Virtus Francavilla-Catania 1-0: La misura è colma

Umiliazione targata Rigoli.

Umiliazione targata Rigoli. 

Etnei umiliati dalla filosofia del proprio tecnico prima ancora che dagli encomiabili avversari pugliesi.

Sette giorni fa, al “Massimino”, la vittoria contro il Catanzaro aveva lasciato in eredità il tanto agognato raggiungimento della zona playoff. Si trattava del settimo risultato utile consecutivo che aveva in qualche modo illuso sulla maturità raggiunta dalla squadra di Rigoli, alla quale, per il salto di qualità definitivo, sembrava ormai mancare soltanto il fin troppo rimandato colpo esterno. E invece no, evidentemente ci sbagliavamo. Perché da un 11 che sciorina una prestazione come quella “ammirata” oggi al “Giovanni Paolo II” di Francavilla Fontana non ci si può certo aspettare una rimonta da sogno verso le primissime posizioni del girone. Non che improvvisamente il Catania si sia trasformato in una compagine in lotta per non retrocedere, sia chiaro. Ma con quest'andazzo i pur raggiungibilissimi playoff si configurano come il massimo obiettivo al quale poter ambire quest'anno, senza peraltro coltivare grosse speranze sul cammino che Biagianti e compagni potrebbero inanellare nella coda di stagione. Ciò, ovviamente, a meno che non si assista da qui in avanti, in un cambiamento radicale. Cambiamento che, mercato di gennaio a parte, si può avere solo in due modi: o sostituendo il tecnico con un allenatore dalla vocazione opposta; oppure facendo in modo che sia lo stesso Rigoli a cambiarla, questa vocazione, negli incontri disputati lontano dalle mura amiche.

Il mistero del tridente Calil-Paolucci-Mazzarani
Per cercare di sconfiggere il tabù trasferta, Pino Rigoli mischia le carte e rispetto all'11 sceso in campo dal 1' contro il Catanzaro non si limita alle modifiche “forzate” (De Santis e Bastrini nuova coppia centrale al posto degli squalificati Gil e Bergamelli; Parisi riproposto sull'out difensivo di sinistra per far fronte alle condizioni non perfette di Djordjevic, recuperato in extremis dopo l'infortunio rimediato sette giorni fa al “Massimino” contro i giallorossi), ma va oltre, lasciando in panchina l'uomo in più dei suoi, Di Grazia, per ripescare dal dimenticatoio Calil. La scelta col senno di poi si rivelerà deleteria, ma anche a priori si intuiva come un tridente del genere avrebbe potuto funzionare soltanto nel caso in cui Mazzarani fosse stato utilizzato da trequartista centrale. Invece il tecnico di Raccuja, basandosi su logiche misteriose, piazza sia il brasiliano che l'ex Modena sulla fascia, regalando così de facto un intero reparto, quello avanzato, all'avversario, la cui difesa contiene con sin troppa semplicità i compassatissimi elementi offensivi etnei.
Il tecnico dei padroni di casa Antonio Calabro non cambia il canovaccio tattico che contraddistingue la sua squadra da inizio stagione: un 3-5-2 in che sfrutta la velocità degli esterni (Albertini e Pastore), le geometrie di Galdean e, soprattutto, la verve dello scatenato Nzola, oggi in formato Suazo (versione cagliaritana).

Le alternative in difesa si rivelano meno solide del previsto
Nella prima frazione di gioco il Catania non riesce a sfondare in avanti, non soltanto per i propri limiti ma anche per l'ottima organizzazione della squadra di casa che in fase di non possesso si schiera con una difesa a 5 ed è ulteriormente protetta da una mediana attenta. L'unica distrazione dei pugliesi consente a Paolucci di involarsi verso la porta ed il numero 9 rossazzurro, come accadde anche ad Andria, riesce ad anticipare il portiere avversario in uscita provocandone l'inevitabile intervento falloso. Stavolta però il direttore di gara è all'altezza della situazione ed estrae il cartellino rosso. Se in attacco gli etnei si vedono poco e niente, le cose vanno meglio in difesa, tradizionalmente il fiore all'occhiello dei reparti predisposti da Rigoli. Nonostante 3/4 della linea difensiva siano dei rimpiazzi, si riescono a limitare bene le arrembanti folate della Virtus Francavilla e gli unici pericoli sono provocati da errori individuali di De Santis e Bastrini, i quali vivono una giornata decisamente negativa che potrebbe pesare sulla possibilità di rivederli titolari dopo il rientro di Drausio.

La macchia del dominio di un avversario in inferiorità numerica
Quando Biagianti e compagni rientrano in campo al termine dell'intervallo, vista la superiorità numerica, ci si attende che possano “mangiarsi” da un momento all'altro gli avversari. Invece nell'incredulità dei sostenitori rossazzurri a fare la partita, come prima, più di prima, è la squadra di casa, che comincia il proprio tiro al bersaglio verso la porta difesa (in modo eccezionale, come al solito) da Pisseri. Rigoli non recepisce il messaggio, lascia scorrere minuti preziosi senza adottare le necessarie contromosse. Poi, all'improvviso, richiama in panchina Paolucci per fare entrare Barisic. Se poco comprensibili erano state le scelte iniziali, altrettanto lo è quella riguardante il primo cambio. Dei tre in avanti Paolucci è parso quello più in palla (o meno in difficoltà, se preferite), ma anche a voler rinunciare ad una punta avrebbe avuto molto più senso inserire un elemento veloce in grado di aggredire la fascia. Invece con l'inserimento dello sloveno si continua ad assistere alle passeggiate di uno spaesato Calil che non sembra non capire in quale settore del campo sia opportuno proporsi. Il 4-2-4 della disperazione tentato nell'ultimo quarto d'ora, in cui si rinuncia a Bucolo e si mandano in campo Di Grazia e Russotto, non cambia lo stato delle cose ed espone la retroguardia alle ripartenze biancazzurre. Nzola pecca in fase di finalizzazione in un paio di occasioni, ma all'ultima chance si fa trovare preparato e segna il meritatissimo gol della vittoria.

Vibonese: obiettivo riconquistare la fiducia del pubblico, e forse anche della società
Con la vittoria, giunta in serata, della Fidelis Andria sul Matera, il Catania è stato estromesso dalla zona playoff, che ora dista 3 punti. Un punto e cinque posizioni dietro si trova invece la zona playout. Da queste premesse parte la preparazione per il prossimo impegno casalingo, che domenica 27 vedrà i rossazzurri contrapposti alla Vibonese, compagine in cui milita un ex che rievoca dolci ricordi, Rocco Sabato. Non ci sarà invece Mattia Rossetti, promessa di proprietà del Catania che ad ottobre ha rimediato un infortunio al ginocchio che lo terrà fuori per un po'. Contro i calabresi si tratta dell'ennesima sfida in cui la squadra di Rigoli sarà chiamata a scoprire (o riscoprire) cosa vuol fare da grande: inserirsi di prepotenza nella parte della classifica che conta, o farsi risucchiare pericolosamente nella palude? Quel che è certo è che, dopo l'indegna prestazione odierna, sia il tecnico che i giocatori per riconquistare il pubblico non potranno limitarsi a portare a casa i tre punti, ma dovranno evidenziare dei significativi passi in avanti sotto il profilo della prestazione. Se i difetti che si presentano puntualmente fuori casa dovessero riproporsi anche tra le mura amiche, infatti, per quanto paziente possa essere la dirigenza di via Magenta, la posizione dell'allenatore potrebbe cominciare seriamente a scricchiolare.