolin ha l’imbarazzo della scelta, potendo contare anche sul redivivo Martinho, ed ha già dimostrato a Latina di poter architettare una vittoria anche col solo Maniero di punta. Le soluzioni si possono trovare, le motivazioni non possono mancare, e insieme a loro il pubblico, che merita di essere ripagato con l’impegno, e premiato coi risultati.