Vai col 'Stankeliscius'!

Marchese, ottima prestazione all'Olimpico...

Marchese, ottima prestazione all'Olimpico... 

Il commento al match dell'Olimopico tra biancocelesti e rossazzurri. I temi caldi: la continuità c'è; Montella, altro "scalpo" in saccoccia; in attesa del Pocho.

La continuità c’è
Qualche “tifoso” aveva già vaticinato: 0 punti in 5 partite. Ne sono trascorse 3, Inter in casa, Fiorentina e Lazio in trasferta, il Catania ne ha già incamerati 5. “Carammarsi” a priori, come sempre, è operazione assai pericolosa… Del resto, ciò che maggiormente salta all’occhio dall’analisi di queste prime 8 gare è l’estrema solidità della formazione improntata da Montella, schieramento peraltro rivoltato come un guanto partita dopo partita. I rossazzurri hanno perso una sola volta, a Genova, facendo punti con Juventus, Inter, Fiorentina e Lazio. Con 11 “cioccolatini” in classifica, il Catania naviga a ridosso delle prime posizioni. Senza scandalo alcuno. In pratica, questa squadra sta trovando quello che non aveva, che cercava affannosamente e che tutti i tifosi attendevano con ansia: la continuità di rendimento. La gara di questa sera a Roma, contro la Lazio di Reja seconda in classifica, appare paradigmatica: i rossazzurri hanno fatto la partita, hanno giocato a viso aperto, hanno messo in campo le loro qualità tecniche e, alla fine, hanno portato a casa il meritatissimo risultato, per l’ennesima volta in rimonta. Rimonta, questa sconosciuta fino a tempi recentissimi... Una maturità che fa ben sperare, in specie se andiamo a realizzare il check-up del match odierno, fin dal primo minuto. Si è cominciato male, concedendo troppo spazio a centrocampo e in attacco ai rimaneggiati padroni di casa (senza Dias, Matuzalem, Mauri, Hernanes in panca e a mezzo servizio) e prendendo immediatamente una rete balorda: cross dalla trequarti di Brocchi, Klose e Sculli lasciati soli da Bellusci e Izco, rete facilissima da due passi del tedescone, alla quinta marcatura stagionale. Reazione poco convinta, scarsa incisività in avanti in specie con Maxi e Lazio ancora pericolosa con Sculli, Klose e Cissè nella prima parte di gara. Eppure, lì si è subito visto come la compagine di Montella abbia gli attributi giusti. Non si è persa la testa, si è ricominciato pian pianino a macinare gioco con Lodi e Almiron in mezzo e si è sfiorato il pareggio con una bordata dello stesso centrocampista argentino deviata in angolo dal miracoloso Marchetti. Nella ripresa, sotto di nuovo a testa bassa, Lazio dominata e sempre più rimaneggiata (fuori Biava per l’inguardabile Diakitè) e rete di Bergessio su errore dell’altrettanto inguardabile Stankevicius o "Stakeliscius" che dir si voglia. Gli alibi per la Lazio di Reja, che nel convulso finale ci prova senza fortuna in virtù dell’ingresso del “profeta” Hernanes e del rozzo Kozak, ci sono, perché obiettivamente la coppia centrale messa in campo nella ripresa è da Serie B, tuttavia non si può non sottolineare come gli obiettivi delle due squadre siano profondamente diversi e, di conseguenza, anche le alternative dovrebbero assumere una valenza differente. Ed è proprio qui che casca l’asino. Sinceramente, non mi sembra che sotto questo profilo la Lazio sia superiore al Catania. I subentrati della ripresa in maglia rossazzurra, per me, non sono inferiori alle riserve biancocelesti. Quindi, il risultato, giusto, si configura di adamantina logicità.

Montella, altro “scalpo” in saccoccia
L’Aeroplanino continua a rombare in cielo. Questo inizio di torneo può ritenersi fantastico e, forse, il prodromo di una carriera alla Mancini, altro ex grande giocatore giunto prestissimo ad allenare team di ottimo livello. Dopo aver vinto il duello con Conte, Ranieri e Mihailovic, ecco che sopraggiunge la conquista dello “scalpo” di “nonno” Reja, probabilmente il meno prestigioso, ma sicuramente assai soddisfacente, considerato che al trainer laziale si può imputare di tutto tranne il mancato possesso di un invidiabile bagaglio di esperienza. A mio parere, si è assistito allo scontro tra due scuole di pensiero, quella tradizionalista e difensivista di Edy, che toglie la punta e mette il centrocampista, e quella moderna e sbarazzina di Montella, che toglie una punta e ne mette un’altra. Parliamoci chiaro, altri, forse troppi, allenatori, avrebbero fatto le barricate al solo pensiero di poter portare a casa un pareggio da Roma guidandoil poco blasonato Catania. Giampaolo diceva che non siamo il Barcelona e che conseguentemente, dovevamo accontentarci del pane e formaggio evitando anche di respirare. Montella dice no. Ha tentato di vincere. Questo è il fulcro della questione. E questo è il motivo per cui il tecnico catanese piace tanto ai propri tifosi, compreso al sottoscritto. Ad allenatori invertiti, probabilmente la Lazio avrebbe vinto, proprio perché Edy non avrebbe osato. E, probabilmente, a portieri invertiti il Catania avrebbe incassato i tre punti, visto il partitone di Marchetti, migliore dei suoi, bravissimo specialmente in uscita. Ma questa è un’altra storia… Quando il Catania non incasserà il gol al primo tiro in porta ne riparleremo… Ritorniamo all’Aeroplanino. Ha riproposto il 3-5-2 di Firenze, con la variante dell’attacco pesante composto da Maxi e Bergessio. Devo dire che, alla luce del risultato, si può considerare una scelta felice, anche se Maxi Lopez non è che abbia giocato la miglior partita della sua carriera. Le perplessità sull’impiego contemporaneo dei due centravanti permangono, e non per colpa di Gonzalo che, come al solito. Ha giostrato alla grande in fatto di dinamicità e, alla fine, ha messo a segno un gol di rapina pesantissimo. Per il resto, Izco e Marchese dirimpettai di Radu e Konko ci stanno, così come la riproposizione di Delvecchio a dare sostanza a una mediana tecnica come quella formata da Almiron e Lodi. Anzi, devo dire che in fase di spinta Izco e Marchese mi hanno convinto di più rispetto agli avversari di corsia; in specie il ragazzo di Delia è riuscito a fluidificare con grande generosità, giungendo a confezionare il cross decisivo per il gol di Bergessio. Mi sono piaciuti molto anche Lodi e Almiron, sempre lucidi e propositivi in appoggio e negli inserimenti, così come lo svettante Spolli, a mio parere mostruoso in difesa. E, come a Firenze, mi ha quasi esaltato Montella nei cambi. Nel giro di mezzora, ha messo Lanzafame per Delvecchio, cambiando il modulo di base, per poi mettere dentro Sciacca per Marchese e ricambiarlo, addirittura spostando Izco a sinistra. Ciò significa che tiene in pugno completamente la squadra. Può fare quello che vuole perché sa che verrà seguito ciecamente. Riflettiamoci su questo punto, mi pare importantissimo…

In attesa del Pocho
Ho visto gli highlights di Napoli-Udinese: Lavezzi mostruoso, Napoli in salute e secondo in graduatoria a un punto dalla Juve. Quindi, la gara di sabato pomeriggio risulterà difficilissima. Maggio, Cavani, Hamsik e compagnia vanno ad assemblare un sodalizio compatto e forte in tutti i reparti. Ma di questo Catania ci si può fidare. Mi aspetto nuove sorprese da Montella, magari un pizzico di turn-over, con un Barrientos in prima fila. Ma, soprattutto, noi tutti attendiamo lo stesso spirito mostrato in questo inizio di campionato. Nessuna paura, ce la giochiamo a viso aperto, cercando di mettere sotto anche una delle migliori squadre del campionato, peraltro in grande spolvero pure in Champions League. Chissà, magari si fa qualche punto anche contro i partenopei, giungendo alla “incredibile” cifra di 6 o 8 punti in 4 gare “impossibili”. Alla faccia dei famosi “carammanti” della preveggenza. Caramma che sorpresa!!! Let’s go, Liotru, let’s go!!!