Il punto sulla A: vergogna italiana!

Sculli prova a 'placare' la rabbia degli pseudo-tifosi genoani

Sculli prova a 'placare' la rabbia degli pseudo-tifosi genoani 

Il resoconto sulla trentaquattresima giornata di serie A. Una giornata 'oscurata' dai gravi fatti di Genova giunti proprio nel giorno del ricordo di Piermario Morosini. Una figuraccia italiana evitabilissima...

Un calcio malato
Solo una settimana fa il mondo, piangeva la scomparsa di Piermario Morosini, adesso lo stesso mondo, ci guarda schifati. Chissà cosa pensano di noi in Inghilterra. Lì i ruoli sono ben definiti. Le società programmano una stagione, i giocatori fanno quello per il quale sono pagati, ed i tifosi sono invitati allo spettacolo. Tre elementi imprescindibili e fondamentali che danno vita allo sport più bello e seguito del mondo. Ma come in ogni competizione che si rispetti, alla fine ci sono dei vincitori e dei vinti. Ed è proprio di questi ultimi che mi piace parlare: nella madrepatria del calcio (l’ Inghilterra appunto), i tifosi sono un esempio. La loro squadra retrocede e loro cosa fanno? Applaudono, piangono e cantano contemporaneamente ! Un mix tra riconoscenza, dolore e sfogo che ne fanno un esempio mondiale. Una cultura calcistica che in Italia non assaggeremo mai. Si, proprio così, perché da quella realtà siamo distanti anni luce. Cosa dire dei fatti di Genova? Una vergogna totale. L’ ennesima ! Società, giocatori e forze dell’ ordine in balia dei tifosi genoani. Forse non proprio tifosi, bensì qualcosa di diverso. Qualcuno che scontento dell’ andamento della gara decide di “entrare” nella partita, interromperla e minacciare i “propri” giocatori obbligandoli a togliersi la maglietta, perche indegni di indossarla. Tutto questo è incredibile ! O no. Viene da chiederselo, visto come sono andate le cose. Uno stadio intero in mano ai tifosi … Questa ci mancava … infatti, quando Marco Rossi (il capitano) raccoglie le magliette, Mesto piange è Sculli l’unico con indosso la maglia, che va ad affrontare i ribelli, molto coraggiosamente. Ma questo è sport? Lo sport è vincere a tutti i costi? Lo sport è scendere a compromessi? Lo sport deve essere un momento di svago, possibilmente puro (visto i tempi che attraversiamo) e tutti devono goderne. Grandi e piccini. Si vince e si perde nel rispetto di tutti I giocatori dando l’ anima in campo ed i tifosi a d incitare. Cos’ è meglio la realtà di Bari della scorsa stagione ? Dove i giocatori si vendevano le partite e condannavano un’ intera città alla retrocessione. E chissà cos’ altro verrà fuori da scommesopoli … Il nostro è proprio un calcio malato. Beh, non ci facciamo mancare proprio niente in Italia. Dalla politica al calcio è tutto un disastro! Ritornando ad una settimana fa, in quel 14 Aprile scorso, il calcio si fermava giustamente per la scomparsa di Morosini. Doveva essere, per tutti noi, un momento di riflessione e riscoperta dei veri valori della vita. Apprezzare il dono più grande: la vita stessa. Quella vita che a Morosini aveva dato tanti dolori, poteva esserci d’insegnamento. Ma a solo una settimana di distanza è già tutto nel dimenticatoio. Sarebbe stato bello raccontare ed approfondire insieme, della giornata di campionato appena trascorsa. Ma che senso ha parlare della Juventus che vincerà la scudetto, dell’ euro gol di Gomez e del prodigio Lecce? Nessuno ! Oggi hanno perso tutti ! Riflettere e non dimenticare nella speranza di un futuro migliore, di un futuro all’inglese: e non parlo degli orari delle gare (‘Lunch match’ o ‘Monday Nigth’), ma di cultura sportiva e comportamentale. Un’illusione? Forse…