Genoa-Catania: analisi del match

 

Rivedibili alcune soluzioni tattiche proposte dal tecnico Maran che lascia in panchina Fedato per tre quarti di gara, rischiando l’inedita coppia Plasil-Keko

Un Catania spuntato ha la peggio al Marassi contro un Genoa più affamato e determinato. Rivedibili alcune soluzioni tattiche proposte dal tecnico Maran che lascia in panchina Fedato per tre quarti di gara, rischiando l’inedita coppia Plasil-Keko.
Le dirette concorrenti non fanno meglio, rendendo avvincente la lotta per conquistare la permanenza in un torneo qualitativamente davvero mediocre.

Lo score di Genoa e Catania  



La posizione media dei ventidue giocatori in campo  



Il Catania. La deludente sconfitta di Verona contro il Chievo, che aveva interrotto la striscia positiva costituita da quattro risultati utili consecutivi, ha ulteriormente sottolineato le difficoltà di una stagione balorda, caratterizzata da una lunga serie di infortuni ma anche da evidenti errori commessi a livello societario e gestionale. Che hanno confinato i rossoazzurri nei bassifondi della classifica, nonostante il livello dell’attuale torneo sia davvero poca cosa.
Per la sfida del Ferraris è emergenza piena. Le importanti defezioni – Bergessio è squalificato, Barrientos e Castro out per infortunio - costringono il tecnico di Rovereto a rivedere schieramento tattico e formazione tipo. Largo al 3-5-2 che prevede Andujar tra i pali; Rolin, Bellusci e Spolli centrali difensivi; Peruzzi e Biraghi lungo le corsie laterali a supporto del pacchetto difensivo, quindi Izco, Lodi e Rinaudo in mezzo; in avanti, Plasil gioca sulla trequarti a ridosso dell’unico riferimento centrale Keko.

Il 3-5-2 etneo di partenza. Dal 39’, dopo il rosso a Bellusci, passerà al 4-4-1  



Nel primo tempo, densità massima di gioco in zona Sculli-Gilardino  



Il Genoa. Archiviata la sconfitta di misura nel derby della Lanterna contro la Sampdoria, i grifoni hanno decisamente cambiato passo, facendo registrare degli evidenti progressi di gioco che gli hanno consentito di espugnare il Picchi di Livorno e pareggiare in rimonta contro l’Udinese in casa ed a Napoli.
Il ritorno di Gasperini alla guida tecnica del Genoa (Liverani, 4 punti in sei giornate, fu esonerato alla vigilia della gara del Massimino) è stata la svolta, che fu propiziata da una vera rivoluzione tattica (il 3-5-2 fu abbandonato per il 3-4-3) ed una disposizione in campo di numerosi giocatori chiave (Marchese difensore centrale, Bertolacci centrocampista interno, Antonelli, Konate e De Ceglie esterni di attacco, per citarne alcuni).
Contro il Catania, oltre agli infortunati di lungo corso, Gasperini deve fare a meno del centrocampista centrale Matuzalem, squalificato per somma di cartellini gialli. Lo sostituirà il giovane Stefano Sturaro. Il 3-4-3 prevede Perin in porta; Antonini, Portanova e Burdisso in difesa; Motta, Sturaro, Bertolacci e Antonelli a centrocampo; Konate, Gilardino e Sculli , che vince il ballottaggio con Fetfatzidis, in avanti.


Dal 65, il Catania passa al 4-3-2. Poco più tardi Leto rileverà Keko nella posizione  



Idea trequartista (Fetfatzidis) nel secondo tempo. La scelta, inizialmente, consegnerà il centrocampo al Catania  



I cambi. Al rientro in campo dopo i primi quarantacinque minuti di gioco, Bertolacci rimane negli spogliatoi. Gli subentra il greco Fetfatzidis, alla vigilia in ballottaggio con il compagno Sculli per una maglia da titolare lungo la corsia sinistra. Il neo entrato si colloca nella sua naturale posizione di trequartista, a ridosso del tridente. Il Genoa è adesso schierato attraverso un inedito 3-3-1-3. E’ il periodo migliore del Catania, che approfitta di questa mossa tattica inopportuna della quale il Genoa non sentiva francamente il bisogno, conquistando il centrocampo nonostante l’inferiorità numerica.
Gasperini impiega quindici minuti prima di ricorrere alle dovute correzioni: fuori Sculli, particolarmente nervoso e poco incisivo, dentro Cabral, centrocampista capoverdiano in prestito dai gatti neri del Sunderland. I rossoblù, dopo alcuni minuti di assestamento, passano al 4-3-1-2: In difesa, Motta arretra il proprio raggio di azione a terzino e contestualmente Antonini cambia fascia passando a sinistra. Nel centrocampo Cabral si colloca in mediana tra Sturaro ed Antonelli, mentre Fetfatzidis agisce a ridosso delle due punte, Gilardino e Konate.
Cinque minuti più tardi, siamo al minuto 65, doppio cambio per il Catania: Fedato per Plasil, Monzon per Lodi. Per gli amanti dei numeri, formalmente, il Catania passa dal 4-4-1 al 4-3-2 ma tatticamente cambia poco o nulla. Aumenta il potenziale offensivo grazie alle qualità balistiche di Fedato ma diminuisce il livello tecnico con la rinuncia a Lodi, che poteva risultare utile anche sui piazzati, per Monzon, che non gioca dalla diciassettesima, Roma-Catania 4-0,
Al 72’ ultimo cambio per Maran: si rivede in campo Sebastian Leto, che subentra ad un voglioso ma inconcludente Keko.
A sette dal termine, pochi istanti prima del raddoppio rossoblù, Calaiò prende il posto di Antonini.


I tre tiri nello specchio (ma una sola occasione da rete) fotografano tutti i limiti offensivi del Catania  



FLUSSI DI GIOCO E TATTICA

Certo, le assenze erano di quelle importanti e la panchina, quest’anno, offre ben poche soluzioni alternative al tecnico Maran. Il goffo intervento difensivo di Spolli prima, e la sciagurata espulsione di Bellusci poi, hanno fatto il resto.
A giudicare dalla grinta messa in campo dal primo minuto di gioco, però, sembrava si giocasse a ruoli invertiti: i rossoblù hanno dimostrato sin da subito che i liguri non sono rinomatamente avvezzi ai saldi. Sempre in anticipo sulle seconde palle, grintosi e propensi alle sovrapposizioni sulle fasce. Sull’altra metà del terreno di gioco, un Catania dimesso, mentalmente scarico ed impaurito. Quasi come fosse il Genoa ad essere coinvolto nella bagarre in fondo alla classifica. Emblematiche sono le azioni in pressing solitario di Keko, generoso ma evidentemente fuori ruolo, che pur riuscendo a soffiare palla agli avversari, calciava debolmente in porta per l’assenza di compagni ai quali servire palla.
Male, dunque, l’approccio e l’interpretazione della gara che avrebbe potuto, forse, avere diversi risvolti se solo si fosse scesi in campo con un diverso piglio e con una regolamentazione tattica differente. Non convince la scelta di Plasil a ridosso dell’unica punta Keko: il centrocampista ceco è dotato di tecnica sopraffina ed ottima proprietà di palleggio ma non ha la velocità di giocata per chi deve operare a ridosso dell’area di rigore avversaria. La difesa, poi, troppo schiacciata, a ridosso delle zolle calcate da Andujar. Meglio, paradossalmente, con un uomo in meno durante le prime battute del secondo tempo, quando una difesa a quattro riusciva a reggere l’attacco rossoblù guadagnando metri a supporto del centrocampo.
Tutto facile, insomma, per il Genoa. Che a dire il vero aveva provato a farsi del male, da solo, con l’ingresso in campo di Fetfatzidis come trequartista mantenendo il tridente offensivo davanti. Una scelta che ha regalato la superiorità numerica a centrocampo ai rossazzurri per buoni quindici minuti, durante i quali l’undici di Maran, fresco di strigliata dagli spogliatoi, ha cercato di affacciarsi con più costanza nella metà campo avversaria. Con poche idee, però. Privo di contenuti tattici di rilievo e di elementi in grado di pungere realmente.
Il prossimo turno di campionato prevede la sfida contro il Cagliari; unica squadra, insieme agli eteni, a non aver mai vinto in trasferta nel corso di questa stagione. I Sardi, in termini di reti all’attivo fuori casa, hanno fatto addirittura peggio dei rossoazzurri, con appena cinque reti all’attivo. Impensabile sbagliare.

Flussi di gioco Catania

 



 



Nel complicato ritorno di Lodi al Marassi, frettolosamente sostituito da Monzon al minuto 65, Rinaudo si conferma il vero regista della squadra: nei quasi due minuti e mezzo di possesso palla gioca 54 palloni e distribuisce passaggi ai compagni con una accuratezza del 76%. Indicativo, però, è il dato relativo alle giocate utili, cioè il gesto tecnico che determina l’eliminazione di un avversario dalla fase difensiva: appena 11, che sottolinea le difficoltà che i centrocampisti etnei hanno riscontrato nel trovare compagni in posizione utile.
La corsia destra è quella battuta con maggiore frequenza per mezzo delle giocate di Peruzzi e di Izco e dal fondo di questa arrivano la maggior parte dei cross utili (9 sui 13 tentativi totali) collezionati nel corso del match.
Relativamente alla fase difensiva, la riconquista del pallone avviene spesso per recuperi temporanei che non consento dunque alla squadra di salire e di imbastire una manovra ragionata. La difesa della porta è precaria, a causa dei numerosi palloni giocati dagli avversari a ridosso dell’area di rigore. Situazione, questa, consentita dallo schiacciamento della linea difensiva e dalla mancanza di uno schermo adeguato davanti alla stessa che bloccasse i portatori di palla avversari in mediana.
Male, parimenti, la fase offensiva che ha prodotto appena una occasione e tre tiri, deboli, nello specchio della porta difesa da Perin. L’efficacia dei piazzati in attacco è del 33% e sorprende, anche in questo senso, la prematura sostituzione di Lodi che avrebbe potuto consentire una valida soluzione sui tiri da fermo.


Flussi di gioco Genoa

 



 




Privo di Matuzalem (19 presenze in stagione, 1.582 minuti all’attivo) il Genoa si affida alla regia del giovane Stefano Sturaro, classe 1993, cresciuto calcisticamente proprio tra i grifoni. Tra i due centrocampisti corrono tredici anni di differenza, ma le qualità tecniche e la disciplina tattica sono assai assimilabili. Il talento rossoblù distribuisce palloni a tutti i compagni ed a fine gara risulterà tra i migliori i n campo.
Gasperini ordina ai suoi di rimanere molto alti, in maniera tale da schiacciare ulteriormente la linea difensiva ospite ed al contempo suggerisce agli esterni di collocarsi quanto più vicino possibile alle linee degli out laterali. Così facendo, per buona parte della gara, ha di fatto costretto gli etnei a ricorrere sovente alla pratica delle diagonali difensive, obbligandoli a proteggere l’area sempre con cinque unità.
Costante il supporto di Motta ed Antonelli, rispettivamente a destra e sinistra, che hanno sempre consentito la superiorità numerica lungo le corsie laterali. L’utilizzo dell’ampiezza, difatti, specie nel corso della prima frazione di gara, è stato abbondantemente ricercato come confermano i sei cross su azione dal fondo e i cinque cambi di gioco. Nella ripresa questa pratica verrà parzialmente abbandonata, in particolare dopo l’ingresso in campo di Fetfatzidis che propiziava la ricerca della profondità giocando tra le linee avversarie.
Buono l’atteggiamento in fase difensiva, determinato da un pressing ragionato ai 46 metri. La riconquista del pallone avviene nel 55% dei casi per recuperi effettivi: dato questo che sottolinea la maggiore aggressività dimostrata in mezzo al campo per almeno tre quarti di gara e la difficoltà dei rossoazzurri a trovare con rapidità la giocata utile.
Allo stesso modo, è ottima la difesa della porta, complice un Catania spuntato, che consente agli avversari di giocare appena 21 palloni in zona area genoana (i rossoblù ne giocheranno più del doppio, quarantaquattro, in zona Andujar).
Nel primo tempo convince la coabitazione di Sturaro e Bertolacci (trequartista nel Lecce, regista con Gasperini) in mezzo al campo. Insieme a Mattia Perin, Fetfatzidis, Vrsaljko e Konate sono i giovani di conclamato talento attraverso i quali il Genoa potrà costruire un ambizioso futuro.


IN & OUT: RINAUDO E BELLUSCI

Si conferma leader del centrocampo etneo. Tra i pochi a crederci fino alla fine  



Un rosso inutile e cercato. Che condiziona la squadra ed il giudizio stagionale del giocatore  



EPISODI

In avvio gara gli esterni rossoazzurri sono a supporto del centrocampo, a partita in corso rimarranno troppo schiacciati  



Il vantaggio rossoblù: troppo facile per il Genoa lungo le corsie esterne, con la difesa etnea in affanno anche centralmente  




La retroguardia etnea compressa nella propria area di rigore. Manca lo schermo davanti