"Chi fa 'u Catania?"..."a bulletta" di Gilberto Idonea

Gilberto Idonea, brillante attore catanese

Gilberto Idonea, brillante attore catanese 

Ogni settimana un nuovo personaggio ci dirà "a bulletta" sul Catania...buona fortuna! All'interno l'audio dell'intervista

Per tutta una lunga settimana, aspettando il calcio d’inizio della prossima partita, l’intera città con stemma ’u liotru si domanda: «Ca viremu chi fa ‘u Catania.» In quest’istante migliaia di cittadini etnei stanno ancora interpellandosi: seduti nell’autobus, in fila alla posta, sdraiati alla plaja o a passeggio alla Villa. Nondimeno, inquieta come il mare in tempesta, adesso un’ondata di catanesi se lo chiede persino in ospedale, in banca, nei bar e financo in visita al cimitero. Dal lunedì alla domenica, dalle nostre parti, la domanda di rito è una sola: «Chi fa ‘u Catania?»


Buonasera, chiedo scusa ma non ci capisco più nulla.
«Il Catania siamo noi» strillano quei pochi che, seduti al Massimino, hanno osservato ieri pomeriggio la squadra rossazzurra piegare la Virtus Francavilla per uno a zero. «Il Catania siamo noi» rispondono quelli che allo stadio non han messo piede e non han goduto dell’audace spiovente in rete di Andrea Di Grazia. «Il Catania siamo noi» mette i puntini sulle i a Torre del Grifo l’amministratore delegato Pietro Lo Monaco in ogni conferenza stampa. «Il Catania sono io seppur non m’identifico affatto nella proprietà ?» mi chiedo ora nel preciso istante in cui tolgo il cappuccio dalla mia biro. Per fortuna, procedendo con la stesura dell’articolo m’imbatto in un totem di simpatia marca liotru e mi torna il sorriso. Lui, icona sacra del teatro siciliano, risponde al nome di Gilberto Idonea e mentre digito il suo numero di cellulare penso di chiedergli cosa stia bollendo nella sua pentola. Èpperò, appena sento forte e chiaro il suo «Pronto», non resisto e gli grido: «Gilberto, ma chi sta cumminannu ?»

«Alcuni giorni fa – mi risponde ridendo – ho finito le ultime scene del doppiaggio di ‘Onore e rispetto’ che è andato in onda venerdi e ora sto provando ‘Fiat Voluntas Dei’ che andrà in scena dal 20 al 22 aprile al Metropolitan di Catania. Poi sono in partenza e dovrei andare in Argentina, visto che mi ha invitato il console di Rosario in occasione della festa della Repubblica italiana. In realtà devo ancora decidere dal momento che ho un doppio impegno a Messina per una mostra su Angelo Musco che faranno i suoi nipoti».

«Venendo alle vicende di casa nostra e cioè a questo Catania che ci fa un po’ tribolare che cosa diresti in questo momento a Lo Monaco, a Pulvirenti, a calciatori e tifosi per risollevare un poco la baracca ?»
«Gli direi che loro quando scendono in campo devono pensare a quale collera ci rununu ai catanisi. Pensando a questo dovrebbero trovare facilmente lo sprint per raggiungere la forza di agguantare il risultato, perché sennò comu facemu ? Non possiamo più camminare, quando un catanese è fuori viene preso in giro con questo Catania che pare vada a finire non si sa dove. E quindi ogni tanto penso al vecchio presidente Massimino ca si metteva a bordo campo e immuttava. Non so come faceva ma ci riusciva: immuttava. Massimino aveva questa forza d’immuttarli e tuttora ci vorrebbe qualcuno che li ammutta».
«Speriamo allora che si ammuttino da soli o al limite che ci sia qualcuno che li ammutti. Ma c’è un ricordo che ti è rimasto impresso sin da quando eri ragazzo e frequentavi le tribune del Cibali ?».
«Si, io mi ricordo la prima volta che mio cugino mi portò in piazza Spedini. Era più grande di me e mi ci accompagnò lui perché mio padre si spaventava e non voleva. Mio cugino mi portò in tribuna C perché sosteneva in modo convinto che le partite potevano essere viste solo in tribuna C, dal momento che lo spirito che si respirava là non ci poteva essere in tribuna A dove ‘trasunu tutti franchi e su tutti motti’ e neppure nella B ‘dove c’è u suli ‘nda facci e non si viri nenti’. ‘In tribuna C macari ca c’è u suli a a pattita si viri u stissu’ mi ripeteva . Quella volta capii che mio cugino aveva perfettamente ragione: lì c’era uno spirito completamente diverso da tutto il resto dello stadio».

«L’ultimissima cosa: chi ffa u Catania domenica contro la Vibonese ?»
«Come, scusa cosa hai detto ?»
«Chi ffa u Catania domenica prossima ?»
«Cosa dici, non ti sento devi parlare più forte…»
«Come finirà Vibonese Catania domenica pomeriggio ? »
«Alessandro, scusami ma non ti sento…»
«Pronto ? Mi senti ? »
«Ah, ah, ah Alessandro, ma tu sta dumanna mi l’ha fari giusto giusto a mia. Ah ha ah, non ci sento da questo orecchio»





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La briga di trascriver di volta in volta le risposte più “sfruculianti” (citazione Max Licari) se l’è presa la redazione di calciocatania.com. Dopo un’interminabile successione di conciliaboli segreti, l’incarico è andato a due appassionati storici di pallone rossazzurro. L’uno bazzica da anni il mondo finanziario, per passione segue i tornei giovanili del Catania e si chiama Vincenzo La Corte. L’altro è Alessandro Russo, un medico ortopedico catanese che scrive e insegna scrittura creativa; il suo ultimo libro, pubblicato di recente per Algra Ed., s’intitola “IL RUSSO-AZZURRO“.