Lazio-Catania (2-1): Pasqua amara

Marianito Izco, vantaggio illusorio il suo

Marianito Izco, vantaggio illusorio il suo 

Il commento al match dell'Olimpico tra biancocelesti e rossazzurri. I temi 'caldi': Grande occasione sprecata; Legrottaglie-Bellusci, due minuti di blackout; Maran, perché Castro in panchina?; Ripartire col Cagliari.

Grande occasione sprecata
Da mangiarsi le mani. Nell’attesissimo scontro diretto per l’Europa il Catania cede rocambolescamente tre punti pesanti ad una Lazio volenterosa ma poco appariscente. Sconfitta in rimonta giunta al termine di una partita giocata non al meglio da parte dei rossazzurri. Nella prima frazione di gioco gli etnei, schierati col 4-3-3 (con Biagianti in campo e Castro in panchina) hanno sofferto l’asfissiante pressing dei biancocelesti di Petkovic, reduci da ben tre sconfitte di fila. Nonostante la prestazione negativa il Catania, in avvio di ripresa, era riuscito a trovare la rete del vantaggio con un ‘gollonzo’ di Marianito Izco. Etnei sorprendentemente avanti, con il primo ‘mezzo’ tiro dopo un’ora di gioco; capitolini in confusione dopo aver sfiorato il gol in più di una circostanza (clamorosa l’auto-traversa di Marchese e l’occasione fallita dal francese Saha). In due minuti, però, ecco quello che non ti aspetti: al settantottesimo la ‘Dea Bendata’, che fino a quel momento aveva sorriso agli etnei, decide di voltare le spalle ai rossazzurri, cambiando le sorti della partita: prima Legrottaglie insacca alle spalle di Andujar un innocuo traversone di Lulic; Bellusci, poi, completa la ‘frittata’ falciando in area l’arrembante Ederson. Dal dischetto Candreva trasforma completando una rimonta insperata. L’inutile assalto nel finale non produce i risultati sperati, lasciando invariato il risultato. E dire, che fino al fino al minuto 78 gli etnei, avanti per una rete a zero, si trovavano al quinto posto solitario con un punto di vantaggio sul terzetto formato da Lazio, Inter e Roma e a tre lunghezze dalla Fiorentina quarta della classe. Troppo bello per essere vero. Troppo. Tra sfortuna (l’autorete di Legrottaglie) ed errori grossolani (il rigore causato da Bellusci) il Catania di Maran ha visto sfumare una vittoria immeritata, per tutto quello che si era visto in campo, ma tremendamente pesante in chiave europea. Peccati di gioventù per un gruppo di giocatori che, così come avvenuto contro l’Inter, non ha saputo proteggere il vantaggio al cospetto di un avversario poco ispirato. Ancora un’altra grande occasione gettata alle ortiche, soprattutto in una giornata dove le dirette concorrenti hanno perso tutte. La trentesima giornata, così, sorride soltanto alla Lazio che, approfittando degli scivoloni di Inter, Roma e Fiorentina, balza al quinto posto solitario ad una sola lunghezza dal quarto occupato dai viola. Il Catania rimane all’ottavo posto con 45 punti e un uovo di Pasqua pieno di amarezza.

Legrottaglie-Bellusci, due minuti di blackout
Tra gli ‘artefici’ della rimonta laziale ecco inaspettatamente la coppia difensiva composta da Legrottaglie e Bellusci. I due centrali, spesso osannati per le prestazioni maiuscole offerte nel corso di questo campionato, sono incappati entrambi in due distrazioni fatali che hanno compromesso la partita dei rossazzurri. ‘Fratel Nicola’ si è reso sfortunato protagonista di una maldestra scivolata che ha beffato Andujar (ampiamente sulla traiettoria del pallone) riportando il risultato in parità. Il ‘Rambo di Trebisacce’, invece, ha vanificato la solita buona prestazione causando un calcio di rigore per un fallo ingenuo su Ederson. Un blackout di due minuti che ha spento il sogno di violare lo stadio Olimpico, così come avvenuto nel febbraio 2010 (rete di Maxi Lopez). Questo è il calcio.

Maran, perché Castro in panchina?
Errato, però, gettare la croce soltanto soltanto sul duo Legrottaglie-Bellusci. Sarebbe troppo facile e poco giusto. Quest'oggi il solito Catania, quello pimpante e combattivo, si è visto raramente. Il portiere laziale Marchetti, sostanzialmente, non è mai stato impegnato da un tiro degno di questo nome. Bergessio, in avanti, ha fatto ben poco. Merito all'impostazione tattica del tecnico laziale Petkovic, bravo a congelare le fonti di gioco rossazzurre (Lodi e Gomez). Merito ad una Lazio più aggressiva rispetto ad un Catania sonnacchioso e assai ingenuo. Ad onor del vero, qualche scelta iniziale di mister Maran non ha dato i riscontri soddisfacenti. Vista l'indisponibilità di Almiron in molti si aspettavano che il tecnico di Rovereto optasse per il 4-2-3-1 con l'inserimento di Castro dal primo minuto. Maran, invece, ha dato fiducia a Biagianti lasciando il 'pata' in panchina. Dentro un mediano per un centrocampista offensivo. Contro un centrocampo muscolare e folto come quello laziale questa scelta, a primo impatto, poteva essere anche vincente. Bisogna dire, però, che il 'buon' Marco non è più quel bel centrocampista ammirato qualche stagione addietro. Forse, sarebbe stato meglio sostituirlo già ad inizio ripresa con Castro. Forse...

Ripartire col Cagliari
Tra otto giorni l’occasione per il riscatto: al “Massimino” arriverà il Cagliari del duo Pulga-Lopez, quest’oggi vittorioso a sorpresa sulla Fiorentina di Montella. Sardi tranquilli, senza assilli di classifica (+12 sulla zona retrocessione) e con la spensieratezza di chi non ha più nulla da chiedere al campionato. Il Catania, che sarà privo di Barrientos (squalificato), avrà l’obbligo morale di provare fino in fondo a giocarsi le residue chance di agganciare il treno europeo. Ad otto giornate dalla conclusione i cinque punti di distacco dal quinto posto (occupato proprio dalla Lazio) è un margine ampiamente recuperabile. Per far ciò occorrerà riflettere sugli errori commessi all’ Olimpico, cercando di ritrovare quello spirito combattivo soltanto intravisto nel pomeriggio romano. Nel frattempo buona Pasqua e tutti e forza Catania, sempre!