La Sigi non impugna la sentenza di fallimento

Giovanni Ferraù

Giovanni Ferraù 

Decorso inutilmente il termine per l'impugnazione, che era stata ipotizzata da Ferraù all'indomani del fallimento.

Lo scorso 21 gennaio sono decorsi i 30 giorni previsti dalla legge quale termine per impugnare, tramite reclamo, la sentenza di fallimento del Catania, pronunciata dal Tribunale di Catania il 22 dicembre 2021.

All'indomani della medesima sentenza, il presidente Sigi Ferraù aveva commentato tale provvedimento rilasciando delle dichiarazioni a La Repubblica, attraverso le quali aveva espresso di non condividere le motivazioni del Tribunale. "Proporrò di presentare reclamo avverso la sentenza di fallimento. - aveva esclamato Ferraù - Rilevo che il fallimento avviene poco dopo più di un anno dalla desistenza da parte della stessa procura della prima istanza di fallimento, in un quadro attuale in cui il debito erariale e complessivo del club è stato ridotto nel corso della nostra gestione".

Nel corso della puntata di Corner di ieri sera, Alessandro Vagliasindi ha reso noto che nessuna impugnazione è stata proposta. La sentenza di fallimento, e con essa la scomparsa del Calcio Catania S.p.A. e della matricola federale n. 11700, divengono dunque definitive.

Peraltro, l'acquiescenza della Sigi alla sentenza era emersa con tutta evidenza all'indomani della proroga dell'esercizio provvisorio, allorché lo stesso Ferraù, ai microfoni de La Sicilia, il 6 gennaio, aveva espresso di aver accolto "con una felicità immensa il provvedimento del Tribunale che ha evitato la fine della massima espressione calcistica cittadina per la quale tutti noi ci siamo battuti in questi mesi. Ci sarà una gara competitiva – proseguiva Ferraù – e il nostro augurio è che si presenti un gruppo economico potenzialmente forte che possa garantire il gran rilancio del Catania. Noi abbiamo fatto tutto il possibile per mantenerlo in vita e adesso guardiamo avanti con una rinnovata fiducia."