Catania-Vibonese 1-0: Brutti e fortunati

Mazzarani festeggia dopo il gol fortunoso

Mazzarani festeggia dopo il gol fortunoso 

Anche in casa si registra un'involuzione nel gioco: tre punti conquistati più con la buona sorte che col merito.

A dispetto dei tre punti portati a casa da Mazzarani e compagni, non si può certo dire che la domenica vissuta dai sostenitori rossazzurri sia stata soddisfacente. L'unico aspetto che consola è la nuova veste della classifica, che vede il Catania nuovamente a ridosso della zona playoff (-1 dal trio Casertana-Fidelis Andria-Monopoli), con le squadre in lotta per la salvezza a distanza di sicurezza (+4 l'attuale vantaggio sui playout). Ma tutto ciò rischia di essere compromesso se non si inverte la tradizione negativa fuori casa e se non si registreranno miglioramenti sul piano della prestazione, oggi decisamente deludente. D'altronde, non si può pretendere che San Pisseri faccia miracoli ogni domenica (anche se il numero 12 etneo si sta parecchio impegnando in tal senso).

La rivoluzione di Pino Rigoli
Complici l'indisponibilità di Biagianti e le condizioni non perfette di Bucolo, Pino Rigoli decide di rivoluzionare l'11 titolare andando ad operare scelte inedite anche nel reparto d'attacco. La novità più sorprendente è l'esordio da titolare di Valerio Anastasi, preferito nel ruolo di centravanti ai sin qui deludenti Paolucci e Calil; il tridente viene completato da Di Grazia (al rientro dopo la chiacchierata esclusione di Francavilla Fontana) e dal redivivo Russotto, che non partiva dal 1° minuto dalla trasferta di Melfi; a centrocampo Bucolo viene rimpiazzato da Scoppa e nonostante le caratteristiche meno difensive di quest'ultimo il tecnico di Raccuja gli affianca due che interditori non lo sono di certo, ovvero Fornito e Mazzarani (arretrato a mezzala dopo che nelle ultime uscite aveva giocato da esterno offensivo).
Dal canto suo, l'allenatore della Vibonese Costantino adotta un apparentemente abbottonato 4-4-1-1 che però in fase di possesso palla si trasforma in un intraprendente 4-2-3-1, con la cabina di regia affidata al catanese Giuffrida mentre il suo compagno di reparto Legras ha il compito di non far respirare Scoppa.

Primo tempo: Catania non pervenuto
Nella prima frazione di gioco, dopo il gol sfiorato in avvio da Anastasi con un colpo di testa su calcio d'angolo, la Vibonese prende il controllo del match e prevale sul Catania in entrambe le fasi di gioco. Rispetto agli uomini di casa, infatti, quelli di Costantino riescono a gestire il pallone con semplicità evitando di buttarlo a casaccio. Essendo un po' “leggerini” davanti, non mettono in apprensione la retroguardia etnea ma creano l'unica vera occasione del primo tempo, caratterizzata dalla doppia traversa (Bastrini verso la sua porta prima, Paparusso poi). Deludenti, invece, i rossazzurri. Scoppa, ingabbiato dal pressing avversario, non riesce ad impostare come si deve. Si potrebbero cercare spunti sulle fasce ma è Rigoli a comprometterli accentrando Russotto. Forse il tecnico del Catania vorrebbe incentivare gli inserimenti propiziati dalle sponde di Anastasi, ma il centravanti catanese non vive una grande giornata in tal senso, anche se è ancora lui ad impensierire Russo al 44° anticipando la sua uscita su un lancio in profondità di Di Grazia.

Timidi progressi nella ripresa
La doppia traversa centrata da Di Cecco e Mazzarani al primo minuto della ripresa, oltre a pareggiare il conto dei legni, fa capire che il Catania è rientrato carico dagli spogliatoi. Oltre al risveglio psicologico c'è anche un correttivo tattico. Rigoli dispone i suoi con un rombo atipico, in cui schiera Di Grazia da trequartista e Russotto da seconda punta. Ciò migliora sensibilmente le trame di gioco anche se per vedere tiri verso la porta difesa da Russo ci si affida unicamente alle iniziative personali e alle conclusioni da lontano (la più pericolosa delle quali, quella di Russotto al minuto numero 59, si stampa ancora sulla traversa). Nell'unica grave ingenuità commessa dalla difesa etnea nella propria area la Vibonese (molto più attendista che nella prima frazione di gioco) dimostra di poter far male, ma quando Pisseri è in giornata (cioè, quasi sempre) non c'è nulla da fare, e gli applausi scroscianti del “Massimino” lo testimoniano. Più passano i minuti e più diminuiscono le speranze di vedere un gol del Catania. L'ingresso di Bucolo al posto di Scoppa serve a dare la necessaria solidità ad un centrocampo un po' ballerino ma non sblocca la partita dalla metà campo in su. Anche Paolucci, entrato al posto di un Anastasi in chiaroscuro, non riesce a dare un contributo fattivo. Ma la buona sorte ci vede rossazzurro e al 76° fa in modo che un tiro dell'acciaccato Mazzarani, che stava per essere rimpiazzato da Piscitella, venga deviato e si insacchi nella rete degli ospiti. A quel punto al posto del numero 32 entra Piermarteri col compito di dare una mano in mediana. I padroni di casa non riescono ad imbastire occasioni per il raddoppio ma non corrono sostanziali rischi in difesa, portando a casa 3 punti non molto meritati per quanto prodotto.

A Cosenza il Catania deve guardarsi...da sé stesso
Dal prossimo turno avrà inizio la parte centrale della stagione, per la quale il calendario di Lega Pro prevede, per il girone C, partite disputate il sabato pomeriggio (salvo anticipi, posticipi e turni infrasettimanali). Quel che è certo è che per rivedere il Catania di domenica si dovrà aspettare il mese di marzo. La prima avversaria di questa fase sarà il Cosenza, squadra che attualmente presidia la stessa posizione occupata l'anno scorso a fine campionato: la quinta. Come “prova del nove” da trasferta, dunque, niente male. I calabresi sono guidati dal confermato Giorgio Roselli e rispetto alla scorsa stagione hanno cambiato alcuni giocatori (non ci sono più Ciancio, Arrigoni, Fiordilino, Vutov ed Arrighini, ma sono arrivati Mungo, Capece e Gambino). Numeri alla mano i rossoblù appaiono un po' più incisivi in fase realizzativa ma al contempo un po' meno solidi in difesa, come testimoniato dalle tre sconfitte collezionate, nell'arco di un mese, nelle ultime cinque partite (l'ultima delle quali oggi al “De Simone” contro il Siracusa di Baiocco). Ma come sappiamo il primo nemico del Catania nelle gare fuori casa non è l'avversario di turno, ma il Catania stesso. I freddi risultati per il momento salvano la panchina di Rigoli, ma come già sottolineato in precedenza, cercare di migliorare sensibilmente sotto il profilo del gioco è un dovere del tecnico e dell'intero gruppo.