Ufficiale: Catania, salutano in cinque

Legrottaglie appende gli scarpini al chiodo: futuro da allenatore?

Legrottaglie appende gli scarpini al chiodo: futuro da allenatore? 

Scaduti i rispettivi termini contrattuali, lasciano Catania Legrottaglie, Alvarez, Keko, Biraghi e Boateng.

Il 30 giugno è per il calciomercato italiano un giorno tradizionalmente importante: rappresenta, in genere, il termine ultimo dei contratti dei giocatori in scadenza o quello per esercitare i diritto di riscatto dei giocatori in prestito. Nel Catania tre giocatori della prima squadra si trovanano nella prima situazione (Alvarez, Keko, Legrottaglie) e due nella seconda (Biraghi e Kingsley Boateng). Il loro addio era nell'aria ma soltanto oggi assume i crismi dell'ufficialità, se non altro per una ragione puramente tecnica, non avendo il Catania comunicato nulla al riguardo.

Andiamo adesso a vedere che impronta hanno lasciato alle falde dell'Etna i cinque giocatori che, da oggi, ci salutano definitivamente.

Legrottaglie, buon finale di carriera, adesso panchina?
Nicola Legrottaglie lascia sicuramente un buon ricordo, sebbene rovinato in parte dall'ultima disgraziata stagione in cui il n°6 ha mostrato, più del solito, i segni dell'età. Già, perché quando l'ex Juventus e Milan approdò al Catania nell'estate del 2011 a parametro zero, che si trattasse di un giocatore vicino ai 35 anni non se ne accorse nessuno: "Fratel Nicola", recuperata la condizione, divenne il leader del reparto arretrato, formando una granitica coppia con Nicolas Spolli e firmando ben 5 reti (di cui una al Palermo nel derby di ritorno) in 31 presenze. Già nella stagione 2012/13, però, il rendimento comincia a calare. Il nuovo tecnico Maran non di rado gli preferisce il giovane Bellusci, ma Legrottaglie contribuisce comunque notevolmente al record di punti con 27 presenze e 3 reti. Il resto è storia recente: stagione da dimenticare, il cui simbolo, forse, è rappresentato da quell'autogol nella partita contro il Genoa che influirà non poco sulle sorti di Maran.
Legrottaglie ha dichiarato di voler appendere le scarpe al chiodo e cominciare a dedicarsi alla carriera di allenatore, magari del settore giovanile. In tal senso però non vi è al momento alcuna notizia di accordo con la società di Via Magenta.

Alvarez, "eroe" del "Massimino"
Pablo Alvarez è indubbiamente uno dei giocatori più apprezzati degli ultimi anni dagli abituali frequentatori del "Massimino", grazie alla garra tipicamente argentina con cui affronta partite...e avversari. Giunto a Catania nel gennaio del 2008 dall'Estudiantes per "prendere le misure" a Vargas nella prospettiva di raccoglierne l'eredità a partire dalla stagione successiva, trova in realtà poco spazio nel primo anno in rossazzurro, tant'è che nel gennaio del 2009 torna in patria in prestito al Rosario Central. Scampato a un rapimento nell'estate del 2009, torna a Catania dove ritrova serenità...e prestazioni. Dopo l'esonero di Atzori e l'arrivo di Mihajlovic, diventa titolare fisso nel ruolo di terzino destro, non facendo assolutamente rimpiangere il pari ruolo Potenza. Qualche problema fisico condiziona la stagione successiva in cui, comunque, colleziona 23 presenze tra la gestione Giampaolo e quella Simeone. I veri problemi subentrano con l'approdo dell'aeroplanino Montella: l'ex tecnico della Roma imposta un 3-5-2 in cui il n°22 rossazzurro, per caratteristiche, proprio non si rispecchia. Fa così le valigie a gennaio trasferendosi in prestito al Real Zaragoza, contribuendo a una disperata ma vittoriosa rimonta salvezza. Tornato ancora una volta al Catania nell'estate del 2012, vive la sua stagione migliore: con Maran è titolare nella stagione dei record, in cui colleziona 27 presenze. La stagione appena trascorsa è condizionata dal contratto in scadenza non rinnovato: il giocatore viene utilizzato finché il compagno Gino Peruzzi non si riprende dal proprio infortunio; successivamente, dopo qualche prestazione in chiaroscuro sull'out di sinistra, finisce definitivamente ai margini. Per lui, conosciuto e apprezzato in Italia e Spagna (oltre che nel proprio paese d'origine), pare ci siano le sirene della Premier League, col West Ham in testa pronto a offrirgli un contratto.

Keko, promessa incompiuta, al pari della clausola rescissoria
Sergio Gontan Gallardo, meglio conosciuto come "Keko", approda al Catania come grande promessa del calcio spagnolo nell'estate del 2011. Dovrebbe fungere da vice-"Papu" Gomez per poi prenderne il posto. La società fissa, tra l'altro, una clausola di rescissione di 20 milioni. Il giocatore, vuoi per la giovane età, vuoi per lo scarso adattamento al nostro campionato, non trova spazio e a gennaio viene ceduto in prestito in Serie B al Grosseto dove, anche lì, non entusiasma. Torna a Catania nell'estate del 2012 ed è chiuso dal tridente d'oro Barrientos-Bergessio-Gomez e dal camaleontico Castro pronto a subentrare quando vi è necessità. Una serie di assenze gli permette di esordire da titolare contro il Parma in trasferta nel girone di ritorno: esordio da sogno, bagnato dal primo gol, in rossazzurro e in Serie A. Resterà l'unica gioia dello spagnolo, che tornerà in panchina, e sarà protagonista di una stagione, quella appena passata e culminata con la retrocessione, in cui troverà si più spazio, ma non farà mai la differenza. Non dovrebbe, comunque, faticare troppo per trovare una squadra di massima serie (italiana o straniera) pronta a investire su di lui.

Biraghi, stagione in chiaroscuro, volontà di restare in massima serie
Cristiano Biraghi è uno dei migliori talenti usciti dal settore giovanile interista negli ultimi anni. Arriva a Catania l'ultimo giorno della sessione di calciomercato della scorsa estate. Non a caso: nel suo ruolo la società aveva puntato e investito tanto su Monzon, il quale però denota subito un ritardo di condizione e uno scarso adattamento alle abitudini difensive del nostro calcio. Nella prima parte del campionato Biraghi svolge al meglio il ruolo di "tappabuchi". Nel proseguo di stagione si fa poi risucchiare dall'andamento disastroso della squadra, non avendo l'età o la personalità per reagire. Finisce in panchina per far spazio al ritrovato Monzon. Biraghi era uno dei giovani indicati da Cosentino nel post-partita di fine stagione con l'Atalanta per presentare il progetto di rilancio improntato sulla "linea verde". Ma ben presto il procuratore del giocatore si affretta a chiarire che il giocatore vuole restare in massima serie. Anche per questo motivo, stante la condicio sine qua non indicata di recente dal presidente Pulvirenti ("chi non vuole restare è fuori dal progetto"), la società non esercita il diritto di riscatto e restituisce il giocatore all'Inter.

Boateng, scambio inconcludente con Barisic
Kingsley Boateng giunge a Catania nell'estate del 2013 nello scambio di prestiti tra etnei e rossoneri che porta a Milano Maks Barisic. Del giocatore si dice un gran bene, ma anche lui, come Biraghi, finirà per essere risucchiato dal devastante clima che attanaglia una squadra immersa nella lotta per non retrocedere come il Catania della scorsa stagione. Con l'aggravante di giocare in un ruolo, quello di esterno offensivo, in cui la concorrenza è decisamente più spietata. 6 presenze, unico lampo l'assist a Leto, comunque ininfluente, nel 2-1 rimediato a Bergamo dagli etnei. Con la restituzione del giocatore al Milan, contestuale sarà il ritorno di Barisic al Catania: nonostante la buona stagione disputata nelle giovanili rossonere, in particolar modo nella "Youth League" dall'attaccante sloveno, la società milanese non ha esercitato il diritto di riscatto.