Spiragli di luce

"Ciro Multitasking", a fine gara si giustifica con i tifosi delusi...  

Max Licari sull'incredibile pareggio subito in extremis a Crotone dai rossazzurri. Delusione finale e un eroe: Ciro Multitasking!

Maledizione "cercata"
Quattro punti gettati alle ortiche a tempo scaduto... Ne avrebbe avuto sette, il Catania, un bottino non indifferente se consideriamo il difficile impatto con la categoria. Sicuramente, la sfortuna, quella incombente e apparentemente infinita maledizione che sembra aver colpito il sodalizio di Via Magenta dall'inizio dello scorso campionato, sta giocando il suo importante ruolo, fra pali, occasioni fallite e rigori (già 4 subiti) non del tutto cristallini (inesistente quello di Perugia, poi fallito da Taddei; dubbio quello di Crotone, seppur "viziato" da una colossale ingenuità del giovanissimo Garufi). Ma pensare che questa squadra, anche nell'ambito di questo primo scorcio di torneo cadetto, sia solo sfortunata sarebbe commettere un errore gravissimo. Questa è una squadra che, in vantaggio (insperato a quel punto) a 6 minuti dal termine di Catania-Lanciano, si fa pareggiare a 10'' dal fischio finale in modo assurdo; questa è la squadra che, in vantaggio meritatamente allo "Scida" contro un avversario inferiore e, fin lì, inoffensivo, regala un rigore (seppur, come detto, non limpidissimo) al 93'. Questa è una squadra che, dopo 5 giornate, non ha mai vinto e si trova in coda alla classifica. I numeri parlano chiaro e vanno letti in modo neutro, senza indulgere nel "buonismo" dettato dal troppo amore per quella maglia a strisce verticali rosse e azzurre: 3 punti in classifica, 6 gol realizzati, 8 subiti. La corazzata è da ricercarsi da altre parti, almeno finora. I problemi ci sono e, ancora, sono evidenti. La condizione fisica non è ottimale: l'assetto difensivo commette, pur in giornate come quella di Crotone complessivamente serene, quegli uno-due errori madornale che inficiano tutto il lavoro della squadra (e la sfortuna, in questo senso sì, contribuisce a renderli sempre decisivi); il centrocampo appare ancora troppo scolastico e poco creativo; l'attacco è affidato al solo Calaiò, a mio parere fin qui il migliore come rendimento di tutti i suoi compagni di squadra, senza una valida alternativa da scaraventare nella mischia alla bisogna; i subentrati non riescono quasi mai a incidere, semmai il contrario (vedi Garufi, senza tuttavia voler dare la croce addosso al ragazzo). Il dato meno confortante, e il fattore sul quale dovrà lavorare Sannino, è la mancanza di personalità sostanzialmente dimostrata dal Catania in queste prime 5 gare. Un paradosso, se si considera comel'undici dell'Elefante sia partito con gli unanimi favori del pronostico e l'organico sia composto da giocatori esperti e ipoteticamente abituati a gestire situazioni similari. Allo"Scida", il Catania, dopo essere andato giustamente in vantaggio con un gran gol di Calaiò, ha pensato quasi esclusivamente a controllare e sporadicamente a ripartire in contropiede, non facendo pesare la propria superiorità su una squadra praticamente incapace di procurare grattacapi ad Anania in modo serio.

Calaiò porta in vantaggio i rossazzurri



Certo, Se Calaiò avesse messo dentro quel gran tiro in diagonale su bel lancio di Capuano, piuttosto che prendere il palo (e si ritorna al tema "iella") si starebbero forse facendo discorsi diversi, ma il calcio non appartiene ai "se" e ai "ma", il calcio pertiene alla sfera della mera realtà. E la realtà dice che nella ripresa gli Etnei hanno arretrato immotivatamente il baricentro di fronte ai "pitagorici", per giunta gettando al vento con l'improvvido Castro (il peggiore in campo) le poche ripartenze potenzialmente pericolose; in sostanza, mettendosi senza ragione l'acqua dentro. Un gravissimo errore, questo. Un errore che una squadra abbandonata dagli Dei come quella rossazzurra può pagare in qualsiasi momento, soprattutto nel finale, cosa puntualmente avvenuta. Si sarebbe potuto tranquillamente evitare, così come si sarebbe potuta evitare questa ennesima delusione ai tifosi del Liotro giunti in Calabria con ogni mezzo. Una vittoria avrebbe potuto significare la svolta e avrebbe avuto il potere di calmare una piazza in ebollizione, attanagliata dalla pressione e dalla paura di non farcela, dopo aver sognato "la passeggiata" in estate. L'abbiamo capito subito: non sarà un percorso di salute con docce emozionali e massaggi thailandesi forniti da succinte odalische. La SPA Catania non fornisce questi servizi. Saune stile veranda con cucina nella piana ramacchese d'agosto, refrigerio con il ventilatore monopala a mezza velocità Magnadyne e docce con la pompa da giardino secondo l'uso imposto al "31 maggio" negli anni '80. Ci sarà da soffrire come matti...


Forse Sannino ha intrapreso la strada giusta...
Tuttavia, se si vuole leggere con raziocinio e onestà la partita di Crotone, mettendo da parte l'enorme amarezza per quello che, a mio parere, risulta un pareggio immeritatamente portato via dai pur simpatici e ammirevoli per dedizione padroni di casa, segnali di una rinnovata fiducia nel futuro possono essere rinvenuti nella prestazione generale del team di Sannino. E, più precisamente, nella mentalità, nella condotta di gara, nel rendimento dei singoli. Ho visto una squadra più equilibrata, più "mentalizzata" alla categoria, pronta a randellare e a spazzare, a soffrire se necessario. La mano del tecnico comincia a vedersi. Il 4-1-4-1 messo giù allo "Scida" non sarà spettacolare, ma può rivelarsi "quanto serve" a portare a casa le partite in Serie B, contro avversari più inclini ai calci che al calcio. Ovviamente, questa nuova disposizione, questa nuova mentalità, questa nuova capacità anche di cambiare in corsa (nella ripresa si è passati alla difesa a 5) andranno rilette quando il trainer ex varesino avrà a disposizione alcuni uomini chiave, in primis Rinaudo, ma anche (si spera) un Almiron in condizioni decenti (l'argentino è entrato nel finale, e già questa può essere considerata un'ottima notizia). Con i due mediani sudamericani a rilevare il pur encomiabile Capuano e il giovane Jankovic, a sorpresa inserito fra i titolari e ottimo per impegno, ma ancora naturalemente "in fieri", questo schieramento potrebbe acquisire quella solidità, quella qualità e quella esperienza in grado di disegnare un volto definitivo alla squadra, permettendo a Martinho di giocare nel naturale ruolo di esterno sinistro offensivo, accanto a Rosina e all'Arciere. Infatti, malgrado il rigore subito in extremis, i segnali di ripresa esibiti da Peruzzi e Monzon nella gara contro il Modena, hanno avuto un seguito, in specie riguardo al laterale mancino, insieme a Capuano e Calaiò il migliore dei suoi; Spolli e Gyomber non hanno concesso quasi nulla a Beleck e soci, nonché i soliti Martinho, Rosina e Calaiò hanno mostrato che in B possono e devono fare la differenza. Unica nota stonata, come anticipato, Castro. Nulla da dire sull'impegno e sul sacrificio, ma il rendimento ancora appare deficitario. Deve fare molto di più in termini di qualità, perché al momento come valutazione siamo nell'ambito del 4 di stima. In B, se davvero si tratta di un giocatore completo come più volte ci è stato dipinto, uno come lui dovrebbe mangiare il campo e fare sfracelli. Notiamo, di contro, una tendenza a proporre con troppa frequenza la scelta sbagliata al momento giusto e al posto giusto. Speriamo che la "cura Sannino" riesca a recuperare pure questo elemento, in teoria decisivo per le sorti del Catania.

Sannino impartisce ordini a Rosina durante la gara



Ciro Multitasking
Tre ruoli in una stessa partita, chi doveva dirlo al buon Ciro che a fine carriera si sarebbe dovuto trasformare in una sorta di sistema multitasking in grado di ricoprire più funzioni e svolgere contemporaneamente più operazioni. Metodista per necessità (pura invenzione, questa, del sorprendente Sannino), centrale a 5 per scelta di inizio campionato, terzino per vocazione, ecco il Ciro "tuttofare", buono per tutte le stagioni e tutte le occasioni, che si candida a divenire uomo-chiave per le sorti del Catania, in una sorta di riedizione del "Barbiere di Siviglia" in salsa etnea. Giustizia e onestà di giudizio impongono di affermare con decisione che Capuano ha fatto bene da centrocampista davanti alla difesa, tenendo il campo con autorità, fornendo adeguato schermo alla difesa e attivando persino preziose rifiniture in ripartenza, prima fra tutte il grandissimo lancio di 30 metri che ha condotto al clamoroso palo colto da Calaiò. Non lo avrei mai pensato, eppure è così. Onore a Ciro, anche se, al rientro di Rinaudo, come accennato sopra, il Catania dovrà rapidamente adottare la sua configurazione più plausibile, pur non disdegnando il "multitasking" mirato all'occasione.

Ora serve solo vincere
Diciamocelo chiaro, contro il Pescara domenica al "Massimino" si dovrà vincere a tutti i costi per imprimere finalmente un'accelerazione al balbettante cammino fin qui mostrato. Non sarà facile, come non è stata facile nessuna gara finora, tant'è che il Catania non ha ancora vinto. Ciò che si è visto a Crotone, al di là del risultato finale, fa pensare che si possa cominciare (alla buon'ora!) a pensare un minimo in positivo. Ma dovrà essere il campo a parlare. E' tempo di fare tre punti, vincere e convincere. Con l'aiuto dello splendido pubblico etneo "si può", ma questi giocatori DEVONO, DEVONO svegliarsi. Punto. Let's go, Liotru, let's go!!!