Dignità e chiarezza

Gyomber, migliore dei suoi a Milano...

Gyomber, migliore dei suoi a Milano... 

Il commento di Max Licari sottolinea positivamente l'esordio di Pellegrino, chiedendo alla società di fornire garanzie ai tifosi.

Maurizio, una dignitosa "prima" in A
Il primo pensiero va a Pellegrino. Probabilmente avrà sognato un risultato diverso, ma la sua prima partita da allenatore in massima divisione non può che promuoverne la diligenza tattica e la capacità di restituire dignità a una formazione per molti versi già sintonizzata su altre frequenze dal tragico secondo tempo di Reggio Emilia. Almeno, sotto questo profilo, si è vista una squadra messa in campo con raziocinio e incline a chiudere un campionato disastroso senza ulteriori sbracature. certo, con tutti i suoi limiti, con tutte le magagne che ne hanno fatto una legittima "ultima della classe", ma quello che gli si è chiesto all'atto dell'insediamento nella panchina rossazzurra, a primo acchito, lo sta tramutando in realtà. Chiudere a testa alta, senza procurare vergogne a una tifoseria già duramente colpita da un torneo "pensato" male, condotto peggio e concluso, seppure la mera ragione matematica non lo attesti ancora, nella maniera più logica, con una retrocessione "epica". E già, epica, in quanto scendere in B con le concorrenti attuali, nel peggior campionato degli ultimi 20 anni, è impresa da farsi ricordare a lungo.

Un 4-2-3-1 interessante
Il tecnico etneo ha presentato un 4-2-3-1 abbastanza compatto e basato sul possesso palla che per 20' ha messo in difficoltà un Milan compassato, giungendo a insidiare la porta di Abbiati con un bel tiro a giro di Barrientos. Peccato che, come troppo spesso succede, al primo tiro in porta, si prenda gol. Il tiro di Montolivo da Viale Certosa, colpevolmente accompagnato in porta sul suo palo da un lento Andujar, è l'emblema della balorda stagione del Catania. Come terrificante in negativo è il rendimento dell'estremo argentino che, bontà sua, disputerà il Mondiale in Brasile. Evidentemente, in Argentina il livello è tale che Romero-Andujar sia da considerare il "meglio"... Sui motivi per cui Mariano, già del Napoli, sia stato impiegato ancora una volta da titolare, molto bene ha fatto Maurizio a fornire spiegazioni convincenti in Sala Stampa: Frison non era ancora pronto, ma alla prossima sarà in campo... e la prossima sarà sabato prossimo con la Samp dell'ex Mihajlovic. Impensabile, anche per motivi ambientali, che il Catania si presenti con Andujar fra i pali al "Massimino". Sarebbe un ulteriore errore nell'ambito di un campionato in cui molti ne sono stati commessi. Tuttavia, il prosieguo del match dei rossazzurri, seppur come al solito assai poco concreti sotto porta (da registrare una sola parata di Abbiati su punizione di Lodi da 30 metri), è apparso sufficientemente consono all'impegno. Certo, i rossoneri degli abulici kakà e Balotelli hanno giocato sotto ritmo, ma il Catania, anche quando è andato in inferiorità numerica per l'espulsione di Rinaudo, non si è disunito e, anzi, fino all'ultimo ha tentato di impensierire Rami, Bonera e Mexes, non ricevendo dal solito modesto De Marco il solito, solito, solito sacrosanto rigore per fallo di mani del biondo centrale francese (giocatore assai sopravvalutato nella sua carriera) in piena area. Soprassediamo. Ma si è vista una squadra viva, non rassegnata. Buona la prestazione di Gyomber a destra, sebbene non nel suo ruolo naturale di centrale difensivo; bene anche Rolin e Plasil nel ruolo di trequartista. Come di consueto altalenante Barrientos, malgrado le giocate più importanti siano giunte tutte dai suoi piedi. Da sottolineare, a proposito del "pitu", una decisione societaria che ha fatto discutere sui social network fin da subito i tifosi: la fascia da capitano sul suo braccio, e non su quello di Spolli, essendo Izco in panchina. Al di là del giudizio di merito, un chiaro segnale che potrebbe aprire scenari imprevisti per il futuro: che il giocatore si sia convinto a restare anche in una categoria inferiore e la società decisa a farne il perno della rinascita? Sotto tono, ma non una novità, l'irriconoscibile Lodi di questa sua "seconda vita" in rossazzurro. Non in grande giornata Bergessio, come sempre apparso troppo isolato in avanti. Del tutto negativa la prova, invece, dei due giocatori più deludenti della già deludente annata etnea: Leto, impalpabile, e Monzon, mai capace di mettere in difficoltà il Milan con una sgroppata o un cross dei suoi (sempre ipoteticamente, cioè in fiducia rispetto a quanto l'ex Lione ha dimostrato in passato di saper fare). Da segnalare, in ogni caso, la buona verve con cui è entrato al posto del "lavandina" nel finale. quello che si chiede ,adesso, a Pellegrino è di continuare su questa strada e di presentare sabato prossimo una squadra altrettanto "decente", in grado di non regalare nulla ai blucerchiati e tentare di dare una piccola soddisfazione ai tifosi. Proseguire sulla strada della dignità, insomma.

Chiarezza e programmi
Bisogna fare i conti con la realtà di un meritatissimo ultimo posto che, a 5 turni dal termine con 8 punti di distacco dal Bologna quart'ultimo, significa fallimento tecnico solo da certificare e ratificare. Lo dicono i numeri, "tutti" i numeri, lo dicono le scelte estive e invernali, lo dicono le prestazioni. La società deve prenderne atto e, come richiesto da tutta la tifoseria, quella che con passione soffre ogni settimana allo stadio, al più presto, con estrema chiarezza, fornire le garanzie di un solido progetto di pronta risalita in A. Chiaramente, senza più alibi. Non ci sta che il Catania, questo Catania, non programmi e poi realizzi un campionato di vertice in cadetteria che riporti la città e "questa" tifoseria, sempre in prima linea e scevra da macchie, dove gli compete, immediatamente e senza passare per il via. Chiarire i ruoli societari, in specie riguardo a Pablo Cosentino, il personaggio maggiormente "nel mirino" della piazza al momento; inserire una figura di provata esperienza nel calcio italiano (a maggior ragione in un campionato difficile e particolare come la B) che in questa stagione, risultati alla mano, è mancata come il pane; stabilire da quali giocatori si debba ripartire, la famosa "ossatura" da mantenere in B; fare piazza pulita di chi non se la sente più di lottare per questa maglia; indicare i ruoli in cui devono essere innestati i rinforzi, nella consapevolezza dei nuovi parametri sia in fatto di tetto ingaggi sia a livello di under 21 e 23. e poi prenderli concretamente, questi rinforzi... Questo chiede al più presto la piazza. E questo, ne sono certo, sarà il prossimo passo comunicazionale del presidente Pulvirenti, responsabile primo della società, colui che si assume tutte le responsabilità nella buona e nella cattiva sorte, quando vi sono da incamerare elogi per uno splendido ottavo posto o digerire sacrosante critiche per una retrocessione evitabile. Il resto è poesia.