Napoli-Catania 2-1: commento tecnico-tattico

Castro realizza il gol del 2-1.

Castro realizza il gol del 2-1. 

Focus sulla tattica, pro e contro, migliori e peggiori in campo nel commento al match tra partenopei ed etnei.

Focus sulla tattica: Benitez completa la rotazione; De Canio alterna copertura e audacia.
L’impegno di Champions League in vista contro l’Olympique Marsiglia determina il completamento della rotazione dei giocatori dell’organico napoletano avviata da Benitez sin dall’incontro di mercoledì scorso contro la Fiorentina. Squalificato Maggio, è Mesto a prendersi il posto da terzino destro, mentre Fernandez e Armero sopperiscono alle assenze di Britos e Zuniga. Dal centrocampo in su, però, se non è la formazione titolare, poco ci manca: Behrami e Dzemaili concedono un turno di riposo a Inler, mentre il tridente offensivo a sostegno di Higuain è quello schierato maggiormente da inizio stagione, e composto da Callejon, Hamsik e Insigne.
De Canio, costretto agli straordinari dalle innumerevoli defezioni in casa rossazzurra, ricorre ad un modulo coperto, il 4-5-1, versione difensivista del consueto 4-3-3. Davanti al riconfermato Andujar, a destra e al centro trovano spazio gli unici giocatori di ruolo a disposizione, ovvero Alvarez, Legrottaglie e Gyomber. A sinistra invece a sorpresa viene utilizzato Capuano. Scelta dettata dallo schieramento di Biraghi in posizione più avanzata sulla stessa fascia. A destra a centrocampo gioca Castro, mentre il trio di centrocampo è composto da Izco, Tachtsidis e Almiron, con quest’ultimo che ha licenza di avanzare il proprio raggio d’azione di qualche metro per sostenere l’unica punta Maxi Lopez.
Sfortunato in partenza il Napoli, quando al 6’ si fa male Mesto e Benitez, non avendo altri terzini destri a disposizione, getta nella mischia il giovane brasiliano Uvini, difensore centrale, che si adatta a giocare in un ruolo non suo. Verso la fine del primo pare farsi male Tachtsidis, ma all’inizio della ripresa De Canio lascia negli spogliatoi Biraghi per schierare al suo posto Keko: è chiaro l’intento del tecnico di Matera di sbilanciarsi un po’ più in avanti per recuperare la partita, impresa che non pare impossibile dal momento che i partenopei hanno un solo gol di vantaggio. Con l’ingresso dello spagnolo nel suo consueto ruolo di esterno destro, Castro si sposta a sinistra ed il Catania torna al 4-3-3.
E’ il 71’ quando De Canio sbilancia ulteriormente i suoi, sostituendo l’encomiabile Izco con la punta Petkovic. Il croato viene schierato un po’ a sorpresa sulla fascia sinistra, con conseguente spostamento di Castro in mezzo e con un modulo che in fase offensiva assomiglia ad un 4-2-3-1.
Gli ultimi cambi hanno motivazioni di natura prettamente fisica: nel Napoli Zapata prima e Mertens poi rilevano Higuain e Insigne che risparmiano ulteriore fatica, nel Catania De Canio, stante le condizioni non ottimali di Alvarez, riesuma l’incerottato Rolin per coprire l’out difensivo destro degli etnei.

Cosa va: partita aperta sino alla fine; discrete trame tra centrocampo e attacco.
Partita tutto sommato positiva dei rossazzurri. Al cospetto di una delle più forti compagini del campionato, dovendo fare a meno di metà organico, e venendo da un periodo piuttosto negativo, pochi avrebbero scommesso alla vigilia del match sulla possibilità che gli etnei potessero coltivare speranze di un risultato positivo sino al fischio finale. Invece il Catania, pur subendo in particolar modo nella ripresa le qualità offensive delle trequarti azzurra, è riuscito ad evitare una grossa debacle (a differenza di quanto avvenuto a Torino), e mantenere dunque accesa sino alla fine la possibilità di portare un punto dal San Paolo. Considerando tutte le difficoltà in cui versa la squadra di De Canio, non è cosa da poco. Anche perché tale “impresa”, se così possiamo chiamarla, è stata impreziosita da una prestazione più che discreta, soprattutto nel primo tempo, quando Maxi Lopez, prima di scaricare la batteria, si è mostrato pimpante e col suo gioco di sponda ha aiutato i centrocampisti e gli esterni a creare spazi e occasioni pericolose. Tale filo conduttore ha infatti portato il Catania, che aveva appena subito due gol, a rientrare in partita al 25’, quando Biraghi è riuscito a sfondare sulla sinistra grazie all’apertura illuminante di Maxi, e ha servito perfettamente Castro che da pochi passi ha girato in rete. Lavoro della punta, sfruttato dagli esterni: nient’altro che la principale arma offensiva del Catania degli ultimi anni. Chiaramente, essendo Maxi Lopez non al 100% e non essendo Biraghi un’ala offensiva, ci si è fermati lì, ma i rossazzurri hanno continuato a tessere discrete trame in zone centrali sia nel primo tempo che nella ripresa, arrivando però a cercare il gol solo da fuori area, escludendo il colpo di testa di Castro nella ripresa.

Cosa non va: troppi tiri da fuori concessi agli specialisti del Napoli.
Se si è persa questa partita, al di là dei fattori già evidenziati, è anche e soprattutto per due episodi che hanno evidenziato il grande e grave difetto della serata del Catania: il fatto di concedere con estrema facilità le conclusioni da fuori area. Gravissima ingenuità, conoscendo l’abilità in questo fondamentale di molti dei giocatori allenati da Rafa Benitez. Ingenuità che non si è verificata soltanto in occasione dei gol (peraltro il primo, realizzato da Callejon, è da addebitare più alla bravura dell’esterno spagnolo nel crearsi lo spazio che alla defaillance della retroguardia), ma anche numerose altre volte, ma per fortuna i vari Higuain, Callejon, Insigne hanno graziato più volte il Catania nella ripresa contribuendo a tenere accese le speranze etnee. Per il resto poco da rimproverare ai ragazzi di De Canio: molti, tanto per cambiare, non erano in perfetta forma, ma non hanno lesinato impegno, e ancora una volta la stanchezza e la poca lucidità hanno inciso più di altri fattori sull’esito finale del match.

Migliori in campo: Callejon e Gyomber.
I giocatori del Napoli che hanno inciso in modo significativo sulla partita sono talmente tanti che sceglierne uno è difficile. Da rimarcare la classica prestazione di sostanza e qualità, impreziosita dal gol, dell’imprescindibile Hamsik, così come la grande grinta di Behrami, arcigno ostacolo a centrocampo, e lo stesso Higuain, pur non riuscendo a trovare il gol, ha messo spesso in difficoltà la retroguardia etnea coi suoi movimenti e il suo gioco di sponda. Ma senza dubbio Callejon è un grande protagonista della serata: per lui un gran gol, costruito peraltro da solo, e una prestazione caratterizzata da un’impressionante continuità di giocate concrete e di qualità.
Nel Catania si è già detto della buona prova di Maxi Lopez, durata però solo un tempo. Chi ha impressionato positivamente, ancora una volta, è stato Gyomber, che alla terza partita in tre giorni è stato chiamato ancora una volta agli straordinari, rispondendo presente: diversi gli anticipi preziosi e fondamentali con cui ha fermato pericolose sortite dei partenopei.

Peggiori in campo: Uvini e Alvarez.
Per quanto riguarda il Napoli la scelta è in parte obbligata, e per certi versi può apparire eccessivamente severa, dal momento che Bruno Uvini non è un terzino destro, è un giovane che ha debuttato nel nostro campionato, ed è fisiologica la difficoltà con cui ha preso il posto di Mesto ricorrendo al sistematico lancio in profondità. Andrà certamente valutato meglio più in là quando verrà schierato nel suo ruolo naturale.
Nel Catania Capuano pur non mostrando una grande brillantezza è riuscito a reggere su livelli accettabili, e più o meno tutti i centrocampisti schierati hanno alternato discreti fraseggi e disattenzioni. Chi ha sofferto per quasi tutti i 90’ è stato Alvarez, fisicamente non al meglio, che non ha potuto garantire la consueta copertura sulle sfuriate di Insigne spesso sostenute dalle sovrapposizioni di Armero.