Un pari che rin...França

Saretto, solito lottatore...

Saretto, solito lottatore... 

Max Licari sul pari di Potenza. Rammarico per l'occasione sprecata, ma ripresa troppo rinunciataria...

Un pari utile, ma quella ripresa…
Contava il risultato ed è giunto. Il Catania, con il pareggio di Potenza, potrà avvalersi dell’indubbio vantaggio di poter anche non vincere la partita di ritorno. Ma rimane il rammarico non tanto per il gol del subentrato França a tempo scaduto, quanto per una ripresa giocata esclusivamente a difesa del precoce vantaggio ottenuto al 7’ con il colpo di testa di Di Piazza ben assistito dal cross teso di Sarno dalla destra. Il Catania, in pratica, ha rinunciato a chiudere definitivamente i conti contro una squadra volenterosa ma modesta, puntando a gestire il risultato fino al termine del match. Un errore, come testimoniato dalla “punizione” finale, figlio anche dalle scelte assai conservative operate in corso d’opera dal tecnico Sottil, che già dopo 10’ della ripresa ha trasformato il suo 4-3-1-2 in un 5-3-2 più coperto, lanciando un chiaro segnale alla squadra. Lo diciamo subito: non ci sono piaciuti questi cambi, a nostro parere non giustificati dal valore dell’avversario che, fino a quel momento, aveva fatto poco o niente in attacco, quasi mai impensierendo Pisseri (una sola volta, il portiere etneo era dovuto intervenire su di una deviazione aerea sotto porta di Lescano). Chiaramente, queste partite vanno interpretate nell’ottica dei 180’, e il Catania peraltro vanta il notevole vantaggio dello status di “testa di serie”, ma un pizzico di coraggio in più forse avrebbe permesso di proiettarsi verso il secondo turno della fase nazionale senza eccessivi timori. Invece, il match di mercoledì sera al “Massimino” rimarrà ancora pericolosamente in bilico, pur nella consapevolezza, evidenziata vieppiù dal match del “Viviani”, che i rossazzurri sotto il profilo tecnico possono vantare una superiorità abbastanza palese. Comprendiamo, inoltre, come sia necessario far rifiatare i titolari, giacché giocare ogni tre giorni non può non presupporre un ragionato turnover. Ma è l’atteggiamento che avrebbe potuto essere più propositivo nel secondo tempo. E, forse, non modificare in modo così chiaramente conservativo un modulo che, in ogni caso, metteva in apprensione il Potenza... Una volta passati al 5-3-2, i padroni di casa si sono meno preoccupati delle dinamiche difensive, per cominciare a pressare alto e, alla fine, trovare il pertugio giusto su uno dei tanti corner battuti. Vero, i rossoblù hanno prodotto poco in fatto di palle gol, tuttavia tale pressione si è mantenuta costante e, alla fine, non si può dire che il pareggio non sia stato meritato dagli uomini di Raffaele, il quale ha avuto il merito di tentarci fino al termine con sostituzioni di tenore esattamente opposto rispetto a quelle effettuate dal collega di Venaria Reale. La domanda sorge spontanea: ma perché rispolverare uno schema che raramente ha generato esiti favorevoli, considerato che la difesa a quattro aveva garantito in genere una transizione più fluida? Perché in trasferta si deve sempre dare l’impressione di non avere le possibilità di conseguire il successo pieno? La realtà è che proprio il rendimento fuori dalle mura amiche è stato il “tallone d’Achille” del Catania targato Sottil e questo match ha dimostrato quale sia il motivo principale. L’atteggiamento. Se, veramente, i rossazzurri vorranno avere chance di promozione, dovranno capire che questa non è una strada vincente, in specie quando (e se) non si avrà dalla propria parte il “bonus” della miglior classifica. Cioè, per semplificare, non basterà il solito Catania da trasferta per raggiungere l’obiettivo che tutti sogniamo. E quello di Potenza indubbiamente lo è stato. Detto ciò, il risultato è sicuramente positivo e pone i rossazzurri nelle condizioni di ben sperare nel passaggio del turno. Del resto, anche quanto accaduto nelle altre gare di playoff ci insegna come sia difficile per tutti interpretare partite del genere. Il Pisa stava perdendo nettamente a Carrara prima di recuperare miracolosamente; il Monza ne ha presi tre in casa dalla pericolosissima Imolese; il Catanzaro ha perso con La Feralpi Salò. Insomma, il pane è duro per tutti e un pari fuori casa, soprattutto quando si ha il vantaggio del campo e della parità di risultati, è da considerare accettabile.

Cambi improduttivi
Che Sottil confermasse il modulo (4-3-1-2) e gli uomini che avevano distrutto la Reggina appariva scontato. E i primo 20’ di gara, contro un Potenza tosto e ben messo in campo, hanno confermato la bontà della scelta. Il subitaneo gol di Di Piazza ha indirizzato la partita e la posizione di Sarno poneva in difficoltà Emerson e soci. Malgrado Dettori e Matera in mezzo, nonché l’inesauribile Panico sulla sinistra, ce la mettessero tutta sotto il profilo dinamico, i tre mediani rossazzurri riuscivano a proteggere la difesa e le due punte riuscivano a ripartire, con un Marotta generosissimo nel lavoro “fisico” a supporto del veloce compagno di reparto. Sebbene, dopo la rete, il Potenza avesse avuto un'occasione con Lescano, il Catania comunque rischiava poco e talora tentava la ripartenza, anche se senza eccessiva pericolosità. È nella ripresa che non si è riusciti a comprendere perché, pur rischiando poco e niente al cospetto di un Potenza evidentemente “spuntato”, il tecnico abbia voluto rispondere alle ovvie mosse offensive di Raffaele (dentro Genchi e Longo per Matera e Ricci) con una sorta di “rivoluzione” che non ha fatto altro che, inevitabilmente, abbassare ancor più il baricentro della squadra. Il 5-3-1-1 impostato al 57’ in virtù degli innesti di Esposito, Baraye e Lodi al posto di Marchese, Bucolo e Di Piazza ha perso campo e gamba rispetto agli arrembanti, seppur quasi mai pericolosi, avversari e nemmeno il cambio delle punte, sostanziato nell’ingresso di Brodic (65’) per Sarno e Curiale (78’) per Marotta, è riuscito a invertire il trend, tanto che alla fine la mossa della disperazione dell’allenatore di casa (il rientrante França per Lescano) è risultata decisiva. Il trentottenne brasiliano è riuscito a siglare la seconda rete stagionale al Catania senza che i rossazzurri, in tutta la ripresa, siano stati in grado una sola volta di impensierire l’ex Ioime. Francamente, qualcosina in più si sarebbe potuto fare… Meglio, fra l’altro, non appigliarsi alla cattiva sorte per il pareggio subito in extremis, perché (come sempre) la fortuna bisogna meritarsela con il coraggio e la propositività. Diciamo che è andata e pensiamo a mercoledì sera.

Mercoledì sera il vero Catania
Gestire il risultato nella gara di ritorno sarebbe un errore letale. I tifosi etnei, che sicuramente affolleranno il “Massimino”, vorranno vedere una riedizione del bel Catania capace di seppellire di gol la Reggina. Solo con quello spirito e quell’atteggiamento non si correranno rischi contro un avversario inferiore tecnicamente ma dinamicamente sempre pericoloso. Le scelte di Sottil dovranno essere improntate unicamente a questa prospettiva, nella consapevolezza che poi saranno disponibili ben sette giorni per recuperare energie. Bando ai calcoli, dunque, e che si aprano le danze… Let’s go, Liotru, let’s go!!!