Angelo Massimino: ultimo “patriarca” del calcio catanese

La sala dell' E.r.s.u. che ha ospitato la conferenza

La sala dell' E.r.s.u. che ha ospitato la conferenza 

Si è tenuta presso la residenza E.R.S.U. la conferenza in memoria del “presidentissimo” Angelo Massimino

“Il presidente Angelo Massimino si accorse, in quel pomeriggio del 22 Febbraio 1981, che in cima alla Tribuna A, nell’apposito spazio per la stampa, era posizionata una telecamera di Antenna Sicilia” racconta Luigi Ronsisvalle “si recò quindi dall’addetto alla ripresa e iniziò un’accesa discussione: per lui, infatti, nessuno doveva usufruire del servizio che offriva.”

Ronsisvalle, Lo Porto e Milazzo  



Si è tenuta, presso la Sala Museion della residenza E.R.S.U. di Catania, la conferenza “Il Calcio Catania tra cronaca e storia: Angelo Massimino, “il presidentissimo” a cavallo di due metodi di gestire il calcio”, volta non solo alla memoria dello storico presidente del Calcio Catania ma anche ad un’attenta analisi del cambiamento del “sistema” calcio. Al termine dei saluti del presidente dell’E.R.S.U., Alessandro Cappellani, ha preso la parola Luigi Ronsisvalle, introdotto dal segretario provinciale dell’Assostampa, Daniele Lo Porto, raccontando aneddoti storici della presidenza Massimino. “Il rapporto tra il presidente e i giornalisti era molto difficile: i cronisti che dovevano raccontare la partita del Catania, infatti, erano costretti a vere e proprie imprese perché non gli era consentito l’accesso allo stadio” spiega il giornalista.

Russo, Lo Porto e Milazzo  



“Massimino e Pulvirenti, pur essendo molto diversi, sono accomunati dalla stessa passione: l’amore per il Catania. Essere oggetto di critiche per lui, infatti, significava essere considerato incompreso dagli altri”. Secondo Nino Milazzo, il cambiamento del calcio “si nota già dall’esagerato giro di soldi”, ricordando la figura di Angelo Massimino con grande affetto e ammirazione. “I modi di fare giornalismo sono cambiati: le reti private adesso sovrastano le società di calcio che svolgono un ruolo sempre minore.”, racconta lo stesso giornalista. “Anche il calcio stesso è cambiato: se si pensa alle scommesse legate alle partite, è difficile pensare ad uno sport non corrotto in una società di corrotti. Nonostante ciò, il calcio rimane l’unica distrazione in un’epoca di grande crisi: viva il calcio!”.

Solarino, Lo Porto e Milazzo  



Lo ricorda con l’affetto di un nipote Alessandro Russo, raccontando come la figura del nonno sia sempre stata amata dalla sua Catania, come “il presidentissimo” che, volendo proteggere la sua squadra dai giornalisti, aveva paura di un futuro che ha ormai cambiato l’intero “sistema” calcio.