Quinta sinfonia

Maniero timbra il cartellino anche in questa gara...

Maniero timbra il cartellino anche in questa gara... 

Max Licari sulla quinta vittoria consecutiva ottenuta sulla Ternana. Salvezza cosa fatta, adesso si può tentare...

Risultato mai in discussione
Quinta vittoria consecutiva messa in cassaforte di fronte a quasi 16.000 spettatori. Il Catania ricomincia a correre e riacquisire quello status da big che un campionato fin troppo disgraziato e costellato di errori gli aveva meritatamente negato. Non poteva essere "questa" Ternana, priva di quattro difensori fondamentali tra infortunati e squalificati, a fermare la corsa dell’undici di Marcolin. E quando dico corsa, intendo proprio riferirmi a una squadra che ha ingranato la “quinta” (guarda il destino!) sotto il profilo atletico, cominciando a macinare gioco e avversari, dall’alto di una superiorità tecnica dalla trequarti in su che, finalmente non più solamente “sulla carta”, le consente di mettere in saccoccia non meno di una decina di palle gol a partita. Tutto quello che, sostanzialmente, sognavano i tifosi rossazzurri, purtroppo materializzatosi forse troppo tardi. Uno schiacciasassi a scoppio ritardato che alimenta rimpianti a non finire, diciamocelo con sincerità. Questa compagine, così come è adesso, non poteva non stare lassù insieme al Carpi; e, invece, non più tardi di una quindicina di giorni fa, stava quasi in fondo con il Varese… Ma tant’è. Giusto godersi il momento. Giusto assistere all’entusiasmo ritrovato da una tifoseria fin troppo tartassata dalle amarezze negli ultimi due anni. Il risultato, benché sbloccato con una prodezza di Maniero (capocannoniere a quota 18) su assist di Rosina a fine primo tempo, non è mai stato in discussione. Chiunque fosse allo stadio percepiva che, sebbene gli umbri dell’ex Tesser stessero confermandosi team solido e poco propenso a prendere imbarcate, il Catania avrebbe senza alcun dubbio portato a casa la vittoria. Le due reti siglate dal già ricordato attaccante ex pescarese e, nella ripresa, del subentrato Castro, non hanno fatto altro che ratificare una superiorità netta, neppure scalfita dagli ospiti, quasi mai capaci di impensierire seriamente Gillet, benché provenissero da cinque risultati utili consecutivi e veleggiassero a pari punti con gli etnei. Adesso, possiamo sbilanciarci, la salvezza è acquisita. Mancherebbero i tasselli della sicurezza, ma una squadra del genere non può non fare in cinque gare i tre punti che la attesterebbero a quota 50, anche giocando bendata. Pertanto, pure sulla scorta delle dichiarazioni postpartita del tecnico Marcolin, questi ragazzi hanno il dovere di provare il miracolo fino in fondo, fino all’ultima partita, lottando come hanno fatto finora. "Miracolo" significa lapalissianamente vincerle tutte, cercando di agganciare i play-off. Dopo 15 punti in 5 match, e con la salvezza in tasca, si può certamente fare il tentativo. Prima no. Prima era necessario tirarsi fuori da un incubo. Ora, senza aver più niente da perdere, si può anche tentare di mettere pressione alle compagini che precedono i rossazzurri in classifica. In questa direzione, sarà fondamentale la sfida del “Dall’Ara” di lunedì sera. Un risultato positivo potrebbe certificare la valenza “oggettiva” di un sogno. Perdere significherebbe dire addio a qualunque velleità di rivalsa. Tuttavia, in ogni caso, il proprio dovere lo si sarebbe fatto, essendo riusciti a salvare la categoria. Dovere, sottolineo, “minimo sindacale” per una società partita con ambizioni da grande…

Marcolin convince
Quando è il tempo delle critiche, si critica costruttivamente; quando è il tempo delle lodi, si loda senza scadere nella ruffianeria. Al termine di Catania-Ternana, nulla che non sia estremamente positivo può dirsi del tecnico etneo. Gara peretta, scelte perfette e, adesso, anche i numeri cominciano a diventare interessanti. Marcolin, privo dello squalificato Sciaudone, ha preferito far riposare Castro, riproponendo il 4-3-1-2 con Escalante in mezzo al posto dell’ex barese e Rosina trequartista dietro le due classiche punte Maniero e Calaiò. Scelta rivelatasi produttiva, anche in considerazione delle tre gare in una settimana e dell’importantissima sfida di Bologna a distanza di pochi giorni. Ebbene, pur dovendo contrastare il 5-3-2 foltissimo di Tesser, con 9 uomini dietro la linea della palla e il canonico lancio lungo in ripartenza per l’isolato Avenatti, il Catania ha subito fatto vedere buone trame in mezzo, grazie all’ottima giornata di Coppola e Rinaudo e a un Escalante finalmente diligente e poco incline all’errore in appoggio, tutti e tre supportati da un vivace Rosina, produttivo nel rinculare, prendere palla e “accendere” le giocate sulla trequarti avversaria, ben coadiuvato dalle discese dei laterali Del Prete e Mazzotta. Le difficoltà iniziali erano ovvie, come ovvio pareva il pensare che, una volta sbloccato il risultato con una giocata dei solisti davanti, tutto si sarebbe rivelato più facile. La gran deviazione di Ricky Maniero, ormai puntuale nel timbrare il cartellino quasi a ogni partita, ha fornito il presupposto a un’ottima ripresa, in cui l’ingresso di Castro per lo stesso applauditissimo numero 7 in casacca rossazzurra, ha assicurato ulteriore benzina al motore delle ripartenze a campo aperto. L’argentino è sicuramente l’uomo più in forma del Catania e, appena entrato, ha subito spaccato la partita con percussioni e accelerazioni imprendibili per i difensori avversari, fino a giungere al gol in solitaria, con “cucchiaio” finale, su imbeccata di Calaiò, ancora una volta prezioso uomo assist. La gestione della gara e i cambi proposti dall’allenatore sono sembrati ineccepibili e “a tempo”, in modo da non dare chance a Tesser, il quale ha tentato invano di ravvivare il gioco in mezzo con l’ingresso di due centrocampisti come Crecco e Palumbo e un trequartista come Cesar Falletti: a parte il classico Maniero-Castro su accennato, dentro nel finale Odjer per l’affaticato Coppola e Sauro per l’acciaccato e ammonito Del Prete, in modo da blindare il risultato. Gli applausi convinti del pubblico a fine match, malgrado durante la partita la Curva Nord abbia legittimamente deciso di non tifare in segno di solidarietà per la famiglia della piccola Smeralda, sottolineano un ritrovato feeling tra squadra e stadio che lascia ben sperare in vista delle ultime sfide di campionato.

Direzione “sui generis”
Il Signor Ghersini di Genova si iscrive certamente alla schiera della “nouvelle vague” di "fischietti all’inglese” che i vertici arbitrali nostrani vogliono lanciare in A e in B per “svecchiare” anche concettualmente i parametri di fruizione del gioco. Tuttavia, devono aver “indottrinato” talmente bene l’arbitro in questione che deve aver scambiato il calcio per un altro tipo di sport. Posso comprendere che non veda una trattenuta di ben 5 secondi, con maglia in modo evidentissimo tirata e “quasi stracciata”, di un difensore rossoverde su Maniero al 25’ (ma non posso non sottolineare che l’avrebbe vista anche Stevie Wonder); posso comprendere che al 39’ interpreti un contrasto più falloso che no tra un difensore ospite e lo stesso ariete ex pescarese come simulazione e sventoli un incredibile “giallo” al giocatore catanese; posso comprendere che non dia un altro rigore evidente su Calaiò al 58’; ma ancora, nella mia vita, non avevo mai visto un arbitro rimproverare un portiere (Gillet, nella circostanza) per supposta perdita di tempo, quando contestualmente la squadra avversaria sta effettuando un cambio e lo stesso estremo difensore sta aspettando che lo stesso sia ultimato… Fantascienza pura. Ma andiamo avanti…

Completare il… set!
A Bologna il Catania, completando la sua sesta vittoria consecutiva (ed uguagliando il record di Marino nell’anno della promozione 2005/06), potrebbe ottenere due grandi risultati: salvarsi in sostanza matematicamente e, come detto prima, certificare le proprie ambizioni di miracolosa rincorsa play-off. Attenzione, solo i tre punti potrebbero produrre tali risultati, un pareggio forse sarebbe un’occasione per rinfocolare rimpianti importanti a fine stagione. I rossoblù di casa, provenienti da un bollente pari a Bari, pieno di polemiche ed espulsioni, non vivono un gran momento, si portano dietro il fardello di un allenatore poco amato e in bilico, hanno l’obbligo assoluto della vittoria (quindi, tutta la pressione addosso), in casa non riescono a schiodarsi dalla “pareggite” e, soprattutto, soffrono ben quattro assenze importanti; gli squalificati Maietta, Buchel e Masina, l’infortunato Matuzalem. Sono una buona squadra, lottano per la promozione diretta, ma non si può dire certamente che siano superiori all’attuale Catania e, senza alcun dubbio, il loro momento non è paragonabile a quello degli etnei. Marcolin dovrà fare a meno di Del Prete, ammonito e diffidato, ma recupererà il fondamentale Sciaudone, con un Martinho in più in panca. Insomma, le premesse ci sono, sia per mettere in campo una squadra in grado di far male ai padroni di casa, sia per poter disporre di valide alternative in panchina. È l’ora di fare sul serio… Let’s go, Liotru, let’s go!!!