Il grido disperato di Francesco Baldini

Mister Francesco Baldini

Mister Francesco Baldini  

Il bisogno di chiarezza immediata, il bisogno di un aiuto concreto alla squadra. Un patrimonio umano che non va disperso

È trascorso appena un giorno, un’alba e un tramonto, ma le parole di mister Francesco Baldini, rilasciate al termine della gara interna col Monterosi Tuscia, vinta dai suoi indomiti ragazzi per 3 a 1, continuano a risuonarmi dentro. Qualcosa non va in questo periodo, meglio apportare le opportune modifiche allora: non sono “indomiti ragazzi”, ma “Indomiti Uomini”; non sono parole che “risuonano”, perché un grido disperato non risuona, non è una melodia, è semplicemente un grido disperato carico di rabbia.

“È stata una gran partita in un giorno difficilissimo, complicatissimo. Un’ulteriore prova di quello che hanno dentro questi uomini, perché sono uomini. A fine partita gli ho detto che sono il mio orgoglio. Oggi è complicato a rispondere alle domande, a parlare di calcio. Iniziamo ad essere al limite, a trovare sempre maggiori difficoltà a preparare una partita. Da quando sono qua succede che il giorno prima della partita ci sono un miliardo di problemi, ma questi ragazzi continuano ad andare avanti. Sembra che se ne freghino dei problemi, perché hanno voglia di andare avanti. Sono uomini prima di essere calciatori. Stanno dimostrando che nel calcio non contano prima i soldi”.

Il punto di non ritorno è vicino. Il bisogno di chiarezza è prioritario: “Siamo al limite: abbiamo bisogno che qualcuno ci spieghi quando prenderemo novembre e dicembre, perché anche questi ragazzi hanno delle famiglie. Abbiamo bisogno di sapere perché non abbiamo preso tutto gennaio e chi ci pagherà febbraio. Abbiamo bisogno di campi per allenarci, perché i campi di Torre del Grifo sono abbandonati a loro stessi e diventa complicato stoppare un pallone. Abbiamo bisogno che qualcuno ci dia una mano sotto questo punto di vista, oppure che ci dicano basta. Non è facile, non è per niente facile”.

C’è un passaggio poi, che martella la mia mente. La valenza del gruppo creato da mister Baldini, forgiato da difficoltà indicibili, non può passare inosservata. Al netto dei limiti tecnici, dei limiti strutturali, i “Gari-Baldini” rappresentano una realtà di spessore con ampi margini di crescita. Una base solida sulla quale investire in futuro, inserendo tasselli mirati per una prossima stagione da protagonista. Perché se il Bari o il Catanzaro avranno pure un organico da promozione, il Catania di Baldini è un gruppo da promozione:
“Dentro ho una rabbia incredibile. Stasera (ieri, ndr) ho l’aereo, vado da mio figlio, e ho pensato per la prima volta di dare un segnale forte, di non tornare martedì… però non ce la faccio a lasciare questi ragazzi. È possibile che ieri sera non ho ricevuto una telefonata che mi spiegasse la situazione? Non è possibile. Inizia ad essere complicato. Perché non è appetibile la squadra di calcio? Sono convinto che se fosse stata un’asta al contrario, con Torre del Grifo in mezzo, si sarebbero presentati almeno trenta persone, perché si tratta di un investimento immobiliare, ma è un investimento anche il Catania Calcio. Questi ragazzi sono un investimento, ne sono convinto! Lo prenderei io, ma non posso… Sul campo questo Catania ha 40 punti a 9 partite dalla fine, sarebbe lì a lottarsi i play-off. Se ragioniamo sui punti che abbiamo cestinato, questo gruppo aveva delle possibilità importanti. Abbiamo impiegato del tempo ad amalgamare il tutto, a sistemare la fase difensiva, però questa squadra avrebbe potuto fare una stagione importante, perché sono uomini prima di calciatori. Questo è l’esempio di quanto sia importante mettere insieme uomini prima che calciatori. E in questo abbiamo avuto ragione, insieme al direttore, di mettere insieme degli uomini. Questo è il mio orgoglio”

Questo è il grido disperato di Francesco Baldini, condottiero di un gruppo che insieme allo staff dell’area sportiva rossazzurra, dal ds Maurizio Pellegrino ai magazzinieri, continua a far battere il cuore del morente Elefante nato nel 46. Chi ha veramente a cuore le sorti del Catania non può rimanere insensibile a queste parole, a questa invocazione d’aiuto. Disperdere questo gruppo, “preferendo” la ripartenza dalla Serie D, sarebbe un sacrilegio. Il definitivo affronto ad una storia di pallone e passione che meritava ben altro finale. Merita.