9 Giugno 2002: una storia da tramandare di padre in figlio

"Noli offendere Patriam Agathae quia ultrix iniuriarum est" 

Sedici anni fa come oggi il Catania pareggiava per 0-0 a Taranto conquistando la promozione in B

È un sabato mattina di prima estate. Nella città dell’Elefante si respira a pieni polmoni l’atmosfera del grande evento. Malgrado il sole non sia ancora alto nel cielo, Catania è sveglissima come non mai. Vispa ed elettrica, come la voglia dei catanesi di assiepare in ogni ordine di posto lo stadio “Angelo Massimino”. In città non si parla d’altro, soltanto della gara di ritorno con il Siena. “Ce la faranno i nostri eroi ad arrivare a Pescara?!” La frase ricorrente è questa, anche più delle amministrative che riempiranno il menù catanese di domenica 10 giugno 2018.

Ma è ancora sabato, per giunta mattina. Piazza Duomo è bella e raggiante, come sempre. Turisti si confondono con gli indigeni, attirati come api dal miele dai profumi, dai colori e dai suoni del mercato del pesce. Schizzi di Amenano rimbalzano sulla busta della spesa di un ottantenne ben curato. Altri, ancor più birichini, solleticano il volto di un ragazzino di dodici anni che cammina mano nella mano con quel distinto uomo, dalla camicia bianca a righe blu, dalla quale s’intravede distintamente una canottiera. Sono nonno e nipote, già di rientro dalla Pescheria ma ancora intenti a gustarsi il cuore della città etnea.
Il ragazzino, vispo ed arguto, passando dinnanzi alla Cattedrale è folgorato da un acronimo già visto da qualche altra parte: “Nonno, ma cosa vuol dire ‘N.O.P.A.Q.U.I.E’?”

“Umberto – risponde il nonno – è una locuzione latina, un monito a tutti coloro che osano offendere la nostra Catania. Non offendere la Patria di Agata, perché ella vendica le ingiurie!”

“Nonno, nonno – si fa ancor più insistente Umberto – ma perché hanno scolpito nella facciata della Cattedrale uno striscione dei tifosi del Catania?”

Il buon uomo, stupito, arresta il passo di botto. Sorridendo, incuriosito più dello stesso Umberto, gli risponde: “Ah, ho capito! Stai parlando del 9 giugno 2002, di Taranto! Eheheh, cunnuteddu! Devi sapere che sono stati i nostri tifosi a prendere in prestito questa frase e non gli abili scalpellini ad inciderla sul marmo della nostra Cattedrale secoli e secoli fa. Ma…senti un po’ come fai a sapere che questa frase è stata utilizzata anche in uno striscione?”

Gli impavidi tifosi catanesi nell'inferno di Taranto 



“Nonno, l’ho letta nello studio di papà. Dietro alla sua scrivania, tra un attestato di partecipazione ad un corso di aggiornamento e una laurea, c’è proprio questa foto, insieme a delle altre tutte rossazzurre: il “bandierone” sventolato dalla Curva Nord contro l’Albinoleffe; lo stadio di Roma tutto di rossazzurro; il gol di Mascara a Palermo da centrocampo ed altri ancora…”
“Ah ah ah – ride di gusto il nonno – Certo, Umberto, parli del 28 maggio 2006, del 25 giugno 1983, dell’ 1 marzo 2009. Sicuramente ci saranno anche 13 maggio 1995, 25 aprile 1999 e 18 maggio 2008. Impossibile dimenticarli, come oggi che è il 9 giugno! Che festa!”

“Nonno, nonno – chiede con insistenza Umberto – ma perché le chiami così e soprattutto perché oggi sei così contento?”
“Eeeeeh niputeddu miu - agita la testa sapientemente il nonno – devi sapere che per me ognuna di queste date è un ricordo carico di emozioni. Ho trasmesso questa passione a tuo padre, quando era picciriddu, macari cchiù nicu di tia e di to’ frati Michele ca oggi fa siricianni!”

“Per questo le nomini in continuazione anche durante gli altri giorni dell’anno?” – domanda ancor più incuriosito il piccolo.

Sorridendo, il nonno, con lo sguardo seminascosto dalle gote arricciate, accarezza il nipote così come solo un nonno sa fare: “Mi piace ricordarli, perché è come quando si festeggia il compleanno di una persona a cui vuoi molto bene. Hai il cuore pieno di gioia, il suo nome ti rallegra il cuore, come se fosse uno di famiglia”.
Sorride Umberto, sazio della spiegazione ma non di parlare con l’amato nonno: “Sai che domani papà mi porterà allo stadio a vedere la partita contro il Siena?”

“Davvero! – esclama il nonno – Andate lo stesso allo stadio con la mamma che è in attesa del fratellino?”
“Sì, nonno. Il dottore, che poi è papà, dice che dovrebbe nascere dal 16 giugno in poi. Forse lo chiameranno Davis o Marco. Ho sentito anche Kalifa e Maks, ma la mamma non era proprio convinta…”

“Ah ah ah – ride ancor più di cuore il nonno – Non cancia mai il mio Aldo Ennio, tuttu so patri. Sicuramente, al di là del nome, sarà un'altra grande emozione, sperando di festeggiarla anche per un altro motivo... così come quel meraviglioso 9 giugno 2002, quando dopo aver vinto la gara di andata per 1-0, il Catania di Pellegrino e Graziani riuscì a strappare la Serie B al Taranto con un sofferto 0-0. Un pareggio dal sapore di vittoria, così come quello striscione sventolato proprio dopo il triplice fischio finale dell’arbitro Mazzoleni di Bergamo. Non offendere la patria di Agata perche ella ne vendica le ingiurie. E così fu!”

“Iezzo, Zeoli, Baronchelli, De Martis, Bonomi, Cordone, Bussi, Pane, Fini, Baggio e Cicconi! Vedi nonno, è come una filastrocca che conosco a memoria!”

“Ma come fai a saperla tutta? Nel 2002 non eri ancora nato” – chiede sbalordito l’anziano.
“Eh eh eh, nonno, nonno – si pavoneggia Umberto – sono nato il 28 maggio 2006, ma la nostra storia la conosco bene. In fondo, sei stato tu a tramandarla a papà e lui a me…”