Go homez!!!

Papu...liato giallorosso

Papu...liato giallorosso 

Il commento al match tra etnei e capitolini. I temi "caldi": Catania 46, record 46; Cholo, passo d'addio; Taglia... e ridi; a Milano per la gloria.

Catania 46, record 46
Il calcio è questo... Chi l'avrebbe mai detto, un mese fa, che i rossazzurri sarebbero addirittura riusciti a battere il record di punti in A stabilito dalla migliore "versione" etnea della storia calcistica rappresentata dalla "Miha Band"? Eppure, Simeone e soci ci sono riusciti, sciorinando una grande prestazione, impreziosita vieppiù dalla supposta carenza di stimoli dovuta al già raggiunto obiettivo della salvezza; una prestazione gagliarda, volitiva, "cazzuta" fino ai minuti di recupero, giustamente premiata dalla segnatura in extremis del "papu" Gomez in grado di scatenare il delirio del pubblico del "Massimino", una tifoseria che non aveva mancato in settimana di "informare" tecnico e giocatori in merito all'importanza attribuita a tale evento... Messaggio recepito, non c'è che dire! Il Catania ha interpretato nel modo giusto la partita, vincendola a dispetto di tutto e di tutti. A livello di numeri, l'edizione simeoniana del Catania dice di un trionfo: 24 punti in 17 gare, 10 nelle ultime 4 (andamento da Champions League). Vittorie su Palermo e Roma, compagini che disputeranno la prossima Europa League, pareggio a Torino con la Juve. E ancora c'è Milano e l'Inter... Anche volendo fare i pignoli, sottolineando come il trend negativo fuori dalle mura amiche si sia, complessivamente, confermato pure nel girone di ritorno, non si può disconoscere il fatto che, una volta "inquadrato" il campionato e "scannerizzata" la squadra, il tecnico argentino abbia cominciato a fornire le prime cure anche al "mal di trasferta", considerato che i rossazzurri dal match di Bari non subiscono sconfitte esterne. Insomma, sul suo conto si è, come al solito, messo il carro davanti ai buoi, non concedendogli il tempo di "rendersi conto" e di rimediare ai guasti della non esaltante gestione Giampaolo. Ma questa, ormai, è storia.

Cholo, passo d'addio?
Le dichiarazioni del Cholo nel postgara fanno capire come la sua avventura in terra etnea si possa considerare al capolinea. Ci sta, anche se, lo rimarchiamo, un contratto di un altro anno l'avrebbe ancora in tasca... Ha fatto il suo, ha portato a termine la missione e, nel finale, dimostrato tutto il suo valore di tecnico, di uomo di calcio capace di vincere due tornei in Argentina. Straordinario Simeone, soprattutto, nelle sostituzioni. Oggi ha impostato una gara perfetta fin dall'inizio, per poi portarla in trionfo con scelte coraggiose e vincenti in corso d'opera. A una Roma priva di De Rossi, Perrotta e Pizarro, schierata con un 4-4-2 d'ordinanza in cui Totti e Borriello hanno confermato di non poter coesistere in alcun modo, il Cholo dapprima contrappone un 4-3-3 solido, con il trio Ledesma-Carboni-Biagianti in mezzo e il duo "papu"-"lavandina" a supportare la punta centrale Maxi Lopez; poi, in immeritatissimo svantaggio, produce il suo capolavoro, un "double", una doppia mossa capace di inviare un chiaro segnale a tifosi e giocatori: si deve vincere!!! In campo prima Ricchiuti al posto del mediano fiorentino e poi, a 23' dal termine, Lodi al posto del già subentrato Terlizzi (che se la prende non poco, mandando platealmente a quel paese l'allenatore), cambiando modulo (difesa a tre) e atteggiamento in campo. Alla faccia del "biscotto"!!! Le reti di Bergessio (78'), quinta stagionale, su assist di Lodi e di Gomez (95'), su passaggio dello stesso Bergessio, dicono tutto sulla bontà di tali opzioni. Il Cholo si conferma "re del cambio", essendo ormai una costante il "ribaltamento" di risultato a seguito di sue invenzioni dalla panchina. Detto questo, la realtà è una e una sola: il Catania, sul piano del gioco e delle occasioni, ha umiliato la Roma, capace di farsi vedere dalle parti di Andujar al massimo due volte: in occasione della prematura rete di Loria su colpo di testa derivante da calcio piazzato e con il fantasmatico Borriello, incapace di battere il portiere della nazionale argentina da due passi. Punto. Una squadra che si gioca le residue chance di Champions League non può fare così poco. Cioè, non può giocare in maniera così scandalosamente povera, al di là delle defezioni importanti indubbiamente penalizzanti. Di contro, sono almeno 10 le nitide occasioni da rete dei rossazzurri, addirittura sciagurati con i vari Ledesma (3 volte), Terlizzi, Gomez, Maxi Lopez, Bergessio. Un dominio assoluto che non avrebbe potuto non condurre alla sacrosanta vittoria. Certo, qualcuno aveva messo qualcosa di suo per evitare tale eventualità; che ne so, faccio un nome, Tagliavento...

Taglia e... ridi!!!
Giuro, mi risulta incomprensibile. Tagliavento è il miglior arbitro italiano, lo dicono tutte le classifiche di rendimento. Come possa sciorinare una prestazione delirante del genere rimane più misterioso delle celebri "linee di Nazca". Voglio tralasciare i due rigori su Bergessio, penalties nettissimi, impossibili da non assegnare, ascrivendoli magari alla classica "sudditanza psicologica" tipica dell'italico pallone; e dimentico pure il fallo da dietro, da ammonizione, di Loria su Maxi al limite dell'area, clamorosamente "ribaltato" a favore dei giallorossi, tra le crasse risate del pubblico dello stadio e di quello televisivo. Ma la farsa Doni-Silvestre mi pare francamente troppo, come si dice dalle nostre parti "u supecchiu ca rumpi u cupecchiu". Non avevo mai visto un portiere travolgere scompostamente e clamorosamente un avversario, procurando un chiaro rigore non assegnato (il terzo), ricevere una punizione a suo favore per il fatto che il suddetto avversario, rimanendo a terra, inavvertitamente faccia inciampare il portiere che, rialzatosi, va in affannoso recupero sul pallone che si dirige in porta. In pratica, in una sola partita, Tagliavento ha assommato gli errori di una stagione. Non essendo la prima volta che il "fischietto" di Terni si produce in prestazioni "insufficienti" nei confronti degli etnei e "assai sufficienti" verso i giallorossi, il famoso tarlo del dubbio comincia ad attanagliarmi... Ma lasciamo perdere e godiamoci questa splendida vittoria!

A Milano per la gloria
Il presidente Pulvirenti, nel postparyita, a una mia precisa domanda radiofonica ("Pianeta Catania" su Radio Fantastica), ha chiaramente fatto intendere di attendersi l'impresa al "Meazza" al cospetto dei nerazzurri di Leonardo. Addirittura, si è mostrato "convinto" di un possibile risultato positivo. E, devo dire, "questo" Catania ce la può fare. Se gioca come ha fatto oggi, con la stessa convinzione, con la stessa rabbia, con la stessa qualità, non vedo perché non possa mettere in difficoltà l'Inter in una match in cui l'unico trofeo in palio è costituito dalla Gloria, con la "g" maiuscola. Quindi, attendiamo il finale della pellicola, magari ancor più "rosa" dell'attuale, con la consapevolezza che il Catania targato Pulvirenti ha scritto la storia: sesto anno di fila in A. Questo è il "maccherone" che riempie la pancia. Il resto è poesia. A tratti volgare. Let's go, Liotru, let's go!!!