Maxi core ‘ngrato

Il 'primo' Maxi Lopez, altri tempi...

Il 'primo' Maxi Lopez, altri tempi... 

Per la seconda volta negli ultimi sei mesi Maxi Lopez lascia il Catania per una società ambiziosa che ha nei propri obiettivi conquistare il Mondo intero… Grazie e arrivederci.

Maxì, Maxì,
Pecchè me dice sti parole amare,
Pecchè me parle e 'o core
Me turmiente Maxì?
Nun te scurdà ca t'aggio date 'o core, Maxì
Nun te scurdà!
Maxì, Maxì, che vene a dicere
Stu parlà, che me dà spaseme?
Tu nun 'nce pienze a stu dulore mio
Tu nun 'nce pienze tu nun te ne cure
Core, core 'ngrato
T'aie pigliato 'a vita mia
Tutt' è passato
E nun 'nce pienze cchiù!”


Telenovela finita
Per la seconda volta negli ultimi sei mesi Maxi Lopez lascia il Catania per coronare il proprio sogno di indossare una maglia gloriosa di una società ambiziosa che ha nei propri obiettivi conquistare l’Italia, l’Europa e il Mondo intero. A gennaio fu il Milan campione d’Italia in carica a dare la seconda ‘chance della vita’, dopo quella ai tempi del Barca, al biondo centravanti. Otto presenze in campionato prima del mestissimo ritorno in Sicilia. Adesso, in piena estate, è la Sampdoria Campione d’Italia, d’Europa e del Mondo a concedere una nuova possibilità di ‘gloria’ all’argentino. Alt, i conti non tornano. Vediamo. L’ultimo tricolore è stato vinto dalla Juventus, la coppa dalle ‘grandi orecchie’ è stata sollevata a Monaco di Baviera dal Chelsea, mentre l’ultimo Mondiale per club è stato vinto dal Barcellona. E la Samp? È appena risalita in serie A dopo i play off al termine di una stagione assai tribolata. Ecco, adesso ci siamo. Bisogna essere onesti, però: il palmares dei blucerchiati è nettamente superiore a quello dei rossazzurri: uno scudetto, quattro Coppe Italia,una Supercoppa Italiana, una Coppa delle Coppe. Trofei importanti che hanno fatto grande la formazione ligure… vent’anni fa. Adesso lo scenario è un tantino diverso. I doriani, dopo lo smantellamento della ‘Sampd’oro’ di Del Neri, Cassano e Pazzini, hanno vissuto dei momenti ‘drammatici’ (sportivamente parlando), culminati da una retrocessione in cadetteria quanto mai impensabile. Il Catania, invece, è reduce da sei campionati di fila in serie A e da una crescita costante. Palmares a parte, possiamo dire che i rossazzurri stanno una spanna sopra i liguri. Ma non si tratta di un confronto tra le due società di A nate entrambe nel 1946. Per carità. Il punto è un altro. Maxi Lopez non lascia Catania per una grande, ma per una nobile decaduta (neopromossa, tra l’altro), diversamente da quanto aveva lasciato intendere tempo fa. C’è poco da dire. Ognuno fa le proprie scelte e dopo i vari ammiccamenti estivi con Roma, Napoli, Parma, Torino, Pro Vasto, Nardò e Sporting Barriera (primo avversario del Catania di Maran il prossimo sabato) la ‘Gallina de oro’ ha scelto la Sampdoria. Tutte andavano bene, l’importante era andare via da Catania. Che finale triste, amaro e irriverente. Sei stato amato ed osannato sin dal primo istante e vai via nel modo meno ‘elegante’. In bocca al lupo, Maxi. Grazie per le ventidue reti in sessantasei gare di rossazzurro. Per le emozioni suscitate e per aver contribuito a scrivere pagine importanti nella storia del Calcio Catania. Grazie, ma sei un “Core ‘ngrato”. L’Elefante non dimentica nulla, né nella buona né nella cattiva sorte. L’umiliante settimana passata rinchiuso in un albergo di Milano in attesa della doppia fumata: nera da Manchester (sponda City) bianca da Milanello. E se fosse arrivato Tevez in quel di gennaio, che fine avresti fatto? Altri sei mesi chiuso in albergo in stile “Grande Fratello” nell’attesa di una nuova chiamata di una grande squadra? Perdonami, che squallore per un po’ di gloria. Si può lasciare una squadra e una tifoseria che ti ha dato tanto senza ferirla, vedi i vari Martinez, Vargas e un certo Fausto Rossini. Un giorno Ferrante si domandò sbigottito perché i tifosi del Catania non intonassero cori personalizzati ai vari giocatori. Facile, si preferisce inneggiare solo alla maglia. Una maglia che va onorata e rispettata sempre e comunque perché gli uomini passano ma la ‘casacca rossazzurra’ resta. Maxi, “Tutt' è passato e nun 'nce pienze cchiù”.