15.000 baci

I tifosi festeggiano i rossazzurri che ringraziano girando settore per settore

I tifosi festeggiano i rossazzurri che ringraziano girando settore per settore 

Max Licari sull'importante e sofferta vittoria interna sul San Luca. Risultato che conta, c'è da lavorare sodo.

La festa della rinascita

Mi sono commosso. Rivedere allo stadio tanti fratelli rossazzurri "dispersi" durante gli ultimi tragici anni di "mala gestio" costituisce il più evidente successo della nuova compagine societaria chiamata ad aprire una nuova era targata Liotru. Quindicimila tifosi festanti al "Massimino" non si vedevano da tempo e non si poteva pensare di cominciare meglio. È questo il dato fondamentale dell'esordio stagionale casalingo di mercoledì sera, il fattore che oscura tutto il resto. Le curve piene, le tribune in delirio, il giro di campo di Pelligra, l'emozione evidente di Grella, questi sono i frame guida della serata storica vissuta nel vetusto impianto di Cibali. La partita, la vittoria, la sofferenza, di contro, rappresentano elementi sì rilevanti, ma inevitabilmente accessori. Certo, "il sugo" è e sarà far punti e vincere il campionato, ritornando immediatamente fra i professionisti; quindi, il lavoro di Ferraro e il rendimento dei giocatori, giustamente e legittimamente, dovrà essere monitorato con serietà e imparzialità. Pacifico.

Non cominciamo con le esagerazioni, in un senso o nell'altro

Tuttavia, emettere giudizi "tranchant" dopo due partite, peraltro comunque vinte, mi sembra non solo prematuro, ma addirittura pericoloso. È indubbio che il match al cospetto dei calabresi non possa essere destinato all'imperitura menzione fra le esibizioni tecniche del sodalizio dell'Elefante, però non bisogna dimenticare la categoria di appartenenza e, soprattutto, le pressioni cui sono sottoposti i giocatori rossazzurri, condannati sempre a vincere e convincere. La realtà è più semplice di ciò che si possa pensare: ancora la squadra non è al massimo sotto il profilo atletico e dell'amalgama tecnico-tattico e fa un po' di fatica a sviluppare gioco. Non sono al massimo, soprattutto, alcuni giocatori chiave. Se pensiamo a De Luca e Sarao, per esempio. Oppure a Litteri e Giovinco, il quale addirittura ancora non ha mai giocato in campionato. Lo stesso Jefferson ancora deve mettersi al pari con gli altri ed è andato in tribuna. Addirittura, si pensa a tesserare Sarno (presente allo stadio in tribuna), un altro attaccante dalle caratteristiche simili ai tanti trequartisti ed esterni di fantasia già presenti in rosa. La differenza rispetto agli avversari dovranno farla in special modo tali individualità e, ancora, siamo nel fase dei "lavori in corso". Pazienza, ci vuole un pizzico di calma e serenità, nell'attesa che tutto combaci secondo i piani della dirigenza e del tecnico. Del resto, lo stesso fatto che, pur non essendo al massimo, si vinca può voler dire qualcosa di importante.

La vittoria della caparbietà

Innanzitutto, complimenti al San Luca. Non era facile per i ragazzi di Cozza scendere in campo davanti a 15.000 spettatori (giustamente qualche giocatore calabrese in panchina ha voluto filmare con il proprio telefonino quello spettacolo), ma lo hanno fatto con grinta e personalità e, alla fine, non si sarebbe gridato allo scandalo se avessero portato a casa il pareggio. Il Catania, pur con un buon inizio condito dal gol al 13' di Rapisarda, complice un errore difensivo degli ospiti, non è riuscito a prendere in mano le redini del gioco, soprattutto in mediana, dove la quantità del positivo Rizzo non è bastata ad arginare la fisicità degli avversari. Ci si è abbassati troppo sulla trequarti difensiva, supponendo che la qualità in contropiede degli attaccanti potesse chiudere il match in qualsiasi momento. L'aver riproposto l'identica formazione di Ragusa avrebbe dovuto donare maggiori certezze a Ferraro, ma la condizione non ottimale di alcuni elementi chiave (De Luca e Sarao, in primis) non ha permesso un'espressione di gioco offensivo di grande livello. Meno male che il Chiarella di questo inizio di torneo appare imprendibile per i difensori di categoria. Altro passo quello dell'ex pescarese, capace di far ammonire in sequenza sostanzialmente tutta la difesa calabra, inadatta ad arginarlo. Ma una sola "freccia" non basta, anche perché lo stesso giovane esterno offensivo ancora non appare freddissimo di fronte alla porta avversaria, altrimenti, pur soffrendo, la partita si sarebbe chiusa a metà ripresa quando, a seguito di uno splendido lancio di Lodi, si è presentato davanti all'estremo difensore del San Luca, facendosi ipnotizzare. In mezzo, tanta corsa e sana "cattiveria agonistica" di Carbone e soci, oltre a un buon livello di pressing e di trame di gioco in mediana, meritatamente premiate da un rigore che, alla luce delle immagini televisive, non c'era, ma conta poco, giacché mai dobbiamo obliare il livello della categoria anche sotto il profilo arbitrale. Il signor Manzo ha fischiato l'intervento sulla palla di Bethers, assegnando la massima punizione, e lo stesso Carbone ha trasformato al 55', ponendo gli ospiti a un passo dal sogno di conseguire un risultato positivo nel tempio del "Massimino". Da quel momento in poi, l'arbitro ci ha capito veramente poco, perdendo il controllo di un match sempre più nervoso e teso (come testimoniano le espulsioni di Rogac e del 2004 Vitale, in verità assai ingenuo). Il pressing offensivo un po' macchinoso del Catania si è fatto più evidente, ma la suddetta palla gol fallita da Chiarella ha inasprito ancor più il tenore agonistico. I cambi di Ferraro, ovviamente di stampo offensivo (fuori anche Lodi) hanno avuto la propria ragion d'essere nell'ingresso in campo di Andrea Russotto, nettamente il più in forma dopo il medesimo Chiarella. Il 7 etneo ha conferito vivacità e qualità alla trequarti rossazzurra, andando infine ad incidere in modo definitivo attraverso l'assunzione di responsabilità della battuta del rigore, francamente un po' generoso (probabilmente per spirito compensativo, dato l'errore in occasione del penalty calabro), concesso nel finale al Catania. Trasformazione impeccabile e tre punti importantissimi in saccoccia. Solo questo conta a queste latitudini. Scappare dall'inferno della D. Dovremo farlo tutti insieme.

A Licata per crescere

Non è mai facile per il Catania giocare a Licata, trasferta tradizionalmente ostica. Non inganni la classifica, quella agrigentina è un buona compagine di categoria che, se non affrontata al meglio, potrebbe dare parecchio fastidio agli etnei. Ferraro dovrà necessariamente alternare gli uomini, sia per gli impegni ravvicinati (incombe la Vibonese, diretta concorrente alla promozione, mercoledì prossimo al "Massimino"), sia per l'evidente necessità per alcuni di rifiatare. Inoltre, la squalifica di Vitale, quasi sicuramente farà virare il trainer campano verso l'impiego del portierino 2004 Groaz, con conseguente impiego di un under più esperto a centrocampo (Alessandro Russotto?). Vedremo quali saranno le scelte. Tuttavia, ciò che importerà realmente sarà l'atteggiamento complessivo della squadra. Attenzione, grinta, concentrazione e... corsa! Solo così, in questa categoria, si possono ottenere risultati. E ben lo sa lo stesso Ferraro. Fiducia! LET'S GO, LIOTRU, LET'S GO!!!