Il Catania non muore mai!

Unico Grande Amore (Grafica: Bruno Marchese)

Unico Grande Amore (Grafica: Bruno Marchese) 

Volge al termine un anno che difficilmente dimenticheremo...

Il titolo non è mio. È un marchio di fabbrica, registrato negli anni d’oro della Serie A, da quel caro amico, Angelo Scaltriti, che poi è lo stesso ad avermi suggerito inconsapevolmente quell’iconico “è urgente fabbricare nuovi ricordi”. In questi ultimi scampoli di ventiventi, anno che per svariati motivi ha segnato le vite di tutti noi, quel marchio di fabbrica è un urlo di vittoria, un barrito gioioso, che riempie il cuore di tutti gli innamorati del rossazzurro.

“Il Catania non muore mai, il Catania è vivo”.

Quanto è bello scrivere queste nove parole, quanto è bello leggerle ad alta voce mentre le dita entusiaste digitano quelle trentaquattro lettere. È bello scriverlo adesso, è bellissimo, perché in questo dannato ventiventi, la paura di perdere quell’Elefante nato il 24 settembre del 1946 è stata veramente tanta. Tantissima.

Vi dirò di più. Paradossalmente, questo anno che a breve consegneremo alla storia, è stato uno dei più positivi nella lunga storia del pallone di casa nostra. Numeri alla mano, dalla gara di Francavilla Fontana del 12 gennaio, a quella casalinga con il Catanzaro dello scorso 23 dicembre, i rossazzurri, fra campionato, play-off e Coppa Italia, hanno collezionato 24 risultati utili (13 vittorie e 11 pareggi) su 31 partite disputate, firmando in campionato due serie utili di 6 e 7 gare, quest’ultima ancora in corso.
Ma questi numeri, oggi come non mai, hanno una importanza marginale se rapportati alla vera vittoria ottenuta in questo ventiventi, la più importante in assoluto: la salvezza dell’amata matricola 11700.

E in queste ultime ore che ci separano dalla staffetta fra 20 e 21 è doveroso ringraziare chi ha realizzato questo autentico miracolo: i componenti di quel che fu il “Comitato promotore per l’acquisizione del Calcio Catania”, in testa Fabio Pagliara e Maurizio Pellegrino, giungendo sino a tutti gli imprenditori professionisti che hanno dato vita alla S.I.G.I., ovvero l’attuale società che detiene la proprietà del club etneo. Grazie, anche a chi, come Cristiano Lucarelli, attuale tecnico della Ternana, ha raddrizzato con cuore e coraggio una stagione, quella passata, che sembrava destinata al de profundis, ricucendo lo strappo fra squadra e tifosi insieme all’apporto dell’ingegnere Giuseppe Di Natale.

Era urgente fabbricare nuovi ricordi, e lo è ancora. Ma questa è un’altra storia, da tradurre magari anche in inglese…