Punto di partenza

TUTTI AL

TUTTI AL "MASSIMINO"!!! 

Il commento di Max Licari ricorda a tutti come il buon primo punto esterno conquistato al "Meazza" non costituisca motivo di trionfalismi, ma possa proporsi come un segnale finalmente evidente di quel "risorgimento" psicologico spesso auspicato e finora mai riscontrato. Senza dimenticare che la prossima gara con il Livorno, data la classifica, avrà i connotati della battaglia decisiva: o si fa l'Italia o si muore... e comincia il "tam tam": TUTTI al "Massimino"!!!

Nessun trionfalismo, ma…
Mettiamo subito le cose in chiaro. Non abbiamo fatto nulla. Il Catania rimane ultimo in classifica in solitaria, a 17 gare dal termine, a 4 punti dal quart’ultimo posto. In buona sostanza, se i rossazzurri non batteranno i labronici domenica prossima al “Massimino” in quello che si profila come un scontro da “dentro o fuori”, uno dei più importanti degli ultimi anni, le possibilità di retrocessione aumenteranno in maniera vertiginosa. Tuttavia, il segnale che giunge da Milano induce a un cauto ottimismo. Si è lottato fino all’ultimo, si è corso per 90’, non si è solo subito ma, nella ripresa, anche “rischiato” di fare il colpo grosso con Bergessio e Rinaudo. La squadra, insomma, ha dimostrato di essere ancora viva, di non voler mollare. E, dopo Catania-Fiorentina, si tratta di una notizia davvero buona. Il punto conquistato al “Meazza”, quindi, assume valore maggiore a livello psicologico piuttosto che a livello di classifica. Non solo. Nello stesso modo in cui la settimana scorsa avevamo sottolineato come il tempo degli alibi fosse finito e non contasse che la sconfitta fosse giunta al cospetto di un team nettamente superiore, altrettanto oggi non può reggere la facile giustificazione addotta dal “pessimismo oltranzista” che l’Inter fosse in un momento di difficoltà ambientale oltre che tecnico-tattica e che, di conseguenza, fosse "facile" uscire indenni dalla "Scala del Calcio". No. Il Catania ha colto il primo pareggio stagionale in trasferta a Milano con merito. Punto. Si sono visti, finalmente, un allenatore e 14 giocatori con “gli occhi” giusti. Non teneri agnellini votati al sacrificio, ma uomini pronti a ringhiare su ogni pallone.

Gara ben preparata
Mister Maran ha preparato e condotto la partita con raziocinio. Ha funzionato il 3-5-2, con due mastini accanto a Lodi più due punte come Bergessio e Leto. Dopo 15/20 minuti di sofferenza, il Catania si è assestato, ha sofferto pochissimo (solo una grande parata di Frison su Milito nel primo tempo e una buona respinta dello stesso estremo etneo su Rolando nella ripresa) e, nella seconda parte del match, ha prodotto alcune ripartenze che non sono andate a buon fine di pochissimo (oltre alle due già ricordate, anche un'ottima occasione fallita da Lodi). Pure i cambi, forzati o logici, hanno dato buoni esiti: bene Gyomber a sostituire l’infortunato Bellusci (speriamo nulla di grave), comunque sufficienti Almiron (buona notizia il suo rientro in campo) e Castro al posto di Peruzzi (crampi) e Leto. Da rimarcare le prestazioni dei tre centrali a limitare due fuoriclasse (sebbene in giornata negativa) come Milito e Palacio, con un Legrottaglie finalmente ai suoi livelli e Rolin attento (seppur troppo falloso nel finale); ottimi Rinaudo, a mio parere ancora il migliore per sostanza, quasi un gigante rispetto ai grigi Cambiasso e Kuzmanovic, e Lodi in mezzo, mentre Izco, pur lottando da vero capitano, ha perso qualche pallone pericoloso di troppo; per quanto concerne gli esterni, molto bene Peruzzi sulla destra, dove Nagatomo (all’andata devastante) è stato cancellato, sufficiente Biraghi, costretto alla difensiva da Alvarez e Jonathan; generoso ma impreciso Bergessio (la sua stoccata finisce fuori di pochissimo), dedito al sacrificio Leto (non concordo con chi ne boccia la prova. Nulla di eccezionale, ma ha lottato su ogni pallone, non si è risparmiato). Però, se un appunto importante si può e deve fare, è sempre il solito: l’attacco rimane asfittico, seppure questa volta, rispetto ala funesta gestione De Canio, quando si è andati in ripartenza lo si è fatto con 4-5 elementi. Un pacchetto offensivo differente con tutta probabilità avrebbe consentito al Catania di portare a casa i tre punti. Ma si tratta comunque di pura ipotesi. Ipotesi che potrebbero diventare realtà se in settimana, dal 27 al 31 di gennaio, la dirigenza etnea dovesse “aggiustare” le cose…

Risposte dal mercato
Una seconda punta che può fare l’esterno d’attacco a tre, Giannetti, un esterno offensivo puro come Rivas. Parrebbe che possano essere questi i due colpi da ufficializzare già da inizio settimana. A mio parere, proprio sugli esterni offensivi il Catania ha avuto difficoltà impreviste quest’anno. Barrientos e Castro, pur fra alti (pochi) e bassi (tanti), non hanno ripetuto la stagione precedente; Leto ha caratteristiche differenti da Gomez e, malgrado abbia qualità evidenti, ancora non ha recuperato al 100% la condizione dopo il lungo infortunio; Keko e Boateng mi sembrano ancora troppo acerbi. Evidentemente, se Maran ha richiesto Rivas, giocatore trentenne con esperienza in A a Bari e poi di lunga militanza in B (adesso allo Spezia), un motivo deve esserci. Per quanto riguarda Giannetti, è un ventiduenne scuola Juve di grande prospettiva che può giocare in un attacco a due o a tre (quindi in un 4-3-3 e varianti, in un 3-5-2 come quello visto a Milano o in un 4-4-2); ovviamente, non avendo esperienza in massima serie, si tratta pur sempre di una scommessa (seppur con buone possibilità di riuscita), come lo fu Lodi quando venne rilevato dal Frosinone. La domanda è: può fare peggio di chi ha finora giocato? I “rumori” di mercato indicano anche una “via” alla prima punta, che in questo caso dovrebbe essere d’esperienza e subito pronta all’uso. Si è parlato di Floccari, in avanti con gli anni e dall’ingaggio elevato (un’operazione non da Catania, a mio avviso) e di cento altri. Un nome “sfruculiante” sarebbe quello di Ignacio Scocco, attaccante argentino ventottenne proveniente da una stagione fallimentare all’Internacional in Brasile, ma considerato fra i migliori del Sudamerica fino all’estate scorsa. Avendo un costo elevato, la strada sarebbe quella del prestito, ma giungono voci che i brasiliani non vogliano sentirci da questo orecchio. Staremo a vedere. Una cosa è certa: come detto da settimane, se il Catania vuole avere chance di salvezza, deve cominciare a segnare (ha ancora il peggior attacco del torneo). E per segnare ci vuole chi lo faccia. Finora sotto questo aspetto un po’ tutti hanno “taciuto”. E tacere in campo significa sprofondare nel baratro. La società sa quello che serve e sono sicuro interverrà.

Una bolgia
Inutile starci su ad arzigogolare: quella con il Livorno è la gara dell’anno. Fallirla significherebbe Serie B al 99%. Quindi, al di là dei nuovi innesti (che ci saranno sicuramente, e probabilmente qualcuno anche in campo), servirà avere uomini veri in campo. E, soprattutto, come proposto da Maran al “Meazza”, gente che corre e suda per la maglia. Non è partita per “passeggiatori” stile gara con la Fiorentina. In campo chi merita, chi mangia l’erba e ha a cuore la maglia. E ci crede fino in fondo, cosa che non è apparsa proprio una settimana fa. Ci sarà Spolli, oggi fuori per una febbre improvvisa (a meno che il mercato non dica altro...). Rientrerà dalla squalifica un giocatore tecnicamente importante come Barrientos ma, se sarà impiegato dal primo minuto, lo vogliamo vedere “old style”, mettere cioè a servizio della squadra la propria innegabile bravura. Altrimenti, con rammarico, meglio un “piastrellista” che ci metta il cuore. Perché, possiamo starne certi, il Livorno di Di Carlo, reduce dal successo sul Sassuolo, scenderà in campo con il coltello fra i denti, inscenando una vera e propria guerra sportiva, come si conviene alle squadre che lottano per la sopravvivenza. Non sarà sicuramente partita da “abatini”… Ai labronici mancheranno Coda e Greco (in gol contro gli emiliani), ma queste sono considerazioni effimere. I toscani verranno a randellare e ripartire con gente veloce e tosta come Emeghara e Paulinho. Quindi, attenzione assoluta e cuore grande come una casa. E la casa i ragazzi l’avranno, perché il “Massimino”, giocoforza, dovrà essere una bolgia. Mi piace, al proposito, citare un “tweet” di capitan lzco che chiama a raccolta tutti i tifosi per domenica. Ha ragione, dovrà essere il pubblico l’uomo in più. Il Livorno dovrà comprendere di avere sportivamente contro una città intera che spinge alla vittoria la propria squadra. Lo ripeto sempre: è proprio nei momenti più delicati che il vero tifoso viene fuori e sostiene a più non posso, mettendo da parte mugugni, critiche, lamentele, seppur sacrosante e giustificate. È il momento di stare uniti e lottare insieme. E insieme potremo farcela!!! Let’s go, Liotru, let’s go!!!