Pontini di sospensione

Maniero, 5 gol in 14 partite

Maniero, 5 gol in 14 partite  

Max Licari sulla quarta vittoria consecutiva ottenuta sul Latina. Prova bella e convincente, adesso l'ultimo passo...

Rimpianto
Per scaramanzia non volevamo nemmeno pensarci alla quarta vittoria consecutiva. Troppe volte negli ultimi due anni eravamo stati disillusi dalle puntuali debacle dei rossazzurri in tali momenti topici. Questa volta, però, la risposta c’è stata. E convincente. La squadra è riuscita a dare continuità alle prestazioni precedentemente sciorinate e ad andare a vincere nettamente e meritatamente uno scontro diretto in un campo difficile come il “Francioni” di Latina, al cospetto di una squadra ben messa in campo e motivata, che nulla ha regalato fino al 94’. Quindi, onore al merito a un team e a un allenatore che hanno con caparbietà sofferto e resistito nei momenti difficili, per poi rialzarsi da uomini quando non era più lecito sbagliare. Inoltre, questo ennesimo successo certifica che il Catania ha finalmente spiccato il volo sotto il profilo atletico, segno che gli auspicati benefici della cura Neri sono divenuti realtà: i ragazzi di Marcolin arrivano quasi sempre primi sul pallone e, nelle ripartenze brevi, si mostrano rapidi e letali con i due laterali Del Prete e Mazzotta, ma anche con i vari Sciaudone, Rosina, Castro e Maniero. Impensabile fino a qualche giornata fa. E dire che in terra pontina il Catania doveva fare a meno del suo giocatore simbolo, il capitano Calaiò, capocannoniere del campionato... Ebbene, adesso i rossazzurri ne hanno addirittura due di capocannonieri: oltre all’Arciere, anche il buon Ricky Maniero raggiunge quota 17 centri (5 in 14 gare da quando è al Catania), al culmine di una prestazione di grande generosità in cui, oltre allo splendido gol iniziale su assist di Rosina, ha magari fallito qualche occasione di troppo (ha tirato almeno altre cinque volte verso la porta dell'ottimo Di Gennaro, migliore dei suoi, per giunta da posizione favorevole), ma ha comunque sistematicamente aiutato la squadra a salire con sponde di ottimo livello. Tuttavia, il dato più importante che emerge dalla trasferta di Latina non è il risultato estremamente positivo (fra l’altro, per la prima volta in stagione, la compagine del Liotru abbandona l’ultimo posto nella classifica dei punti in trasferta, raggiungendo quota 11), non la classifica “rinata” (gli etnei “attraccano” il più rassicurante porto dei 44 punti, a 4 lunghezze dai play-out, aspettando Entella-Provercelli), non la prestazione di alto livello in continuità con il secondo tempo giocato contro il Trapani di Serse Cosmi; ma il Rimpianto, con la "r" maiuscola, grande, robusto, forte per ciò che facilmente poteva essere da gennaio in poi e non è stato. Sarebbe bastato non commettere l’errore decisivo, chiamato “conferma di Ventrone”, e adesso, con questa squadra, obiettivamente fra le più forti della categoria se in buone condizioni fisiche, ci si troverebbe tranquillamente nei play-off con prospettive “felicissime” in proiezione Serie A. Lo ripetiamo un po’ tutti a ogni vittoria, a ogni prestazione dei ragazzi, sembra quasi un "mantra", purtroppo è la dura realtà. Il presidente Pulvirenti si starà mangiando letteralmente le mani al solo pensiero… Invece, adesso, bisogna pensare solo a una cosa: evitare voli pindarici e conquistare al più presto quei 6 punti (in 6 gare) che dovrebbero garantire la salvezza matematica, centrando l’obiettivo minimo che ci si era posti a un certo punto della stagione. Inutile pensare a ipotetiche e miracolose rincorse play-off che potrebbero verificarsi solo nel caso il Catania vincesse tutte le restanti partite. Vivere alla giornata, fare prestazioni e risultati, raggiungere il primo step e poi “comu finisci si cunta”, questo dovrà essere l’imperativo categorico da qui alla conclusione del torneo. Ovviamente, che ben venga l’entusiasmo, che ben venga il buon umore, che ben venga la spinta dell’ambiente, di nuovo gasato dopo mesi di “attapiramento” totale. Tuttavia, passare dal buio totale del pessimismo cosmico all’acritico e cieco ottimismo dettato solamente dal risultato non è mai salutare. Non è mai stata, comunque, la MIA “linea” e MAI lo diverrà. Equilibrio, nei momenti brutti come in quelli belli, solo così si riesce a trovare una “direzione critica” credibile e accettabile. E a evitare gogne “giustizialiste” o slinguazzamenti da quaquaraquà. In questa stagione sono stati commessi errori che non hanno consentito a una squadra obiettivamente “superiore” sulla carta, in specie dopo la campagna di rafforzamento invernale, di raggiungere serenamente il proprio obiettivo. Non possono essere cancellati da qualche vittoria. In senso inverso, non può non essere riconosciuto alla società di aver cercato di invertire la rotta, ingaggiando a gennaio ben nove elementi di spessore per la categoria. La volontà di rimediare è stata palesata con evidenza dettata dai fatti. Pertanto, l’unica cosa da fare è vivere il presente con il dovuto entusiasmo e la necessaria serenità, godendosi il momento senza troppo pensare al futuro. Tanto, se le cose devono accadere, accadono, in positivo come in negativo. La famosa “Legge di Murphy” funziona anche al contrario…

Il 4-3-2-1 di Marcolin scompagina i piani di Iuliano
Il tecnico pontino Iuliano (privo di un elemento fondamentale come lo squalificato Crimi in mediana) sapeva benissimo di dover affrontare una squadra superiore e in un buon momento di forma. Proprio per tali ragioni, ha messo in campo un 3-5-2 molto coperto e pronto alle ripartenze sulle corsie laterali con i vari Angelo, Alhassan, Ammari, Bidaoui. Quello che non poteva immaginare è che i tre in mezzo (Sciaudone, Rinaudo, Coppola), più i due (Castro, Rosina) in appoggio, “distruggessero” l’assetto neroblù, in virtù di una supremazia tecnica e atletica fin dall’inizio evidentissima. La “sostanza” di Coppola e Rinaudo ha permesso a Marcolin di scatenare in modo continuativo i due laterali difensivi, in appoggio a Sciaudone, Castro e Rosina, in modo da creare un tourbillon in cui Viviani e Valiani, i “pensatori” del centrocampo di casa, non si sono raccapezzati fin dal primo momento. Tanto è vero che mai il Catania in trasferta ha tirato così spesso verso la porta avversaria. Il solo Maniero, come accennato, ha avuto a disposizione almeno 5 palle buone per concludere a rete, a parte il gol del 15’, da vero rapace dell’area di rigore per la capacità di aggredire il primo palo sul cross radente dalla sinistra di Rosina. Ma occasioni per rimpinguare il bottino, durante tutto il match, sono capitate nei piedi dello stesso Rosina, di Castro, del subentrato Escalante, di Sciaudone, al di là del gol decisivo siglato al 61’. Da segnalare la prestazione finalmente convincente proprio dell’ex barese, sia sotto il profilo tecnico, sia sotto quello atletico. La rete del 2-1 è da ”Sciaudone vero”, quello dei bei tempi di Bari… Viceversa, non tantissimo si è sofferto in difesa, priva di Schiavi (discretamente sostituito da Sauro); al di là della prodezza del momentaneo pareggio grazie al neo entrato Doudou (semirovesciata da urlo, estemporanea esecuzione alla Keegan), una traversa da 30 metri di Brosco e una deviazione aerea susseguente a corner dello stesso difensore (peraltro disastroso su Maniero) ben parata da Gillet, il Latina ha impensierito poco o nulla Ceccarelli e soci. Assai male il catanese Litteri, a sprazzi il reclamizzato Bidaoui (ma il cross per il gol di Doudou è suo), meglio Ammari e Alhassan in spinta sulle fasce, soprattutto nella fase centrale della ripresa. Che il “vento” sia cambiato lo testimoniano pure le sostituzioni di Marcolin. Se quella scontata Coppola-Odjer può passare inosservata (il mediano ex cesenate ne aveva per un’oretta massimo), in altri tempi Sciaudone-Escalante e, soprattutto, Rosina-Capuano avrebbero scatenato polemiche a non finire. L’andamento degli ultimi 20’ di gara e il risultato finale, invece, hanno dato ragione al tecnico rossazzurro. Fine del discorso, punto e a capo. Importante rilevare, piuttosto, il dato caratteriale. Questa squadra anche in passato era andata in vantaggio nel primo tempo, in trasferta come in casa, salvo poi farsi recuperare e cedere di schianto. Questa volta, pur avendo subito un immeritato pareggio sulla già descritta prodezza dell’attaccante pontino gettato nella mischia da Iuliano (insieme a Sowe e Oduamadi), il Catania ha prontamente nuovamente premuto sull’acceleratore e di forza trovato il gol della vittoria, senza “se” e senza “ma”, con una consapevolezza della propria superiorità tecnica, anche in momenti della gara molto complicati, che lascia tranquilli in vista delle prossime gare.

Catania vuole il “pokerissimo”…
A questo proposito, Catania-Ternana di venerdì prossimo potrebbe ratificare la salvezza virtuale, per non dire quasi matematica del sodalizio etneo. Però, vincere la quinta partita consecutiva al “Massimino” non sarà per niente facile, perché si incontra una pari grado (44) diretta concorrente nella lotta per evitare la retrocessione e una squadra che in trasferta fa meglio che in casa (24 punti). Gli umbri costituiscono una compagine solida e pronta alle ripartenze, capace di chiudere gli spazi in maniera efficace a tutte le migliori squadre del torneo. Non sarà agevole scardinarne l’assetto. Ma il Catania avrà due carte da giocare in più rispetto alla Ternana: il rientro di Calaiò e il pubblico. Catania vuole il pokerissimo e riempirà di traboccante entusiasmo lo stadio, come nei tempi eroici. Parola d’ordine: continuità! Let’s go, Liotru, let’s go!!!