Amaro Jefferson

Il brasiliano Jefferson, pantaloncino numero 79, festeggiato dai compagni dopo il suo gol alla Vibonese

Il brasiliano Jefferson, pantaloncino numero 79, festeggiato dai compagni dopo il suo gol alla Vibonese 

Max Licari sulla pesante vittoria rossazzurra contro la Vibonese. Forchignone superstar, cresce il gioco. Ok il brasiliano.

Indiscutibilmente...

Se a qualcuno poteva esser venuto lo sghiribizzo di nutrire qualche dubbio sulla reale forza dell'organico rossazzurro, il pomeriggio del "Massimino" potrebbe averglielo fugato se non definitivamente, troppo presto per emettere giudizi conclusivi, almeno in buona parte, donandogli inoltre una buona dose di serenità e fiducia. Al cospetto di un'ottima compagine di categoria come la Vibonese, a ragione fra le favorite del torneo, capitan Lodi e compagni hanno sciorinato una prestazione sicura, quasi sempre convincente e, soprattutto, vincente, l'unica cosa che realmente conti durante questa stagione di "discesa agli Inferi" del dilettantismo calcistico nostrano. Un 3-0 inappellabile, condito anche da belle giocate, che solo ai più distratti potrebbe in qualche modo parere condizionato dalla prematura espulsione (21') del frastornato difensore calabro Basualdo. In realtà, i padroni di casa avrebbero vinto largamente anche in parità numerica, come dimostrato fin lì dallo svolgimento del gioco e dalla differenza visibile di organico emersa dalle inevitabili sostituzioni della ripresa. Nessuna discussione, nessuna possibile recriminazione da parte degli uomini di mister Modica. I 9.000 del vecchio impianto di Cibali, penalizzato fortemente in termini di afflusso dall'orario pomeridiano infrasettimanale, hanno così potuto ammirare una bella partita, ben giocata, potendo vieppiù gioire per il rotondo successo dell'undici di Ferraro, il quale trova non solo l'ennesima vittoria (quarta su quattro match), ma anche un gioco più fluido e trame maggiormente articolate a partire dal centrocampo. Nel postgara, giustamente, il trainer campano ha tenuto a sottolineare questo aspetto, nella consapevolezza di avere a disposizione una Ferrari che, finalmente, sta cominciando a immettere un quantitativo più corposo di benzina nel serbatoio. Bella la festa finale del pubblico insieme ai giocatori, a cementare un'intesa sempre più vera, così come le foto diffuse dalla pagina Facebook ufficiale del Catania, raffiguranti un soddisfatto "Zu Saro" seduto in treno a Washington con il laptop acceso sulla diretta della gara dei suoi ragazzi. Adesso, con 12 punti in saccoccia, si può cominciare a "ragionare", ponendo nel mirino l'attuale più diretta antagonista, il Lamezia, capace di tenere lo stesso passo dei rossazzurri.

La bella gioventù

Il Catania non ha solo tanti "over" importanti. Ha anche molti "under" di valore. Ne è lampante esempio proprio il match al cospetto dei rossoblù calabresi, deciso dalle prime reti in maglia catanese di "baby" Vitale (2004) e Forchignone (2003). Se consideriamo il rendimento di Bethers, di Castellini o di Chiarella, solo per menzionare gli altri ragazzini terribili scelti da Laneri in estate, rapidamente in grado di mettersi in luce in questo inizio di campionato, non si può che rimanere soddisfatti. Sempre tra i migliori in campo, sempre "dentro" la gara, sempre positivi nell'atteggiamento anche in occasione di qualche inevitabile e fisiologico errorino di gioventù. Sono una risorsa importantissima e presto, oltre al certo tesserando Agostinho, potrebbe giungere un ulteriore 2004 a sostituire lo sfortunato mediano Scognamiglio. Costituiscono il futuro della nostra squadra, necessario aiutarli e supportarli in tutte le forme e in tutte le circostanze.

Tante assenze, belle presenze

A mister Ferraro mancava mezza squadra, fra l'altro elementi fra i più "on fire" come Chiarella e De Luca, ma la profondità della rosa etnea fa la differenza. Il tecnico mette in campo il 4-3-3 più scontato alla vigilia, con il rientro di Lodi e Vitale in mezzo e il tandem di esterni Forchignone-Giovinco a supporto di Sarao. Contro il 4-3-3 "zemaniano" di Modica, è necessario reggere il pressing e aprire il gioco in verticale proprio sugli esterni, esattamente ciò che i rossazzurri, evidentemente ben "catechizzati" dall'allenatore, fanno fin dai primi minuti, soprattutto con lo scatenato ragazzino di scuola Sassuolo, migliore in campo per distacco. Impressionanti le sue accelerazioni e i suoi dribbling, assolutamente imprendibile per il buon Basualdo che, con un paio di falli ben assestati, saluta la truppa rossoblù dopo una ventina di minuti per doppia ammonizione, scompaginando il piano partita del proprio tecnico, costretto a disegnare una sorta di 4-4-1. In ogni caso, il Catania, già dai primi vagiti della disfida, aveva messo le cose in chiaro, passando in vantaggio al 4' con Vitale, abile a imbucarsi in area e battere velocemente in rete, non lasciando scampo all'estremo difensore ospite Rendic. In superiorità numerica, il Catania legittima ancor più la propria superiorità, sfiorando la rete con Sarao e lo stesso Forchignone. Discrete, in mediana, le trame di Lodi e Rizzo, sempre pronti ad aiutare i compagni e rilanciare l'azione. Da riconoscere, comunque, la bontà dell'impianto di gioco della Vibonese, coraggiosa e mai ostruzionista, capace di reggere botta senza subire il raddoppio per tutti i primi 45'. Nella ripresa, il Catania ricomincia nella medesima maniera, con l'imperversante Forchignone, imprendibile sulla corsia esterna destra, il cui cross deviato centra il palo al 47'. La Vibonese, pur in difficoltà, lotta su ogni pallone e non rinunzia a tentare il colpaccio del pari, quasi centrandolo al 49' con Balla (il più tecnico dei suoi), ben stoppato dalla reattività di Bethers. Ma il Catania non demorde, fallendo nei minuti successivi due volte il gol a tu per tu con Rendic, a opera dell'onnipresente Forchignone. I rossazzurri meriterebbero il raddoppio, avendo assommato un numero veramente congruo di palle gol. Ma il Catania ha una panchina forte. L'ingresso di Jefferson (seguito da quello degli esperti Palermo e Sarno) al posto dell'esausto Sarao conduce direttamente al raddoppio al 60': perfetta la girata aerea dell'ariete brasiliano, su cross dalla sinistra di Castellini. Partita meritatamente in ghiaccio, sebbene la Vibonese orgogliosamente tenti fino alla fine di contrastare l'onda rossazzurra (clamorosa la traversa di Albisetti nel finale), anche attraverso la freschezza dei cambi operati da Modica. La terza rete di Forchignone (su cross di Rapisarda e "sfarfallata" dell'incerto Rendic), ineluttabile, suggella una prestazione "monstre" e dà il la al giusto tripudio del pubblico. Ineluttabile e impeccabile, aggiungeremmo. In toto.

Contro il Castrovillari nessuna distrazione

Credersi "già arrivati" sarebbe deleterio. Il campionato è lungo e difficile e non lo vinci solo perché ti chiami Catania. Il cimento Castrovillari, buona compagine calabra che, eccezion fatta per la gara odierna con l'Acireale, persa in casa con un sonoro 0 a 4 (calabresi in dieci dal 17' del primo tempo), ha dato filo da torcere a tutti, cade a fagiolo. Il fatto che domenica prossima si giochi in casa è sicuramente un vantaggio, sarebbe fondamentale sfruttare il doppio turno interno, ma bisognerà fare tanta attenzione e approcciare il match con la giusta umiltà. Il mister recupererà De Luca e non sarà poco. Probabilmente, si farà anche un minimo di turnover, pur non potendo recuperare gli infortunati. Attenzione e "garra"! LET'S GO, LIOTRU, LET'S GO!!!