Catania-Pro Vercelli: uscire dal tunnel

Alex Rosina, il

Alex Rosina, il "faro" etneo... 

La presentazione della gara del "Massimino" tra etnei e piemontesi. Gara da vincere in ottica salvezza...

I frutti della rifondazione
La rovinosa sconfitta di Lanciano – soltanto l’ultima di una sere infinita di cadute catastrofiche – ha fatto calare il sipario sulle residue speranze di potere agganciare il treno play-off. Debacle pesantissima che va oltre le tre sberle incassate dai rossoneri d’Abruzzo: squadra passiva, atleticamente a pezzi, priva di voglia di lottare e di reagire alle avversità. Per non parlare della classifica, sempre più deficitaria: penultimo posto, in coabitazione con Latina e Crotone, a quattro punti dal sestultimo posto (occupato attualmente dalla Virtus Entella) che equivale la salvezza. Di male in peggio, insomma. Scenario impensabile ma che, all’alba del girone di ritorno, è diventato tremendamente attuale e preoccupante. Momento assai critico, che si prolunga nel tempo – tre sconfitte nelle ultime tre gare – come un tunnel infinito dal quale non si riesce a scorgere la via d’uscita.

Per trovare spiragli di luce la società etnea ha provato le carte della rifondazione e della rivoluzione. In appena due settimane il volto dei rossazzurri è cambiato drasticamente: via gran parte dei senatori – diversi sudamericani – dentro un numero cospicuo di italiani di “categoria”, profondi conoscitori delle insidie presenti nel purgatorio della cadetteria. Sciaudone, Ceccarelli, Schiavi e Mazzotta nel corso di questa settimana, Belmonte, Coppola e Maniero in quella che ha preceduto Lanciano. Catania rivoltato come un calzino, da cima a fondo, ed affidato alle mani di Dario Marcolin. A lui l’arduo compito di assemblare il tutto nel più breve, brevissimo, tempo possibile e di tirar fuori quanto prima l’Elefante dalle torbide acque della zona retrocessione. Nonostante ci sia un intero girone di ritorno da affrontare – con 60 punti a disposizione – l’obiettivo dei rossazzurri è esclusivamente la salvezza. Mantenere la categoria, salvare la nave che affonda, fondare basi solide per puntare al ritorno nel paradiso perduto (alias la Serie A) nella prossima stagione.

All’orizzonte ecco il doppio turno interno contro altrettante matricole: la Pro Vercelli venerdì sera, il Perugia sabato 31 gennaio. Una alla volta. Si parte coi bianchi di Piemonte, ottavi della classe (a pari merito col Pescara), che nella gara d’andata rifilarono una cocente sconfitta (la prima di una lunga serie) ai rossazzurri allenati dal “primo” Pellegrino. Formazione compatta, operaia, che ha nel bomber Ettore Marchi (11 reti in stagione) l’elemento di spicco. Così come avvenuto a Lanciano per gli etnei si prospetta un’altra gara scorbutica contro una squadra ben rodata in ogni reparto. Ma un punto debole la formazione vercellese ce l’ha: il rendimento in trasferta. Con sette punti – due vittorie, un pareggio e ben otto sconfitte – i piemontesi “vantano” ( si fa per dire) uno dei peggiori score in campo avverso. Peggio dei bianchi soltanto Varese (4 punti) e, manco a dirlo, il Catania con appena due punticini. Una miseria.

Sotto con la Pro in un “Massimino” che sarà nuovamente ripopolato dall’ormai disilluso Popolo Rossazzurro, pronto a rientrare dalla porta d’ingresso dopo un rigido astensionismo figlio di scelte societarie non condivise. Oltre al salvataggio della categoria i calciatori affidati a mister Marcolin avranno un altro arduo compito: tramutare vuoti in presenze tramutare, fischi in applausi. Meritarsi tutti quegli undicimila e più abbonati che in estate diedero fiducia ad un progetto miseramente naufragato. “Siate folli, siate affamati, siate umili, siate Elefanti!”